Via la mascherina dopo il vaccino? Sfatiamo questo mito

PUBBLICATO IL 26 MARZO 2021

Come funziona la protezione dei vaccini anti-Covid? Perché anche dopo la somministrazione del vaccino bisogna continuare a usare mascherine? Il prof. Pregliasco risponde

Vaccini anti-Covid e immunizzazione: come funziona la protezione dei vaccini contro il coronavirus? Dopo il vaccino per il covid si è immuni dal contagio o no? Ma soprattutto, bisogna continuare ad usare o no le mascherine? In questo momento di grande incertezza, soprattutto dal punto di vista dell’informazione, molte persone si stanno ponendo vari quesiti rispetto all’efficacia e alla funzionalità dei vaccini anti-Covid, di cui da qualche settimana, è cominciata la somministrazione anche ad alcune categorie non sanitarie inviate dall’ATS secondo quanto disposto.

Il prof. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, ci aiuta a fare un po’ di chiarezza sulle misure di protezione individuale, che ciascuno di noi deve continuare ad adottare anche se vaccinato, al fine di tutelare (argomento sempre attualissimo!) la propria salute e quella degli altri.

Mascherina e co. anche per i vaccinati

“In questo momento - spiega il Prof. Pregliasco - è di fondamentale che anche dopo la prima e/o la seconda dose di vaccino (Pfizer o Moderna), si deve in qualsiasi caso continuare a osservare le regole del cosiddetto Nuovo Galateo che prevede:

  • l’utilizzo della mascherina;
  • mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1-1.5 metri;
  • corretta igiene delle mani con sapone e/o gel igienizzante”. 

Questo perché, purtroppo, la quota di vaccinati è ancora minima e, in ogni caso, non è garantita una protezione al 100%, a prescindere da quale sia il tipo di vaccino. 

Questa fase di liberalizzazione a cui tutti ambiamo potrà avvenire solo quando avremo una copertura vaccinale ben più elevata, potendo anche pensare a un passaporto per chi è vaccinato, oppure per chi è Covid-guarito e che, quindi, hanno una propria protezione. 

Dal punto di vista della malattia, oggi abbiamo la certezza che una persona guarita dal Covid presenta un rischio assolutamente irrisorio per almeno 3 mesi.

Ma già ci sono casi (per fortuna, non frequentissimi) di persone che si sono infettate dopo 6 mesi, a seguito del vaccino originale, cioè quello che avevano già subito. Questo, al di là del rischio che poi diventerà superiore con la prevalenza delle varianti, soprattutto quella inglese

Non dimentichiamo, inoltre, che chi è vaccinato potrebbe comunque rappresentare un pericolo per chi lo circonda perché costituisce un veicolo di contagio, un vero e proprio portatore sano di Covid per i soggetti più fragili o comunque senza alcuna protezione”.

Immunità da vaccino: da cosa ci difende e da quando

La protezione dei vaccini, sostanzialmente, dovrebbe giungere al 50% dopo circa una dozzina di giorni di inoculo dei vaccini RNA e arrivare a valori più elevati, appunto, dopo una settimana dalla seconda dose

“Per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca, anche in questo, dopo 6-8 settimane, si ha comunque un’elevata quota di protezione (all’incirca 60-70%). Le seconde dosi, a 12 settimane, ovviamente aumentano questo fattore - continua -.

In Inghilterra, dove il panorama vaccinale ha subito un’importante accelerata, il dato reale della vaccinazione ha innalzato il livello di protezione rispetto a quello degli studi clinici ma, in ogni caso, tutti i vaccini disponibili garantiscono un ottimo risultato (quasi vicino al 100%), in termini di scongiurare l’eventualità che la malattia da Covid degeneri in forme ben più gravi (che è uno degli aspetti che maggiormente interessa)”.

Non è facile effettuare una comparazione vera e propria tra vaccini anche se ci sono stati studi in parallelo che possano dimostrare quanto sia la differenza tra le varie tipologie, perché le percentuali degli studi ovviamente si rifanno a schemi vaccinali diversi e a casistiche diverse.

Durata della protezione

A oggi, non sappiamo ancora bene la durata dell’immunità. Siamo nella fase 4 e i soggetti che sono stati vaccinati nello studio sperimentale continuano a essere seguiti offrendoci, a breve, la possibilità di avere finalmente un dato oggettivo - conclude Pregliasco -. 

Noi confidiamo nel fatto che la protezione possa coprire almeno i 6/8 mesi, ma forse anche qualcosa in più. 

Viste le premesse della persistenza della circolazione del virus, anche alla luce dell’insorgenza delle varianti, sarà senz’altro utile disporre anche in Italia di impianti attrezzati affinché questo tipo di vaccino potrà essere somministrato anche in modalità di richiamo”.

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