Helicobacter Pylori: come riconoscerlo e curarlo

PUBBLICATO IL 03 MARZO 2020

Quante volte abbiamo sentito parlare di Helicobacter Pylori? Ma in cosa consiste? Come si riconosce e quale terapia è più adatta? Ne parliamo con l’esperto. 

“Ho l’Helicobacter pylori”: chissà quante volte avete sentito questa frase pronunciata da amici o parenti. 

Già, perché questo batterio responsabile della gastrite e dell’ulcera è molto più diffuso di quanto si creda. Dalle stime riguarderebbe circa il 40% della popolazione, anche se non sempre dà segni di sé.

Come si fa allora a riconoscerlo? Quali sono gli esami per diagnosticarlo? 

Ne parliamo con il dottor Francesco Negrini, responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia del Policlinico San Marco e gastroenterologo di Smart Clinic “Le Due Torri” e Oriocenter

Che cos’è? 

L’Helicobacter Pylori è un batterio che può colonizzare la mucosa gastrica, ovvero il rivestimento dello stomaco, e che l’attacca provocando un’infezione.

L’infezione da helicobacter è spesso asintomatica, ma talvolta può provocare gastrite e ulcera. 

Inoltre è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una concausa del cancro allo stomaco. 

La gastrite è un’infiammazione della mucosa, mentre l’ulcera è un vera e propria “ferita” che si forma nella mucosa, che produce un dolore intenso, soprattutto a stomaco vuoto. 

Una volta si riteneva che la gastrite e l’ulcera fossero causate unicamente dallo stress o dall’assunzione di cibi molto acidi. Oggi si sa chiaramente che in molti casi il responsabile è l’Helicobacter

Perciò, grazie a una cura antibiotica specifica, nella grande maggioranza dei casi possiamo debellare il batterio e curare così in modo definitivo ulcere e gastriti.

I sintomi

Anche se non sempre dà segni di sé, l’Helicobacter Pylori può farsi sentire in alcuni casi con sintomi fastidiosi come:

  • difficoltà digestive;
  • nausea; 
  • senso di pesantezza allo stomaco.

Gli esami: Breath Test e gastroscopia

Per avere una certezza diagnostica è necessario innanzitutto sottoporsi al Test del respiro, o Breath Test, un esame indolore e non invasivo che avviene in questo modo:

  1. al paziente viene somministrata una bustina di citrato di sodio; 
  2. dopo 10 minuti, gli viene chiesto di soffiare in un'apposita provetta e viene raccolto un primo campione di aria espirata; 
  3. al paziente è quindi somministrata una piccola compressa di Urea-C13 e si raccoglie il secondo campione in un'altra provetta dopo circa 30 minuti;

Se è presente l'Helicobacter, l'urea viene scissa in ammoniaca ed anidride carbonica, una certa quantità delle quali si ritrova nell’aria espirata dal paziente;

La presenza di Helicobacter, poi, può essere confermata o esclusa con la gastroscopia, durante la quale vengono prelevati campioni (biopsie) della mucosa dello stomaco e dell’intestino, analizzati poi al microscopio. 

Trattandosi di esame più fastidioso e invasivo (anche se è possibile effettuarlo in sedazione), la gastroscopia è indicata in pazienti nei quali - oltre alla ricerca dell’Helicobacter - sia necessario indagare la salute “globale” delle mucose dello stomaco.

Le cure

La terapia per curarlo è a base di un cocktail di farmaci e prevede l’assunzione di diversi tipi di antibiotici e Inibitori della Pompa Protonica (IPP) che bloccano la produzione di acido cloridrico da parte delle cellule dello stomaco. 

In circa il 90% dei casi in questo modo si riesce a eradicare il batterio.

Recentemente si è introdotta una nuova associazione di farmaci (PPI, antibiotici e bismuto), che viene nominata “Pylene”. Con questa combinazione si è raggiunta un’alta percentuale di successi, circa il 93%. 

Tuttavia, si tratta di una terapia che richiede un’alta compliance del paziente, che deve assumere 4 compresse ogni 4 ore, per un totale di 140 compresse in 10 giorni. 

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