Endometriosi: i sintomi a cui fare attenzione e come viene diagnosticata

Endometriosi: i sintomi a cui fare attenzione e come viene diagnosticata

PUBBLICATO IL 23 SETTEMBRE 2025

Endometriosi: i sintomi a cui fare attenzione e come viene diagnosticata

PUBBLICATO IL 23 SETTEMBRE 2025

L’endometriosi è una malattia infiammatoria benigna, cronica e progressiva riconducibile alla presenza di endometrio al di fuori della normale sede tipica, cioè l’utero. 

Si stima che in Italia colpisca il 10-15% delle donne in età riproduttiva (tra i 25 e i 35 anni): nel nostro Paese almeno 3 milioni di donne hanno una diagnosi conclamata. 

“È una malattia che ha un impatto personale e sociale molto alto in termini di salute, per la riduzione della qualità della vita e per i costi”, spiega il dott. Carlo Gastaldi, Responsabile dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia

 

Endometrio: cos’è e perché alcuni suoi frammenti danno origine all’endometriosi

L’endometrio è la mucosa, altamente vascolarizzata e dinamica, che riveste la cavità dell’utero

Si potrebbe definire come il sangue che una donna vede durante il ciclo mestruale: una buona parte fuoriesce dalla vagina, una quota si fa strada tra le cellule muscolari dell’utero (miometrio) e, infine, un’ulteriore piccola quota sembra defluisca attraverso le tube di Falloppio cadendo per forza di gravità sulle ovaie e intorno a tutto l’utero. 

Rispondendo ai continui stimoli ormonali ciclici, per cui ciclicamente mima le mestruazioni ovvero prolifera, sanguina e provoca dolore, l’endometrio cresce e si ispessisce, causando un processo infiammatorio con conseguente reazione fibrotica dei tessuti interessati, oltre a un’alterazione della normale anatomia e funzionalità degli stessi. 

Il passaggio, durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall'utero nelle tube e da queste nelle pelvi, dove si impiantano sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici, è una delle teorie più accreditate sull’origine dell’endometriosi. Tuttavia, specialmente negli ultimi anni, si pensa possano essere molteplici le cause della sua insorgenza, dando un’accezione all’eziologia di tale patologia come multifattoriale (fattori genetici, stress ossidativi, cause ormonali, sistema immunitario).

 

Dove si localizza il dolore

L'endometriosi può causare dolore in molte aree del corpo ma, generalmente, le sedi più tipiche dell’endometriosi sono il miometrio, le ovaie, lo spazio tra la vescica e l’utero e quello tra l’utero e il retto

Esistono anche delle localizzazioni al di fuori della pelvi e le più frequenti sono il peritoneo addominale e quello diaframmatico

L’endometriosi ha un atteggiamento piuttosto aggressivo nei confronti degli organi colpiti e si riattiva mensilmente in corrispondenza del ciclo mestruale. Spesso le lesioni endometriosiche coesistono a carico di più organi.

 

Sintomi sospetti che possono richiedere approfondimenti 

I sintomi dell’endometriosi comprendono: 

  • grave dismenorrea (dolore durante la mestruazione);
  • dispareunia (dolore durante il rapporto sessuale);
  • dolore pelvico cronico (dolore che sia presente da almeno 6 mesi); 
  • ovulazione dolorosa
  • dolore alla minzione (disuria) e alla defecazione (dischezia); 
  • sintomi ciclici a carico dell’intestino e/o della vescica;
  • infertilità
  • stanchezza cronica

 

La diagnosi: esame ginecologico ed ecografia pelvica

Generalmente la donna si rivolge al ginecologo per un decadimento della propria qualità della vita con un impatto negativo nel rapporto di coppia, nell’ambito familiare e sociale. 

È di fondamentale importanza ascoltare bene la paziente che, con il proprio vissuto, indirizza sempre lo specialista ad andare a valutare le aree che potrebbero essere colpite dall’endometriosi. 

La visita ginecologica è molto importante poiché può far sorgere il dubbio della presenza dell’endometriosi qualora: 

  • l’utero si presenti globoso, poco mobile, dolente; 
  • le ovaie siano aumentate di volume, dolenti ed posizionate dietro l’utero (sede non tipica; solitamente si trovano ai lati dell'utero); 
  • il tessuto intorno all’utero stesso si presenti retratto, rigido e dolente. 

Quindi, si completa la visita ginecologica con un’ecografia pelvica, che in mani esperte, può confermare il quadro della visita ginecologica evidenziando delle cisti ovariche e/o dei noduli endometriosici a carico della pelvi, vescica e retto. 

Altri esami per la diagnosi

Per completezza o per avere delle ulteriori conferme diagnostiche, possiamo usufruire di altre metodiche diagnostiche più o meno invasive come:

  • la risonanza magnetica, utile soprattutto per la valutazione dei rapporti delle lesioni endometriosiche con gli organi pelvici (utero, vescica, retto ed ovaie) e le strutture retroperitoneali (ureteri, grossi vasi arteriosi e venosi, radici nervose); 
  • la valutazione sierica del CA125, ormone che tipicamente aumenta in maniera aspecifica nella maggior parte dei casi di endometriosi; 
  • il clisma opaco, esame invasivo che permette di evidenziare la presenza di alterazioni della morfologia dell’intestino-colon; 
  • la cistoscopia, esame invasivo che permette di studiare la normale morfologia della vescica.

Laparoscopia diagnostica

La diagnosi di certezza è ottenuta mediante un intervento chirurgico detto laparoscopica che permette, attraverso dei piccoli buchetti eseguiti sull’addome, di vedere le lesioni endometriosiche e di poterle asportare, potendo così eseguire una analisi istologica. 

Solitamente, però, la diagnosi è tardiva: si stima, infatti, che il ritardo diagnostico si aggiri intorno a una media di 7 anni nel nostro paese e fino a 15 anni negli altri paesi.

 

Cure e terapie

Non esiste una cura definitiva. Le terapie sono mirate a:

  • controllo della malattia; 
  • riduzione della probabilità di recidiva; 
  • contenere il dolore nelle sue varie manifestazioni; 
  • contrastare l’infertilità. 

Si interviene con i preparati estroprogestinici (la pillola anticoncezionale) o i progestinici (molecole simili al progesterone) da assumere per lunghi periodi di tempo”.

 

I risvolti psicologici da non sottovalutare

Si può affermare che l’endometriosi sia una vera e propria patologia cronica (regredisce solo con la menopausa) e invalidante per una donna, determinando un abbattimento notevole della propria qualità della vita con associati aspetti psico-emotivi negativi molto importanti. 

È opportuno, quindi, che l’endometriosi venga sospettata in tutti quei casi di dolore pelvico cronico, infertilità e dolori ciclici mestruali riducendo, così, il tempo di diagnosi e attuando una terapia medica o chirurgica adeguata. 

 

Endometriosi e gravidanza

“Alcuni studi recenti - conclude lo specialista - hanno indicato che le donne con endometriosi sono più esposte a una gravidanza difficile con aumento del rischio d’aborto o di complicazioni come il parto pretermine

I cambiamenti nell’ambiente pelvico e uterino, infine, possono influenzare l’impianto embrionale e lo sviluppo della placenta. La complicazione più frequente è la placenta previa, l’impianto della placenta in una zona molto bassa dell’utero con conseguenti difficoltà ad avere un parto naturale”.