Ecografia dei nervi periferici: quando serve e perché la competenza specialistica fa la differenza

Ecografia dei nervi periferici: quando serve e perché la competenza specialistica fa la differenza

PUBBLICATO IL 22 DICEMBRE 2025

Ecografia dei nervi periferici: quando serve e perché la competenza specialistica fa la differenza

PUBBLICATO IL 22 DICEMBRE 2025

Leggi il cv del Prof. Luca Maria Sconfienza Responsabile dell’Unità Operativa di Radiologia Diagnostica e Interventistica all’Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio

L’ecografia dei nervi periferici è un esame diagnostico avanzato che consente di visualizzare in modo dettagliato i piccoli nervi che decorrono lungo tutto il corpo, permettendo di individuare compressioni, lesioni traumatiche e neuropatie. Grazie all’evoluzione dell’imaging muscoloscheletrico e all’utilizzo di sonde ad altissima frequenza, oggi è possibile studiare strutture nervose di dimensioni millimetriche con estrema precisione.

Si tratta di una metodica che richiede competenze altamente specializzate, tecnologie di ultima generazione e una profonda conoscenza dell’anatomia neuromuscolare. All’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, centro di eccellenza per l’imaging avanzato, questa indagine viene eseguita in modo sistematico, come spiega il Prof. Luca Maria Sconfienza, Responsabile dell’U.O di Radiologia Diagnostica e interventistica

 

Che cos’è l’ecografia dei nervi periferici e a cosa serve 

“L’ecografia dei nervi periferici è lo studio dei piccoli nervi che decorrono lungo tutto il nostro corpo - spiega il Prof. Sconfienza -. Anche se parliamo di strutture nervose, queste vengono considerate parte dell’apparato muscolo-scheletrico, proprio perché si trovano inserite all’interno delle strutture muscolari degli arti superiori ed inferiori”. 

Nonostante le dimensioni ridotte, le moderne sonde ad altissima frequenza ne permettono una visualizzazione dettagliata. “Il radiologo muscolo-scheletrico, con l’ecografia, è in grado di studiare con estrema precisione strutture spesse un millimetro o addirittura meno. 

Quando i nervi periferici risultano compromessi, i sintomi possono essere molto specifici, tra cui:

  • intorpidimento o formicolio, soprattutto a mani e piedi;
  • dolore acuto, bruciore o fitte, spesso più intensi di notte;
  • sensazione di punture di spillo;
  • alterata sensibilità al tatto”.

 

Quando effettuare l’ecografia dei nervi

L’ecografia dei nervi periferici è indicata in diverse condizioni cliniche e rappresenta uno strumento diagnostico di grande valore.

Sindromi da compressione dei nervi

“Le sindromi da compressione dei nervi — racconta Sconfienza — sono tra le più frequenti. La più nota è sicuramente il tunnel carpale, determinato dalla compressione del nervo mediano tra il polso e la mano. Per quanto l’esame clinico e l’elettromiografia siano indicativi di questa condizione, l’ecografia permette non solo di visualizzare l’edema o l’ispessimento del nervo, ma anche di individuare eventuali cause meccaniche come: 

  • cisti
  • aderenze  
  • anomalie anatomiche”. 

Traumi e lesioni dei nervi periferici

Un altro campo fondamentale è lo studio delle lesioni traumatiche dei nervi periferici. “In caso di ferite penetranti, incidenti o traumi diretti – sottolinea Sconfienza - l’ecografia permette di capire rapidamente se un nervo è stato danneggiato e valutare l’entità del danno”. Questo è cruciale per distinguere tra: 

  • lesioni reversibili 
  • lesioni che richiedono interventi chirurgici tempestivi.

Neuropatie e infiammazioni

Nel caso di neuropatie infiammatorie o disimmuni, l’ecografia si sta affermando come strumento complementare all’elettromiografia. Consente di visualizzare 

  • ispessimenti del nervo
  • variazioni di ecostruttura 
  • alterazioni della vascolarizzazione del nervo.

“Molti pazienti arrivano dopo aver eseguito altri esami senza risultati definitivi. L’ecografia dei nervi permette spesso di trovare finalmente una risposta chiara e soprattutto di localizzare correttamente l’eventuale lesione”, aggiunge il Professore.

 

I vantaggi dell’ecografia rispetto alle altre metodiche

I principali vantaggi dell’ecografia dei nervi periferici rispetto ad altre tecniche di imaging sono:

  • studio dinamico in tempo reale delle strutture nervose; 
  • maggior accessibilità e comfort per il paziente; 
  • assenza di controindicazioni e di preparazione specifica.

“L’ecografia è una metodica dinamica – prosegue il Prof. Sconfienza - che consente di vedere in tempo reale i nervi in movimento. Possiamo osservare se un nervo scivola correttamente, se rimane bloccato o se sfrega contro una superficie più dura. Questi movimenti sono impossibili da intercettare con la risonanza magnetica”. L’unico limite riguarda lo studio dei nervi molto profondi, per i quali la risonanza può essere più indicata. Ma per la maggior parte delle patologie dei nervi periferici, l’ecografia rimane lo strumento più efficace”.

 

L’ecografia dei nervi all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio

Il valore aggiunto dell'IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio per la diagnosi e il trattamento delle patologie muscolo-scheletriche, tra cui fanno parte anche le patologie dei nervi, si basa su 3 fattori: 

  • innovazione tecnologica;
  • esperienza clinica;
  • multidisciplinarità.

“La tecnologia, da sola, non basta: serve la mano del radiologo muscolo-scheletrico esperto, perché la qualità dell’esame dipende in larga parte dall’operatore. Nel nostro Ospedale – sottolinea il Prof. - vengono utilizzate sonde ad altissima risoluzione, ma abbiamo specialisti altamente qualificati. Ecco perché siamo riconosciuti come uno dei principali centri italiani in grado di svolgere in modo avanzato questo tipo di esame”.

La collaborazione tra radiologi, ortopedici, chirurghi della mano, fisiatri e neurologi, garantisce un percorso diagnostico-terapeutico completo.

L’anatomia dei nervi è estremamente complessa, e lo sono altrettanto le patologie che li colpiscono. “Eseguire l’esame in un centro non specializzato rischia di condurre a valutazioni incomplete o, peggio, fuorvianti. La corretta interpretazione richiede un occhio esperto e una notevole esperienza clinica”, conclude Sconfienza.