Ictus: i sintomi iniziali e quando chiamare subito i soccorsi
PUBBLICATO IL 29 OTTOBRE 2025
Ogni anno, la Giornata Mondiale dell’Ictus, che si celebra il 29 ottobre, ci ricorda quanto sia fondamentale conoscere e riconoscere tempestivamente i sintomi di questa grave patologia neurologica. L’ictus rappresenta infatti una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo, ma un intervento rapido può cambiare radicalmente la prognosi.
Per approfondire l’argomento, intervistiamo la prof.ssa Maria Salsone, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia e della Stroke Unit dell’IRCCS Policlinico San Donato e professore associato di Neurologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.
Insieme a lei vedremo come riconoscere un ictus, quali sono i segnali da non sottovalutare e come agire immediatamente per salvare la vita e ridurre le conseguenze neurologiche.
Cos’è un ictus
L’ictus (o stroke) è un’emergenza medica che si verifica quando il sangue non riesce più a raggiungere correttamente una parte del cervello.
Il cervello, infatti, ha bisogno di un flusso costante di sangue e sostanze nutritive indispensabili al suo funzionamento. Quando questo flusso si interrompe anche solo per pochi minuti, le cellule cerebrali iniziano a soffrire e, se non si interviene subito, possono danneggiarsi in modo permanente.
Esistono 2 principali tipologie di ictus:
- ictus ischemico: causato dall’ostruzione di un’arteria che blocca il flusso sanguigno verso il cervello. È il più comune e rappresenta circa l’85% dei casi;
- ictus emorragico: provocato dalla rottura di un vaso sanguigno che determina una fuoriuscita di sangue nel tessuto cerebrale, che provoca compressione e danno ai tessuti circostanti;
In entrambi i casi, la mancanza di ossigeno alle cellule nervose può compromettere funzioni vitali come movimento, linguaggio, vista e memoria.
Come si manifesta un ictus?
Nella maggior parte dei casi, l’ictus si manifesta con improvvisa difficoltà nel parlare o nel muovere una parte del corpo, ma può anche presentarsi con disturbi come mancanza di sensibilità o perdita della vista.
“L’ictus è una delle emergenze neurologiche più gravi e tempo-dipendenti - spiega la prof.ssa Salsone -.
Ogni minuto perso significa una perdita irreversibile di milioni di neuroni: per questo il riconoscimento immediato dei sintomi e la rapidità nel chiedere aiuto possono salvare la vita ai pazienti e limitare le conseguenze che possono essere anche molto gravi”.
Come riconoscere i sintomi iniziali di un ictus: ictus ischemico vs ictus emorragico
Nella maggior parte dei casi, i sintomi iniziali dell’ictus ischemico e di quello emorragico sono simili, perché in entrambi i casi il cervello subisce un danno improvviso in una determinata area. Tuttavia, ci sono alcune differenze che possono far sospettare un tipo di ictus piuttosto che l’altro.
I sintomi dell’ictus ischemico:
- tendono a comparire in modo improvviso;
- sono senza dolore;
- possono evolvere gradualmente nei minuti successivi.
Nell’ictus emorragico, invece, i sintomi sono spesso:
- mal di testa molto forte e improvviso (“il peggiore della vita”, lo descrivono i pazienti);
- nausea, vomito, perdita di coscienza o crisi epilettiche.
Questi segnali sono dovuti alla fuoriuscita di sangue nel cervello e all’aumento della pressione intracranica.
“Dal punto di vista clinico, non sempre è possibile distinguere subito un ictus ischemico da uno emorragico - spiega la specialista -. Per questo la diagnosi deve essere confermata con una TAC o una risonanza magnetica cerebrale, che permettono di impostare rapidamente la terapia più adatta”.
Sintomi premonitori dell’ictus
I segnali premonitori di un ictus possono essere:
- debolezza improvvisa o paralisi del viso, braccio o gamba, solitamente da un solo lato del corpo;
- difficoltà nel parlare, articolare o comprendere le parole;
- alterazioni della vista, come vedere doppio o perdere parzialmente la vista;
- perdita di equilibrio, vertigini o difficoltà a camminare;
- mal di testa improvviso e molto forte, talvolta accompagnato da nausea o vomito;
- formicolii o intorpidimento improvviso a viso o arti;
- confusione mentale o disorientamento.
“Anche quando i sintomi sono lievi o transitori, come in un attacco ischemico transitorio (TIA), è fondamentale non sottovalutarli e rivolgersi subito ad un pronto soccorso”, sottolinea la prof.ssa Salsone.
La regola FAST per riconoscere l’ictus
Un modo semplice per ricordare i sintomi principali è la regola FAST:
- F (Face): sorriso asimmetrico, un lato del viso cade;
- A (Arms): braccio debole o non riesce a sollevarsi;
- S (Speech): linguaggio confuso o difficoltà a parlare;
- T (Time): tempo! Chiama immediatamente i numeri telefonici di emergenza: il 112 o il 118.
Come riconoscere l’ictus cerebrale: cosa succede al corpo
Il cervello è una rete complessa di miliardi di neuroni che comunicano tra loro per controllare ogni funzione del corpo, dal movimento e dal linguaggio, fino alla memoria, alla vista e alle emozioni. Quando si verifica un ictus, l’interruzione del flusso di sangue in una determinata area impedisce a queste cellule di ricevere ossigeno e nutrienti, compromettendone il funzionamento.
A seconda della zona cerebrale colpita, possono comparire sintomi diversi:
- se viene interessato l’emisfero destro, ad esempio, si possono perdere forza e coordinazione nel lato sinistro del corpo;
- se il danno riguarda l’emisfero sinistro, invece, possono comparire difficoltà nel parlare o nel comprendere il linguaggio, oltre a perdere la forza nel lato destro del corpo;
- se l’ictus coinvolge aree deputate all’equilibrio o alla vista, il paziente può accusare vertigini, perdita della stabilità o visione sdoppiata.
La gravità del danno dipende dall’estensione dell’area ischemica e dal tempo trascorso prima di ripristinare l’apporto di ossigeno.
Ictus: come agire tempestivamente
Riconoscere e agire rapidamente è la chiave per limitare le conseguenze. Ecco cosa fare:
- Chiamare subito il 112 (specificando che si sospetta un ictus).
- Non somministrare farmaci o cibo/bevande alla persona.
- Tenere la persona sdraiata e controllare il respiro.
- Osservare e riferire i sintomi ai soccorritori, indicando l’ora esatta d’esordio.
Diagnosi dell’ictus: esami e tempi di intervento
Al Policlinico San Donato, la Stroke Unit è un’area dedicata alla gestione dell’ictus in fase acuta, con personale multidisciplinare e tecnologie avanzate per una diagnosi rapida.
Gli esami diagnostici fondamentali sono:
- TC cerebrale (per distinguere ischemia da emorragia);
- Angio-TC o angio-RM per identificare occlusioni dei vasi cerebrali;
- Doppler dei tronchi sovra-aortici, per studiare il flusso ematico nei vasi cerebroafferenti;
- Risonanza magnetica cerebrale, utile per lesioni precoci;
- Esami ematici e cardiologici per identificare le cause dell’evento.
“La nostra Stroke Unit è di I livello, dotata di 4 letti monitorati, e fa parte del Network Regionale SUN (Stroke Unit Network) Lombardia, che riunisce diverse unità funzionali dedicate alla cura dell’ictus - spiega la Prof.ssa Maria Salsone -.
Come centro di II livello-Hub, è associata all’Università Vita-Salute San Raffaele. La dott.ssa Maria Paola Perini ne è la referente”.
Ictus nei giovani: segnali da non sottovalutare
Sebbene l’età sia un fattore di rischio importante, l’ictus può colpire anche persone sotto i 65 anni. In tal caso si parla di “ictus giovanili”.
I fattori di rischio per l’ictus nei giovani includono:
- fumo, uso di sostanze o alcol;
- terapie ormonali o contraccettivi;
- patologie cardiache o vascolari congenite;
- malattie autoimmuni o genetiche rare;
- traumi o dissecazioni arteriose.
Nei giovani, l’ictus è spesso inaspettato e quindi diagnosticato più tardi. “È importante non sottovalutare mai un sintomo neurologico improvviso, anche se passa da solo”, evidenzia la prof.ssa Salsone.
La prevenzione: come ridurre il rischio di ictus
Prevenire un ictus significa agire sui fattori di rischio modificabili attraverso uno stile di vita sano e controlli regolari. I principali fattori di rischio sono:
- diabete;
- colesterolo alto;
- pressione arteriosa alta.
Per prevenire l’ictus è quindi fondamentale:
- mantenere la pressione arteriosa sotto controllo;
- seguire una dieta equilibrata, povera di grassi e di sale;
- smettere di fumare;
- praticare attività fisica con costanza.
La causa più frequente è la fibrillazione atriale, individuarla ed impostare una terapia di prevenzione può ridurre drasticamente il rischio di ictus.
Il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare è la strategia più efficace per ridurre la probabilità di ictus. La prevenzione è la prima arma a disposizione di tutte e tutti.
Dopo l’ictus: l’importanza della riabilitazione precoce
Il percorso non termina con la fase acuta. Dopo la stabilizzazione, il paziente inizia un programma di riabilitazione neurologica personalizzata, con fisioterapisti, logopedisti e terapisti occupazionali.
“La riabilitazione precoce è essenziale per recuperare le funzioni perse e migliorare l’autonomia del paziente. Ogni giorno guadagnato nella ripresa conta quanto ogni minuto nella fase acuta”, conclude la prof.ssa Salsone.
Quando rivolgersi al pronto soccorso
Chiama immediatamente il 112 o recati al Pronto Soccorso se compaiono tutti i sintomi sopraelencati. Non attendere che i sintomi passino, un intervento rapido può salvare la vita.
Al Policlinico San Donato, la Stroke Unit è attiva 24 ore su 24 per garantire diagnosi e trattamento immediato a tutti i pazienti con sospetto ictus.



