Ernia o laparocele: quali sono le differenze?

Ernia o laparocele: quali sono le differenze?

PUBBLICATO IL 02 OTTOBRE 2025

Ernia o laparocele: quali sono le differenze?

PUBBLICATO IL 02 OTTOBRE 2025

Ernie e laparoceli rappresentano la patologia chirurgica benigna più frequente. In entrambi i casi dipendono dalla fuoriuscita di un viscere dalla cavità del corpo che normalmente lo contiene. Anche se simili, però, si tratta di 2 condizioni diverse, con alla base cause differenti. 

Il trattamento risolutivo, invece, è rappresentato per entrambe dall’intervento chirurgico che oggi viene effettuato, per lo più, con tecniche mini-invasive laparoscopiche o robotiche consentendo un recupero più veloce e un minore stress. 

Approfondiamo le 2 patologie con l’aiuto del professor Stefano Olmi, Responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia Generale e Oncologica, del Centro di Chirurgia della parete addominale, del Centro di Chirurgia Laparoscopica avanzata del Policlinico San Marco. 

L’Unità di Chirurgia Generale e Oncologica del Policlinico da oltre 20 anni è Centro di eccellenza ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) e Coordinatore della Scuola Nazionale Ospedaliera di Chirurgia della Parete Addominale.

 

Cos’è l'ernia 

L’ernia addominale è la fuoriuscita di un viscere (come grasso addominale, intestino o altri organi) dalla cavità in cui è contenuto, attraverso una “breccia” naturale causata da un indebolimento dei muscoli della parete addominale. 

“Tra le tipologie di ernia addominale, la più frequente è sicuramente l’ernia inguinale, ovvero la fuoriuscita a livello dell’inguine di un viscere addominale, generalmente l’intestino” osserva il professor Olmi. 

A soffrirne maggiormente sono gli uomini che, secondo alcune stime, sarebbero dalle 7 alle 10 volte più a rischio di svilupparla. Tipica degli individui adulti di mezza età, l’ernia inguinale può insorgere anche nei bambini e negli anziani. 

Nella maggior parte dei casi compare nella parte destra del corpo umano, ma può anche essere bilaterale. 

 

Le cause e i fattori di rischio dell’ernia

L’ernia inguinale trae origine da un indebolimento della parete addominale che può dipendere da diversi fattori:

  • sovrappeso e obesità;
  • attività fisica intensa;
  • tosse cronica;
  • gravidanza;
  • eccessivo sforzo durante la defecazione;
  • muscolatura addominale più debole del normale;
  • età avanzata; 
  • difetto congenito;
  • una storia familiare di ernia inguinale.

 

I sintomi dell’ernia

Talvolta l’ernia inguinale rimane silenziosa, senza dare sintomi, o causa soltanto lievi disturbi. In altri casi si manifesta con sintomi come:

  • tumefazione (rigonfiamento) a livello dell’inguine, con dimensioni che possono aumentare in posizione verticale (rispetto a quella distesa) o quando si tossisce o si compiono sforzi fisici;
  • dolore in corrispondenza della tumefazione e nei dintorni, dovuto alla compressione che il viscere erniato produce a carico delle terminazioni nervose presenti nel canale inguinale;
  • senso di tensione o pressione, pesantezza e/o bruciore a livello inguinale e scrotale.

 

Cos’è il laparocele

“Con il termine laparocele si intende, invece, la formazione di un’ernia su una cicatrice in seguito a un intervento di chirurgia addominale. 

In circa il 12-15% delle incisioni chirurgiche praticate sull’addome, nel corso del tempo, si può verificare un cedimento della parete muscolo-fasciale attraverso il quale può fuoriuscire l’intestino”. 

 

Le cause e i fattori di rischio del laparocele

“Il laparocele, invece, è generalmente conseguenza di una ferita chirurgica (laparotomia), che non si è richiusa perfettamente. Fattori che possono favorirne la comparsa sono:

  • infezione della ferita;
  • età avanzata;
  • sovrappeso e obesità;
  • fumo;
  • diabete;
  • tosse cronica, costipazione, ostruzione urinaria.

 

I sintomi del laparocele

“Anche il laparocele può non dare sintomi particolari a parte un gonfiore che compare in corrispondenza della cicatrice chirurgica.  In genere, però, al gonfiore si associano:

  • nausea;
  • fastidio o dolore, in corrispondenza del gonfiore, soprattutto in caso di affaticamento, esercizio fisico, lunghe camminate, stazione eretta prolungata oppure sforzi addominali intensi (tosse, starnuti, defecazione). 

 

Quali sono i rischi di ernia e laparocele

Sebbene patologie benigne, l’ernia inguinale e il laparocele non sono condizioni da sottovalutare. Se trascurate, infatti, possono dare complicazioni come:

  • l’intasamento o occlusione intestinale;
  • l’incarceramento o strozzatura.

"L’intasamento erniario o occlusione intestinale è comune soprattutto nell’anziano: l’intestino rimane sempre fuori dalla cavità addominale e le feci che transitano rimangono lì bloccate e si accumulano causando molto fastidio e spesso difficoltà ad evacuare. 

L’ernia incarcerata o strozzata, invece, rappresenta lo stadio successivo: il viscere fuoriuscito rimane “intrappolato” e non riceve più il corretto apporto di sangue, andando così incontro a necrosi con perforazione e peritonite. Tutte queste situazioni richiedono un intervento chirurgico d’urgenza” spiega il professor Olmi.


Come si diagnosticano ernia e laparocele

La diagnosi, sia in caso di ernia sia di laparocele, è di tipo clinico, ovvero attraverso una visita specialistica con osservazione del gonfiore/tumefazione

Per completezza diagnostica vengono poi effettuate indagini come l’ecografia all’addome, la TAC strumentale tramite ecografica o TAC (Tomografia assiale computerizzata) e/o una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) a discrezione del medico.

 

Come si risolvono l’ernia e il laparocele

L’unica terapia risolutiva in caso di ernia e laparocele è l’intervento chirurgico. Attualmente, l’intervento chirurgico può essere effettuato con 3 tecniche:  

  • chirurgica classica; 
  • laparoscopica;
  • robotica.

In cosa consiste l’intervento per curare l’ernia inguinale

“Nel caso dell’ernia inguinale, durante l’intervento, qualsiasi sia la tecnica usata, viene applicata una protesi con una speciale tecnica senza suture. 

La protesi è letteralmente incollata alla parete tramite una speciale colla (colla di fibrina) che garantisce la perfetta aderenza della rete, senza il rischio di danneggiamento dei nervi della regione inguino-crurale e con una importante riduzione del dolore post-operatorio -  osserva lo specialista -. 

Quello che differisce tra le 3 tecniche è l’accesso: 

  • nella tecnica tradizionale avviene attraverso un’incisione di diversi centimetri nella sede inguinale;
  • nella laparoscopica e nella robotica attraverso 3 piccole incisioni di 5 mm”. 

In cosa consiste l’intervento di laparocele

“L’intervento di laparocele ha come obiettivo ricollocare i visceri erniati all’interno dell’addome. Generalmente si posiziona una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello di rinforzare la parete addominale in cui si era verificato il cedimento dei tessuti che lo ha provocato, ricostituendone l’integrità - spiega il professor Olmi -. 

L’intervento con tecnica tradizionale prevede una grande incisione sull’addome, utilizzando la stessa cicatrice del precedente intervento chirurgico, mentre quello in laparoscopia o robotica comporta in genere 3 piccole incisioni, posizionate lungo il fianco sinistro del paziente”.

 

Le ultime innovazioni nel trattamento chirurgico

L’impiego della tecnica laparoscopica e robotica offre numerosi vantaggi per il paziente e in particolare:

  • un minore stress chirurgico;
  • meno dolore;
  • tempi di ripresa più rapidi.

“Rispetto alla laparoscopia, la tecnica robotica è ulteriormente più precisa e delicata nell’identificare le strutture nervose e permette un recupero ancora più veloce. 

Gli strumenti robotici articolati permettono inoltre movimenti più ampi rispetto agli strumenti laparoscopici tradizionali, facilitando dissezioni anche complesse e rendendo il posizionamento della rete ancora più accurato. 

La visione tridimensionale ad alta definizione, infine, migliora la percezione della profondità e la valutazione anatomica durante l’intervento”. 

L’evoluzione delle reti per il trattamento di ernie e laparoceli

All’evoluzione delle tecniche chirurgiche si associa poi anche una continua evoluzione tecnologica delle reti utilizzate per rinforzare la parete addominale

“Oggi le reti utilizzate per trattare ernie e laparoceli sono sempre più performanti e con caratteristiche adatte al tipo e alle dimensioni del difetto, garantendo ottimi risultati sia a livello di dolore postoperatorio sia di tenuta nel tempo. 

Grazie a questi avanzamenti e alla grande esperienza del nostro Centro, siamo oggi in grado di affrontare tutti i tipi di difetti, sia per dimensioni sia per posizione, nella quasi totalità dei casi in laparoscopia” conclude il professor Olmi.