Come curare il mal di schiena

PUBBLICATO IL 07 FEBBRAIO 2025

Come curare il mal di schiena

PUBBLICATO IL 07 FEBBRAIO 2025

Il mal di schiena è una patologia che colpisce almeno una volta nella vita quasi tutta la popolazione adulta ed è riconosciuta come la causa più frequente di assenza dal posto di lavoro. Il corretto trattamento, quindi, non ha solo importanti conseguenze sulla salute della persona colpita, ma anche significativi risvolti sociali. 

Ne parliamo con il dottor Stefano Boriani, ortopedico specializzato in chirurgia vertebrale dell’Unità Operativa di Chirurgia Vertebrale a Villa Erbosa di Bologna.

 

La valutazione dello specialista

La scelta del trattamento più appropriato è fondamentale e dipende sempre da un accurato esame clinico e da esami strumentali che lo specialista può ritenere opportuni.

La maggioranza delle lombalgie (mal di schiena) deriva da fenomeni degenerativi delle articolazioni della colonna: “Il termine degenerativo non deve spaventare: esso definisce i fenomeni di usura delle articolazioni. È quindi un sinonimo di artrosi” spiega il dottor Boriani.

In casi eccezionali, il mal di schiena può essere il sintomo di malattie più gravi, “un motivo in più per cui il mal di schiena persistente deve sempre essere sottoposto al vaglio di un medico specializzato nel trattamento delle malattie della colonna vertebrale”.

Gli esami strumentali più frequentemente necessari sono: radiografie, tomografia computerizzata (tac), risonanza magnetica ed elettromiografia.

Non solo mal di schiena: gli altri sintomi a cui prestare attenzione

Le malattie degenerative della colonna vertebrale non si manifestano solo con il mal di schiena, ma anche con sintomi neurologici:

  • irradiazione del dolore lungo l’arto inferiore (sciatalgia, cruralgia);
  • alterazione della sensibilità (formicolio, anestesia);
  • alterazione della motilità attiva (perdita di forza di uno o più muscoli).

Il mal di schiena a volte si associa anche a deformità più o meni gravi della colonna.

“Per capire meglio le origini dei sintomi e come si sviluppano e per scegliere di conseguenza il trattamento più opportuno è necessario conoscere l’anatomia e la funzione della colonna vertebrale” spiega lo specialista.

La colonna vertebrale è l’asse di sostegno del tronco e la sua funzione è di fornire stabilità e movimento.  È formata da: elementi ossei (le vertebre), articolazioni (disco e faccette articolari), legamenti e strutture muscolari.

I sintomi delle degenerazioni discali

“Il disco intervertebrale, l’elemento di connessione tra i corpi vertebrali, assicura il movimento fra le vertebre e garantisce il normale allineamento della colonna e la sua stabilità - continua il dottor Boriani –. Il malfunzionamento del disco in rapporto ai fenomeni degenerativi va ad alterare sia i rapporti tra le vertebre sia il movimento”. I fenomeni degenerativi discali possono, quindi, provocare:

  • perdita del normale allineamento della colonna;
  • deformità della colonna vertebrale (scoliosi, cifosi);
  • instabilità (spondilolistesi);
  • a volte la combinazione delle condizioni precedenti.

“Un ruolo importante è svolto anche dalla muscolatura, come le sartie (i cavi) di una barca a vela a sostenere l’albero. 

Una contrattura muscolare, a sua volta dolorosa, è, ad esempio, uno dei meccanismi di compenso che il nostro corpo attua in risposta a una instabilità o a una degenerazione discale” spiega l’ortopedico.

Le compressioni delle radici nervose e del midollo

La colonna vertebrale, oltre a dare stabilità e movimento al tronco, protegge al suo interno il midollo spinale e le radici nervose.

“Ogni volta che viene a crearsi un conflitto tra il contenitore (il cosiddetto canale spinale) e il contenuto (il midollo spinale e le radici nervose) ne conseguono sintomi neurologici - afferma il dottore -. 

Il caso più noto è la compressione di una radice nervosa a causa di un’ernia del disco, una fase iniziale della degenerazione discale. Il caso invece più frequente nei casi di artrosi avanzata è la stenosi del canale spinale, il restringimento più o meno esteso dovuto a fenomeni artrosici”.

I sintomi neurologici sono anche associati alle deformità e alle instabilità a causa dell’effetto compressivo sul midollo spinale e sulle radici nervose.

 

La scelta della cura: conservativa o chirurgica?

Una volta formulata una diagnosi da parte dello specialista la prima e importante scelta è quella tra trattamenti conservativi o l’intervento chirurgico. 

I trattamenti conservativi: quali sono

“Chiamiamo trattamenti conservativi tutte quelle procedure che non rientrano nella sfera della chirurgia e che sono di pertinenza di altre specialità. Il trattamento medico include: 

  • farmaci antinfiammatori, analgesici e neurotrofici; 
  • le tecniche di fisioterapia e riabilitazione; 
  • i trattamenti farmacologici infiltrativi;
  • le cure termali”.

Il trattamento chirurgico: quando si ricorre

Quando, invece, si è in presenza di una prova, clinica e strumentale (risonanza magnetica e tac), di conflitto fra elementi strutturali della colonna e delle strutture neurologiche è spesso indicato un trattamento chirurgico.

Un esempio frequente sono i casi di ernia del disco o stenosi che richiedono un intervento di decompressione delle strutture, sia rimuovendo l’ernia, sia allargando lo spazio osseo che comprime le radici. Questi interventi chirurgici lasciano invariato il movimento tra le vertebre.

La chirurgia diviene più complessa quando è una grave degenerazione discale a creare i sintomi. 

“In questi casi l’intervento chirurgico si chiama artrodesi, un’operazione che limita irreversibilmente il movimento tra 2 o più vertebre - spiega l’ortopedico -. Una delle caratteristiche della colonna vertebrale è la mobilità: la scelta chirurgica deve essere ben ponderata e condivisa con il paziente; ed è necessario che il sacrificio del movimento sia giustificato dalla presenza di sintomi non trattabili diversamente”.

Nella maggior parte dei casi, la scelta chirurgica è quindi indicata quando la degenerazione discale provoca:

  • un danno neurologico grave;
  • un’instabilità tra vertebra e vertebra o una deformità tale da provocare una grave incapacità funzionale;
  • un dolore lombare invalidante che deriva da un danno discale grave.

“Elemento per una decisione a favore dell’intervento è la permanenza dei sintomi dopo un trattamento conservativo: generalmente per questa valutazione si attende l’evoluzione del sintomi nell’arco dei 6 mesi, ma ovviamente si deve valutare caso per caso in base alla gravità del dolore”.

 

Approccio multidisciplinare e le terapie conservative

“Le operazioni non sono l’unica soluzione al mal di schiena e anche le tecniche mininvasive devono essere considerate solo dopo l’eventuale fallimento dei trattamenti non chirurgici.

La prima scelta terapeutica delle malattie degenerative della colonna, a mio avviso - continua lo specialista -, dovrebbe essere anzitutto la modifica di abitudini di vita sedentarie con:

  • un’attività fisica anche modesta, ma continuativa;
  • una dieta appropriata. 

Un ruolo chiave è poi l’approccio multidisciplinare. Chirurgo vertebrale, fisiatra, radiologo interventista devono valutare assieme il paziente e i suoi sintomi e decidere la migliore strategia terapeutica”.

Il fisiatra è responsabile: 

  • dei programmi di fisioterapia, di rieducazione funzionale e riabilitazione;
  • dell’igiene posturale.

Il Radiologo interventista è lo specialista che si fa carico di terapie conservative fra le più efficaci, i trattamenti infiltrativi radioguidati, finalizzati a iniettare farmaci antinfiammatori direttamente nella sede di origine dei sintomi:

  • all’interno delle articolazioni faccettali;
  • in corrispondenza dei forami, cioè dei piccoli canali che consentono la fuoriuscita delle radici nervose dal canale spinale, qualora l’artrosi ne abbia ristretto il canale;
  • nello spazio epidurale.

 

L’ambulatorio dedicato presso Villa Erbosa

Presso Villa Erbosa è presente un ambulatorio dedicato alla valutazione e all’individuazione di un percorso ad hoc per questa patologia. 

Visita la pagina dedicata dell'ambulatorio per la cura del mal di schiena.