Influenza e bambini: sintomi, rischi, complicanze e prevenzione

Influenza e bambini: sintomi, rischi, complicanze e prevenzione

PUBBLICATO IL 02 DICEMBRE 2025

Influenza e bambini: sintomi, rischi, complicanze e prevenzione

PUBBLICATO IL 02 DICEMBRE 2025

Consulta l'Unità di Pediatria del Policlinico San Pietro

L’influenza nei bambini è una malattia molto comune, ma spesso sottovalutata. I piccoli, soprattutto se frequentano asilo e scuola materna, sono tra i soggetti più a rischio per la facilità a contagiarsi. Inoltre, l’influenza nei bambini può avere un decorso serio e, in alcuni casi, causare complicanze importanti.
La vaccinazione antinfluenzale rimane la strategia più efficace, sicura ed economica per proteggere la salute dei più piccoli e della comunità. 

Ne parliamo con la dottoressa Marta Odoni, pediatra dell’Unità di Pediatria del Policlinico San Pietro, in provincia di Bergamo.

 

Da cosa è causata l’influenza

L’influenza è una patologia respiratoria infettiva acuta causata dai virus influenzali, classificati in 3 tipi:

  • Virus A e virus B, responsabili delle epidemie stagionali;
  • Virus C, meno frequente che solitamente provoca disturbi più lievi.

Il virus influenzale di tipo A è ulteriormente suddiviso in sottotipi, definiti sulla base delle sue proteine superficiali: emagglutinina (H) e neuraminidasi (N). 

Il sistema immunitario delle persone infettate o vaccinate produce una risposta immunitaria protettiva proprio contro queste 2 proteine. Tuttavia, i virus influenzali hanno la capacità di variare, cioè di andare incontro a cambiamenti delle strutture di superficie. Questo significa che le difese che l'organismo ha messo a punto contro il virus dell'influenza che circolava un anno prima, non sono più efficaci per il virus dell'anno successivo. Per questo motivo la composizione del vaccino deve essere aggiornata tutti gli anni.

 

Come si trasmette l’influenza

La trasmissione avviene principalmente:

  • per via aerea tramite tosse e starnuti;
  • per contatto, toccando superfici contaminate dal virus e portandosi poi le mani a bocca, occhi. 

La contagiosità inizia durante il periodo di incubazione, circa 1-2 giorni prima dell’inizio dei sintomi, e  può durare anche più di una settimana nei bambini e nei soggetti immunocompromessi. 

 

Sintomi dell’influenza nei bambini

Nei bambini i sintomi possono variare da lievi a gravi. Il quadro clinico può variare da forme asintomatiche a una malattia grave, a seconda del tipo di virus e della suscettibilità dell’ospite. I sintomi più comuni includono:

  • febbre;
  • malessere generale;
  • cefalea;
  • dolori muscolari e articolari;
  • tosse (di solito secca);
  • rinorrea;
  • mal di gola.

In alcuni casi possono comparire complicanze respiratorie o extra-respiratorie, sia nel bambino sia nell’adulto.

 

Complicanze dell’influenza nei bambini

Le complicanze dell’influenza nei bambini meritano particolare attenzione e richiedono un riconoscimento tempestivo. 

Otite media

L’otite media (l’infiammazione dell’orecchio medio) si presenta di frequente in seguito e/o in concomitanza ai sintomi influenzali, a causa dell’infezione delle vie aeree che congestiona e contagia anche i dotti auricolari. Si manifesta con:

  • dolore all’orecchio;
  • febbre persistente;
  • irritabilità aumentata. 

A seconda dei casi e in base alla valutazione del pediatra, può richiedere un trattamento antibiotico.

Polmonite

È una delle complicanze più temute (complicanza grave). Può essere causata da: 

  • virus influenzale (virale);
  • batteri che approfittano dell’indebolimento delle difese respiratorie (batterica)

I segnali che devono allertare i genitori includono:

  • respiro difficoltoso e accelerato;
  • dolore toracico;
  • febbre che persiste o ricompare dopo un apparente miglioramento.

Disidratazione

È una complicanza particolarmente rischiosa nei bambini molto piccoli, che rifiutano di bere a causa del malessere generale o per la presenza di vomito e diarrea.

Peggioramento di condizioni croniche

Peggioramento di condizioni croniche preesistenti, come l’asma.

Complicanze rare ma gravi

Complicanze causate dall’estensione dell’infezione influenzale ad apparati delicati (ma sono casi eccezionali) come: 

  • cervello (encefalite); 
  • muscolo cardiaco (miocardite).

 

Come si diagnostica l’influenza 

La diagnosi è prevalentemente clinica. Nei casi dubbi possono essere utilizzati:

  • tamponi rapidi;
  • dosaggi anticorpali;
  • test di biologia molecolare.

 

Terapia dell’influenza nei bambini

La terapia è cosiddetta di supporto e consiste in:

  • riposo;
  • analgesici/antipiretici (da evitare in età pediatrica l’acido acetilsalicilico per il rischio di Sindrome di Reye, una patologia rara e a volte letale che colpisce encefalo e fegato);
  • idratazione adeguata.

 

Prevenzione: misure igieniche e vaccinazione

La prevenzione si basa su:

  • vaccinazione; 
  • rispetto delle norme igieniche per minimizzare il rischio di contagio.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stilato un vademecum con 5 consigli e gesti per proteggersi al meglio dall’influenza: 

  1. vaccinarsi;
  2. effettuare una corretta igiene delle mani;
  3. evitare/ridurre il tempo di contatto stretto con persone ammalate;
  4. evitare di toccarsi occhi, naso, bocca.
  5. adottare buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso in caso di starnuti o tosse, usare e smaltire correttamente fazzoletti monouso e utilizzare mascherine chirurgiche in caso di sintomi dell’influenza). 

 

La vaccinazione antinfluenzale nei bambini

La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza.

A chi è raccomandata

In Italia la vaccinazione è raccomandata a tutti i bambini dai 6 mesi di età, salvo controindicazioni.
È inoltre raccomandata e offerta gratuitamente a coloro che hanno un maggior rischio di complicanze in caso di infezione come persone con diabete, tumori, malattie croniche, donne in stato di gravidanza. 

La protezione comincia 2 settimane dopo l’inoculazione e perdura per 6-8 mesi, poi tende a declinare. Per questa ragione, e poiché i ceppi circolanti possono mutare, è necessario vaccinarsi ogni anno, all’inizio di ogni nuova stagione influenzale. La campagna vaccinale stagionale generalmente va da ottobre sino a fine dicembre.

Tipologie di vaccino disponibili

Tutti i vaccini antinfluenzali disponibili in Italia sono stati autorizzati dall’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) e/o dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Diverse sono le vaccinazioni disponibili: 

Vaccini iniettabili inattivati

Rappresentano la forma più comune di vaccinazione antinfluenzale in età pediatrica. Contengono virus inattivati, cioè uccisi, che non possono causare l’influenza, ma stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi. 

  • 2 dosi tra i 6 mesi e i 9 anni di età, i bambini vaccinati per la prima volta devono ricevere ripetute a distanza di almeno 4 settimane; 
  • 1 sola dose a chi è stato già vaccinato in precedenza. 
  • 1 sola dose nelle età successive. 

La somministrazione avviene per via intramuscolare, a livello del muscolo deltoide a partire dai 2 anni di età, in corrispondenza della faccia antero-laterale della coscia sotto i 2 anni. 

Vaccino spray nasale

Rappresenta un’alternativa al vaccino iniettabile nelle fasce d’età dai 2 anni sino ai 18 anni. Contiene virus influenzali vivi attenuati, cioè indeboliti in modo da non poter causare la malattia influenzale nella persona vaccinata. Viene somministrato direttamente nella mucosa nasale tramite uno spray nasale (uno spruzzo per narice, da ripetersi a distanza di 4 settimane). Questo tipo di vaccino è controindicato nei soggetti con deficit immunitari, in quanto il virus in questo caso non è ucciso, ma vivo (anche se attenuato) e nei casi di gravidanza. Per la stessa ragione chi viene vaccinato deve evitare per 2 settimane contatti con soggetti con deficit immunitari.

 

Controindicazioni generali

Controindicazioni generali alla vaccinazione antiinfluenzale sono: 

  • età < 6 mesi (mancanza di studi clinici controllati);
  • soggetti che hanno avuto una reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino o dopo somministrazione di una precedente dose;
  • anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barré insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale;
  • malattia acuta medio-grave, con o senza febbre. Questa controindicazione è temporanea; ci si può vaccinare una volta guariti.

È utile ribadire che ci si può vaccinare in caso di: 

  • allattamento;
  • malattie acute lievi; 
  • allergia alle proteine dell’uovo con manifestazioni non anafilattiche; 
  • infezione da HIV (usando vaccini inattivati) e altre immunodeficienze acquisite o congenite (usando vaccini inattivati). 

Il vaccino antinfluenzale, inoltre, può essere somministrato insieme ad altri vaccini, in sedi corporee e con siringhe diverse, perché non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati.

 

Effetti collaterali

I più comuni effetti collaterali della vaccinazione si dividono in:

  • effetti locali, come dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione;
  • effetti sistemici, ovvero malessere generale, febbre, mialgie, con esordio a 6-12 ore dalla somministrazione e durata di 1-2 giorni. 

I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di essi, quindi non possono essere responsabili di influenza. Esiste la possibilità, invece, soprattutto nella stagione fredda, di poter contrarre altre infezioni clinicamente simili.