
Cos’è l’influenza suina e come si distingue dall’influenza stagionale
PUBBLICATO IL 22 OTTOBRE 2025
Con l’arrivo dell’autunno tornano i primi raffreddori, febbri e malanni di stagione e, puntuale come ogni anno, l’influenza. Oltre alla classica influenza stagionale, tuttavia, spesso si sente parlare di “influenza suina”, termine che suscita curiosità e spesso anche qualche timore. Non sempre è chiaro, infatti, in cosa consista, se si tratta di un rischio concreto e, soprattutto, come si distingua dalla comune influenza che circola ogni autunno-inverno.
Ne parliamo meglio con il Dr. Giorgio Massarotti, specialista in Immunologia Clinica della Casa di Cura La Madonnina.
Cos’è l’influenza suina
“L’influenza suina è una zoonosi, cioè un’infezione causata da alcuni ceppi del virus influenzale di tipo A, in grado di infettare, a seconda delle varianti, più specie: volatili, suini, altre specie animali, uomo etc.
Il ceppo più comune fra questi è la variante A/H1N1, responsabile della pandemia del 2009 che ha colpito la popolazione mondiale” - spiega il dottore.
La definizione di “suina” deriva dal fatto che i maiali sono spesso ospiti naturali di questi virus influenzali e possono essere infettati contemporaneamente da ceppi provenienti da specie animali diverse.
Questa situazione può dare luogo a combinazioni geniche diverse (riassortimento genetico) che danno origine a varianti di nuovi virus capaci di infettare raramente anche l’uomo. Nel caso del virus A/H1N1, ad esempio, alcuni dei suoi geni sono stati individuati anche nei virus infettanti i suini.
Tuttavia, in considerazione della rarità della trasmissione da maiale a uomo, per la variante suina si intende spesso il ceppo individuato nel 2009, ma attualmente facente parte dei virus influenzali che circolano stagionalmente nella popolazione.
Le differenze tra influenza suina e influenza stagionale
In generale, le differenze principali fra le due varianti riguardano origine, trasmissione e gravità dell’infezione.
Andiamo ad analizzare singolarmente questi aspetti.
Origine
I virus dell’influenza suina circolano principalmente negli allevamenti di maiali e solo molto raramente infettano l’uomo.
I virus dell’influenza stagionale sono già adattati all’uomo e circolano regolarmente nella popolazione, causando epidemie stagionali.
Quando un virus dell’influenza suina riesce a fare il salto di specie e si adatta alla trasmissione tra persone, può diventare stagionale, come è avvenuto con il ceppo A/H1N1pdm09 del 2009.
Trasmissione
L’influenza suina può passare all’uomo per via aerea, tramite “droplet” respiratori, starnuti, saliva e contatto con superfici/oggetti contaminati (ad esempio attrezzature agricole), soprattutto se ci si tocca naso, bocca o occhi senza essersi lavati le mani. I casi, ad ogni modo, restano rari.
L’influenza stagionale si trasmette allo stesso modo, ma in maniera comune durante la stagione autunnale e invernale.
L’influenza suina si può contrarre mangiando carne di maiale?
L’influenza suina non si contrae per via alimentare, mangiando carne di maiale o prodotti a base di questa. Per moltiplicarsi, i virus influenzali hanno bisogno delle vie respiratorie, non del tratto gastrointestinale. Si ricorda che la maniera opportuna e sicura di consumare la carne, che permette di uccidere i vari patogeni come salmonella, listeria etc., è quella di cuocerla a temperatura di 70-80 ° gradi.
Gravità dell’infezione
I virus dell’influenza suina che riescono a infettare l’uomo possono essere più aggressivi, perché il sistema immunitario non è pronto a contrastarli, aumentando il rischio di complicanze gravi.
I virus dell’influenza stagionale sono generalmente meno pericolosi per la maggior parte delle persone, ma possono causare complicanze significative in categorie fragili come anziani, bambini, donne in gravidanza e soggetti con malattie croniche.
Quali sono i sintomi dell’influenza suina
I sintomi dell'influenza suina sono simili a quelli dell'influenza stagionale.
Infatti, entrambe le infezioni possono causare:
- febbre,
- tosse,
- mal di gola,
- dolori muscolari,
- astenia (affaticamento),
- cefalea,
- nausea,
- vomito,
- diarrea.
Quale vaccinazione fare per l’influenza suina
“La vaccinazione antinfluenzale nell’uomo è costituita da vaccini stagionali aggiornati ogni anno, a seconda dei ceppi virali influenzali più frequenti circolanti, incluso il ceppo H1N1pdm09, individuato nell’influenza suina del 2009 e ormai presente nelle epidemie influenzali stagionali” - conclude il Dr. Massarotti.
Questi vaccini stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi, in modo da prevenire forme gravi di malattia in caso di esposizione a questi virus e sono indicati nella prevenzione generale.
Per quanto riguarda, invece, le altre forme di influenza suina (ad esempio H1N2 o H3N2v), non esistono vaccini disponibili di routine per la popolazione. Sono in corso ricerche per la produzione di vaccini contro queste varianti. Diverso è il caso dei suini, per i quali sono disponibili vaccini veterinari polivalenti contro vari sottotipi, con l’obiettivo di ridurre la diffusione del virus negli allevamenti e prevenire il rischio di trasmissione all’uomo.