
Fibrillazione atriale: l’ablazione con elettroporazione per trattarla
PUBBLICATO IL 30 APRILE 2025
È l’aritmia più frequente, ma può essere anche molto pericolosa se non inquadrata e gestita correttamente. Stiamo parlando della fibrillazione atriale, la più frequente irregolarità del battito cardiaco che colpisce circa l’1-2% della popolazione (soprattutto anziani fragili, ma anche qualche giovane).
Nel nostro Paese, per esempio, circa 500.000 pazienti ne sono affetti e 60.000 sono i nuovi casi registrati ogni anno. Si tratta, quindi, di una patologia seria che non solo impatta sulla qualità della vita, ma espone coloro che ne soffrono a un più elevato rischio di ictus.
Ne parliamo insieme al dott. Amarild Cuko, Responsabile del Servizio di Elettrofisiologia ed Aritmologia degli Istituti Ospedalieri Bresciani (Istituto Clinico S. Anna e Istituto Clinico San Rocco).
Cosa causa la fibrillazione atriale
Questa aritmia determina, attraverso dei circuiti elettrici anomali, una contrazione caotica e irregolare di una parte del cuore, l’atrio. Da ciò ne consegue un ristagno di sangue in questa specifica camera portando alla formazione di coaguli che, immessi nella circolazione sanguigna, possono determinare la chiusura di alcune importanti arterie.
Le terapie disponibili per la fibrillazione atriale
A oggi esistono alcune opzioni farmacologiche che riducono la frequenza degli attacchi di fibrillazione.
Col passare degli anni, complice soprattutto lo sviluppo della tecnologia, non mancano ulteriori armi e strategie di prevenzione adeguate non solo per ridurre la fibrillazione atriale, ma anche, in alcuni casi, per risolverla completamente ricorrendo all’ablazione, una tecnica chirurgica mininvasiva.
Cos’è l’ablazione e come funziona
È un intervento grazie al quale si riesce ad aver accesso al cuore e si interviene per interrompere i circuiti elettrici anomali. Le ablazioni possono essere:
- di tipo termico (caldo=radiofrequenza, freddo=crioablazione), il cui fine è bloccare i circuiti elettrici anomali in maniera non selettiva;
- con elettroporazione di tipo ‘cardio-specifico’ indirizzata unicamente ai circuiti elettrici anomali.
In cosa consiste l’elettroporazione
L’impiego di questa energia diversa (nota anche col termine Pulse Field Ablation) e indicata solo per un certo tipo di pazienti (con diagnosi di fibrillazione atriale e flutter atriale, ma in assenza di cardiopatia strutturale) consente mediante un campo elettrico di creare una elettroporazione irreversibile.
Questo tipo di ablazione colpisce in maniera selettiva solo alcune cellule del tessuto miocardico, praticamente solo quelle che si vuole rendere inerti. In questo modo il ritmo torna regolare scongiurando nuovi attacchi.
Il trattamento con elettroporazione all’Istituto Clinico S. Anna e San Rocco
L’Istituto Clinico S. Anna e l’Istituto Clinico San Rocco si confermano in prima linea contro la fibrillazione atriale.
Presso gli Istituti Ospedalieri Bresciani, infatti, oltre ai servizi già disponibili, è entrata in funzione di recente una sofisticata apparecchiatura tecnologica per l’elettroporazione o Pulse Field Ablation (PFA).
“Attraverso i pattern di impulsi elettrici prodotti da questa nuova strumentazione - spiega il dott. Amarild Cuko - è possibile colpire selettivamente il tessuto miocardico.
Si tratta di un procedimento riservato a casi clinici specifici, non doloroso in quanto viene eseguito in sedazione profonda. Ogni sessione di ablazione è costituita da 2 applicazioni di energia a campo pulsato, intervallate da 4 secondi di pausa”, conclude lo specialista.