Come leggere i valori della calprotectina fecale
PUBBLICATO IL 21 OTTOBRE 2024
Tra gli esami più significativi per individuare la presenza di una malattia infiammatoria intestinale, vi è la calprotectina fecale. Morbo di Chron, rettocolite ulcerosa e altre malattie dell’intestino possono essere diagnosticate anche grazie all’alterazione di questo valore nelle feci.
Approfondiamo l’argomento con il dott. Roberto Picheo, chirurgo generale proctologo, e il dott. Fabrizio Gambarini, chirurgo generale, entrambi dell’Unità Operativa di Proctologia e Chirurgia del Pavimento Pelvico dell’Istituto di Cura Città di Pavia.
Cos’è la calprotectina
La calprotectina (CLP) appartiene al gruppo delle proteine S100, coinvolte nell’attivazione e modulazione dei processi infiammatori e dotate di attività antimicrobica. Si trova nella maggior parte dei tessuti umani, soprattutto all’interno dei granulociti neutrofili, monociti e macrofagi (cellule dell’infiammazione) e può essere misurata in campioni di siero e di feci.
Il dosaggio della calprotectina fecale
“Il dosaggio della calprotectina nei soggetti sani è al di sotto di 1 Ng/ml, valore che può aumentare anche di 100 volte durante un processo infiammatorio - spiegano il dott. Picheo e il dott. Gambarini -.
La CLP da sola non riesce a fornirci informazioni riguardo la sede dell’infiammazione; sarà pertanto necessario proseguire nell’iter diagnostico con altro tipo di approfondimenti. È però un dato molto utile perché il dosaggio della calprotectina nelle feci correla con elevata sensibilità e specificità alle:
- patologie di tipo infiammatorio cronico (Crohn, RCU);
- infezioni di origine batterica;
- tumori dell’apparato digerente”.
A cosa serve la calprotectina fecale
Il dosaggio della calprotectina fecale è un marker dell’infiammazione a carico dell’apparato gastrointestinale. “Durante un processo infiammatorio vengono reclutate le cellule dell’infiammazione, per la maggior parte granulociti neutrofili, che migrano dal circolo sanguigno nel lume intestinale attraverso la mucosa infiammata, rilasciando la calprotectina”, continuano il dott. Picheo e il dott. Gambarini.
In soggetti sintomatici, permette di distinguere tra:
- le patologie infiammatorie croniche (Crohn e RCU), con incremento significativo dei valori della calprotectina nelle feci;
- le alterazioni di tipo funzionale (colon irritabile) con valori di calprotectina nella norma.
“Per la diagnosi di malattie infiammatorie croniche, valori elevati di CLP hanno un significato predittivo migliore rispetto ai classici markers dell’infiammazione (VES e PCR)” sottolineano gli specialisti.
La calprotectina fecale permette di:
- determinare la presenza di uno stato infiammatorio intestinale cronico;
- distinguere tra patologia intestinale (infiammatoria, infettiva, neoplastica) e sindromi di tipo funzionale (colon irritabile);
- monitorare l’evoluzione e la risposta alla terapia di una patologia intestinale cronica nota.
Quando viene prescritto l’esame
L’esame della calprotectina fecale viene prescritta in presenza dei seguenti sintomi:
- sangue nelle feci e/o sintomi di allarme (anemia, calo ponderale, alterazioni delle abitudini intestinali);
- diarrea cronica con o senza febbre;
- dolore addominale associato ad alterazioni delle abitudini intestinali.
Si associa generalmente ad altri analisi delle feci quali:
- coprocoltura (nel sospetto di una infezione intestinale);
- dosaggio dei globuli bianchi nelle feci (nel sospetto di infiammazione cronica);
- ricerca del sangue occulto fecale (nel sospetto di neoplasie del colon).
“In soggetti sintomatici e con dosaggio elevato di CLP - spiega lo specialista - è indicata l’esecuzione in tempi brevi della colonscopia. In pazienti con malattia infiammatoria cronica nota, il dosaggio ripetuto della calprotectina è utile per determinare l’evoluzione e la risposta alla terapia specifica”.
Come avviene l’esame
Il dosaggio della calprotectina fecale si esegue su un piccolo campione di feci raccolto in apposito contenitore. Non è richiesto digiuno, ma in alcuni casi potrebbe essere necessario sospendere l’assunzione di farmaci antinfiammatori.
Valori di riferimento della calprotectina fecale
I range di riferimento della calprotectina fecale sono:
- negativo: inferiore 50 ug/gr;
- debolmente positivo: 50-120 ug/gr;
- positivo: superiore a 120 ug/gr.
Calprotectina fecale alta: cosa significa
Valori elevati di CLP nelle feci si associano a:
- malattie infiammatorie croniche intestinali (Crohn, RCU);
- infezioni batteriche intestinali;
- neoplasie del colon.
“Valori normali/bassi di CLP non rivestono particolare significato, se non quello di escludere uno stato infiammatorio dell’apparato gastrointestinale - specificano i dottori -. Inoltre, nei soggetti che soffrono di disturbi intestinali funzionali, come colon irritabile e stipsi cronica, è bene sapere che non si evidenzia un incremento significativo dei valori”.