Relazione tossica e dipendenza affettiva: cosa sono e qual è il loro legame
PUBBLICATO IL 13 OTTOBRE 2023
Le relazioni tossiche il più delle volte celano delle vere e proprie dipendenze affettive e si basano su rapporti disfunzionali che ci tengono legati per troppo tempo a persone sbagliate. Sono legami che anziché donare benessere, generano insoddisfazione, ansia e prosciugano le nostre energie. Una reale presa di coscienza della situazione in cui ci si trova è il primo passo per spezzare questo legame e tornare a vivere serenamente. Rompere la dipendenza è possibile, ma a volte serve un aiuto.
Affrontiamo la problematica con la Prof.ssa Serena Borroni, psicologa presso l’Istituto di Cura Città di Pavia, dell’équipe del Prof. Andrea Fossati, Professore Ordinario e Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Cosa sono le relazioni tossiche
La nostra vita è fatta di relazioni: non bastiamo a noi stessi e lo scambio di emozioni, la costruzione di legami e provare sentimenti sono il motore di un’esistenza sana e felice. Le relazioni che instauriamo sono diverse le une dalle altre, hanno caratteristiche differenti in base al momento della vita in cui nascono, alle condizioni che le generano, al contesto in cui attecchiscono e vengono coltivate. Il nostro modo di essere e di porci con gli altri dipende in gran parte dalla nostra esperienza, dal nostro passato che può condizionare la nostra vita e talvolta facilitare l’instaurarsi di dinamiche relazionali non propriamente virtuose.
Può succedere di trovarsi all’interno di un rapporto amicale o il più delle volte amoroso che pare essere perfetto all’inizio, ma solo in apparenza. Per un occhio attento ed esterno, è facile riconoscere in queste relazioni, quasi da subito, i tratti di una asimmetria, di uno sbilanciamento di ruoli e poteri.
“Si parla di relazioni tossiche – spiega la specialista – quando la relazione è caratterizzata da:
- mancanza di sostegno reciproco;
- costante conflitto;
- tendenza al dominio dell’altro;
- competizione;
- mancanza di rispetto e di coesione.
Come detto, 2 sembrano essere le caratteristiche principali:
- gli squilibri di potere;
- il passaggio da un trattamento ‘buono’ a uno ‘cattivo’.
In particolare, le relazioni tossiche tendono a persistere in virtù di uno squilibrio di forza. La persona che fa del male all'altro/a deve avere un qualche potere nella relazione o possedere qualcosa che, talvolta, la persona vittimizzata può desiderare. Può trattarsi di denaro, di un lavoro, ma anche di amore o di accudimento.
In alcune relazioni tossiche, questa situazione si verifica in entrambe le direzioni: ogni persona ha più potere in almeno un ambito della relazione. Ad esempio, un uomo potrebbe rimanere con la moglie perché non ha altre fonti di sostegno emotivo, anche se lei è emotivamente violenta. Allo stesso tempo, la moglie potrebbe rimanere con il marito, anche se è fisicamente violento, perché altrimenti non avrebbe alcun sostegno economico.
Inoltre, non tutti gli aspetti della relazione sono esclusivamente negativi: la persona con cui ci si relaziona, che si tratti di un amico, di un familiare o di un genitore, non è solo fisicamente, sessualmente o emotivamente violenta o trascurante; a volte è anche premurosa, attenta e generosa. Ciò provoca quello che è stato definito nella letteratura scientifica ‘legame traumatico’.
Le persone che vivono relazioni tossiche possono essere traumatizzate dalle esperienze vissute nella relazione, ma sono anche emotivamente legate l'una all'altra proprio dalle esperienze traumatiche stesse e ciò può rendere difficile lasciare o cambiare queste relazioni. Se si prendono in considerazione gli stili relazionali più diffusi nelle relazioni tossiche, si può notare che le persone passano da un estremo all'altro. Nelle relazioni tossiche, le persone passano:
- dal sentimento di amore al sentimento di odio;
- dall'assumersi tutte le colpe all'addossarle a qualcun altro;
- dall'esagerare le cose al minimizzare le preoccupazioni.
Come si può immaginare, l'esperienza di una relazione di questo tipo è estenuante e confusiva, sia per le persone che vi assistono sia per quelle che ne fanno parte” conclude la professoressa.
La dipendenza affettiva
“Le relazioni tossiche sottendono sempre una dipendenza affettiva - precisa la dottoressa –, perché in questo tipo di relazione, uno o entrambi i partner mettono in atto comportamenti abusivi, controllanti, violenti o manipolativi.
La relazione è fonte di dolore per almeno uno dei 2 partner, che tuttavia non si sente in grado di porre fine alla relazione o di accettare che uno dei 2 scelga di separarsi.
In caso di separazione/divorzio o di rifiuto, la persona può:
- sentirsi estremamente ansiosa e stressata;
- cercare di prevenire con tutte le proprie forze il verificarsi di questo scenario.
Può anche sentirsi disperata e arrabbiata e cercare di far fronte all'angoscia che ne consegue, rimuginando continuamente su possibili soluzioni per riavvicinarsi al partner (anche se violento), costringendosi a sottomettersi o anche aggrappandosi a una nuova relazione disfunzionale”.
D’altra parte, la letteratura scientifica mette in evidenza sempre di più come la dipendenza emotiva rappresenti un precursore primario della violenza all'interno delle relazioni. Sembrerebbe, infatti, che i partner fisicamente violenti mostrino livelli estremamente elevati di dipendenza emotiva rispetto ai partner non violenti in relazioni sia felici che infelici, avendo maggiori probabilità di ricorrere alla violenza. I partner fisicamente violenti hanno, infine, una minore autostima e una maggiore paura dell'abbandono e tendono a concentrarsi solo sulla relazione, escludendo molti altri contatti sociali.