Come riconoscere un uomo violento

PUBBLICATO IL 13 DICEMBRE 2023

Lo scorso 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e gli organi di stampa, in modo sempre più crescente, ci informano di episodi di violenza perpetrati nei confronti di queste creature meravigliose. Sono donne normali: sono nostre amiche, compagne di classe, vicine di case, conoscenti, figlie. 

Come aiutare queste donne? Esistono dei tratti piuttosto distintivi dell’uomo potenzialmente pericoloso che devono destare la nostra attenzione. Ne parliamo con la professoressa Serena Borroni, psicologa all’Istituto di Cura Città di Pavia e associata di Psicologia Clinica della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

 

La violenza da partner intimo

‘Pensavo fosse Amore…’ invece era una relazione caratterizzata da vessazioni e soprusi. 

“Troppo spesso alcuni segnali indicativi della presenza di una relazione disfunzionale, che purtroppo possono portare anche ad esiti tragici, vengono sottovalutati – spiega la prof.ssa Borroni -. La tendenza a minimizzare e giustificare alcuni segnali d’allarme può essere legata ad una caratteristica di queste relazioni. 

Si tratta molto spesso di relazioni caratterizzate da ambivalenza: il partner non è sempre violento, manipolatorio e umiliante; in certe occasioni può apparire amorevole e accudente, creando nella vittima confusione e una significativa difficoltà nell’attribuzione di senso all’esperienza che sta vivendo”.

Nella letteratura scientifica, per indicare queste relazioni, si parla di violenza da partner intimo. Tale espressione fa riferimento ad un modello di comportamento aggressivo e coercitivo che può includere (solo per fare degli esempi): 

  • lesioni fisiche; 
  • abuso psicologico; 
  • violenza sessuale; 
  • isolamento progressivo della vittima; 
  • comportamenti di stalking; 
  • privazione; 
  • intimidazione. 

“Questi comportamenti - sottolinea la specialista - vengono perpetrati da qualcuno che è coinvolto in una relazione intima o di coppia e sono finalizzati a stabilire il controllo del partner. Chi subisce violenza da partner intimo (in genere donne) può presentare gravi conseguenze per tutta la vita, tra cui traumi emotivi, danni fisici duraturi, problemi di salute cronici e persino la morte”.

Purtroppo sono l’indifferenza e il silenzio i veri protagonisti di queste storie di violenza. Spesso la scena del crimine si consuma all’interno delle pareti domestiche, in un luogo intimo, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Ogni 3 giorni in Italia una donna viene uccisa dal proprio compagno, fidanzato o familiare. Le vittime spesso non trovano scampo e si lasciano divorare dal senso di colpa e dall’impotenza che caratterizzano la loro esistenza.

Non hanno gli strumenti per uscire da situazioni scomode e talvolta davvero pericolose, in cui sono finite per amore. Ma sappiamo che a volte l’Amore è un sentimento che viene confuso: l’amore non è possesso, non è ossessione, non è mancanza di libertà, non è controllo, non è violenza, non è svalutazione

È sentirsi sicuri, sereni, valorizzati e capiti. L’amore è ascolto, tenerezza e rispetto. La condivisione e la parità di ruoli sono alla base di una relazione amorosa sana e stabile. 

Al contrario, le relazioni con un partner violento si caratterizzano per l’eccessiva gelosia e la volontà di controllo che si manifestano con comportamenti quali il monitoraggio del telefono, l’obbligo di vestirsi o non vestirsi in un certo modo o di non frequentare alcune persone. Inoltre, queste relazioni possono essere caratterizzate da litigi e conflitti frequenti unitamente a costante criticismo e svalutazione della partner.

 

I tratti distintivi del partner aggressivo e violento 

Prima di incoraggiare a cercare aiuto e rompere il silenzio, la donna, che sul proprio cammino incrocia un uomo potenzialmente pericoloso, deve innanzitutto riconoscerlo. 

I compagni violenti mettono in pratica nei confronti della vittima una vera e propria strategia di isolamento dal loro contesto familiare e amicale. Così facendo la donna non ha modo di confrontarsi e sfogarsi con terzi e la sua visione di amore si distorce a tal punto da non riconoscere chiaramente i segnali che dall’esterno sono spesso evidenti. 

“Le caratteristiche personologiche dei partner violenti – spiega la prof.ssa Borroni - hanno a che fare con caratteristiche ‘antagonistiche’ di personalità. In particolare, presentano: 

  • spiccato egocentrismo e senso di dominio sull’altro; 
  • tendenza alla manipolazione e alla dissimulazione delle loro reali intenzioni; 
  • mancanza di empatia; 
  • mancanza di preoccupazione per i sentimenti, i problemi e i desideri altrui; 
  • mancanza di senso di colpa o rimorso per gli effetti dannosi dei propri comportamenti sugli altri.  

Tendono inoltre a sentirsi in diritto di prevaricare e vessare la partner che spesso viene considerata un oggetto e una proprietà. Quest’ultimo aspetto spiega la difficoltà a tollerare un rifiuto o la decisione da parte della partner di porre fine alla relazione: la donna non può permettersi di decidere di chiudere la relazione proprio, perché è considerata una proprietà e, di conseguenza, non può permettersi di esprimere propri pensieri e bisogni”.

 

Le fragilità della vittima 

Il più delle volte alla base di questi rapporti malati e tossici vi è un legame forte che fatica a sciogliersi. La donna e il suo carnefice alimentano una relazione sempre più intricata dalla quale è difficile uscirne.

La tendenza a minimizzare i conflitti e gli abusi che caratterizzano la relazione rende più difficoltoso percepire la relazione come pericolosa e problematica. “In questo senso - spiega la professoressa - le vittime continuino a valutare gli aspetti positivi della relazione e non percepiscono l’elevato rischio che stanno correndo, riducendo così i tentativi attivi di cambiare la propria situazione. 

Spesso, inoltre, queste credenze si accompagnano alla convinzione di non poter fare affidamento sugli altri e che anche le altre persone in un modo o nell’altro si comporteranno allo stesso modo nei loro confronti.”

Le caratteristiche della ‘vittima’

La letteratura scientifica suggerisce come non siano identificabili delle caratteristiche personologiche in grado di farci prevedere se una persona possa diventare vittima di un partner intimo, ma sono individuabili dei tratti di personalità che rendono la vittima più incline a rimanere in una relazione abusiva

“Le donne che hanno subito una qualche forma di violenza da parte del partner - continua la specialista - sembrano presentare caratteristiche quali: 

Sono tutti aspetti che rendono difficile la chiusura della relazione.

 

Come uscirne

“Come già detto – sottolinea la prof.ssa Borroni - la paura e il senso di solitudine rappresentano elementi importanti da considerare in un percorso terapeutico al fine di attivare le risorse necessarie per potersi allontanare dalla relazione. 

È importante anche favorire nelle vittime l’acquisizione di consapevolezza sull’esistenza di varie fonti di supporto e sul ruolo che queste hanno nell'offrire la possibilità di lasciare o interrompere la relazione violenta”.

A livello sociale e politico, è necessario adottare misure idonee per migliorare il supporto e l'assistenza alle vittime di violenza. 

“Un aspetto a cui prestare particolare attenzione – spiega la professoressa - riguarda la dipendenza finanziaria dal partner come ragione principale per rimanere nella relazione violenta. È stato infatti dimostrato nella letteratura che le donne economicamente indipendenti tendono maggiormente a chiedere aiuto alla famiglia d’origine, agli amici e alle autorità, rispetto alle donne disoccupate e dipendenti dal partner.

Infine, sarebbe necessario un intervento a livello culturale e sociale che porti a modificare la percezione che si ha delle vittime. Troppo spesso le vittime vengono ancora incolpate per la violenza subita: l’espressione ‘se l’è cercata…’ purtroppo risuona ancora molto non solo in una parte dell’opinione pubblica” conclude la professoressa.

Cura e Prevenzione