Dispepsia o cattiva digestione: come avviene e come si può curare

PUBBLICATO IL 16 OTTOBRE 2023

Il termine dispepsia, che deriva dal greco dyspepsia, significa letteralmente “cattiva digestione”, anche se, sotto il grande cappello di questa definizione, si collocano una serie di sintomi che comprendono senso di fastidio, digestioni lunghe e laboriose, ma anche tensione e gonfiore addominale o dolore nell'epigastrio, cioè la parte superiore dell'addome. Non essendoci parametri specifici in grado di distinguere i soggetti sani da coloro che soffrono di questi disturbi, si catalogano i diversi casi di dispepsia in base ai sintomi. 

Ma come riconoscere i sintomi che lasciano presagire problematiche più gravi rispetto ad altre? Quanto è importante la diagnosi, ma, soprattutto, il trattamento? Ce ne parla il dottor Franco Caravati, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale all’Istituto Clinico Villa Aprica.

 

Cause e sintomi della dispepsia

Le cause della dispepsia possono essere di 2 tipi:

  • cause organiche, più rare;
  • cause funzionali, più frequenti.

“Le cause organiche sono rappresentate dalle patologie vere e proprie come, ad esempio, il tumore dello stomaco o i calcoli alla colecisti - spiega il dr. Franco Caravati -. 

Il tumore allo stomaco può manifestarsi con sintomatologia vaga data da: 

  • lunghe e laboriose digestioni; 
  • senso di dolore all’epigastrio (detta comunemente ‘bocca dello stomaco’); 
  • perdita di peso; 
  • feci scure; 
  • anemizzazione. 

I calcoli della colecisti, invece, anziché dare la cosiddetta colica biliare possono manifestare una sintomatologia più sfumata che si presenta con digestione difficile

Ulteriori cause organiche che possono manifestarsi con dispepsia possono essere: 

In realtà nei pazienti che presentano dispepsia tutte queste cause sono una minoranza. 

Le più frequenti sono senza dubbio le cause funzionali. In questi casi, ci si riferisce soprattutto a manifestazioni legate a disagi della sfera emotiva come ansia, preoccupazioni e stress, che provocano un’alterazione della motilità intestinale. Non è raro che la cattiva digestione possa essere influenzata da fattori psicosomatici: alcune persone somatizzano situazioni di stress con una sintomatologia che coinvolge l’apparato gastro-intestinale dove, sicuramente, rientra il fenomeno della dispepsia”.

 

La diagnosi di dispepsia

“A seconda dell’anamnesi e delle caratteristiche della sintomatologia riferite dal paziente, il medico si orienterà verso un quadro organico, con l’esecuzione di: 

  • un’eventuale gastroscopia per escludere la presenza di lesioni allo stomaco; 
  • un breath test o esame delle feci per la ricerca di Helicobacter pylori
  • un’ecografia per escludere possibili calcoli alla colecisti.

Se ci si orienta, invece, verso una dispepsia funzionale, che non ha quindi una causa organica  - continua -, non esistono esami specifici per diagnosticarla, ma sarà solo l’esame obiettivo con un’anamnesi accurata a orientare lo specialista verso una determinata tipologia di causa”.

 

Il trattamento della dispepsia

Anche la terapia varierà a seconda della causa di dispepsia: “Nella dispepsia organica, l’opzione è chirurgica (es. asportazione della colecisti in caso di calcoli oppure trattamento di rimozione in caso di tumore) o, se la causa è un’infezione da Helicobacter, si procederà con la terapia farmacologica di antibiotici e inibitori di pompa protonica per la completa eradicazione dell’infezione - conclude Caravati -.

Se la dispepsia è funzionale, la terapia è più variegata: si possono assumere inibitori di pompa, cioè farmaci che diminuiscono l’acidità gastrica, anche in associazione con procinetici, ovvero farmaci che favoriscono lo svuotamento dello stomaco o lo svuotamento dell’intestino. 

Al contrario, si possono utilizzare antispastici, ovvero farmaci che diminuiscono la motilità dell’intestino e quindi evitano il dolore addominale, oppure procinetici e antispastici associati a sostanze con un'azione rilassante, ansiolitica. Si può anche ricorrere al carbone vegetale, sostanza inerte che assorbe l’aria in eccesso dell’intestino, che va a diminuire quella sensazione di tensione e gonfiore addominale”.

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