Che ansia! Attacco di panico: cos’è e come si cura all’Istituto di Cura Città di Pavia

PUBBLICATO IL 25 OTTOBRE 2023

Descritto da chi ne soffre come una sensazione di forte malessere, di perdita di lucidità e di percezione distorta del momento che si sta vivendo, l’attacco di panico è un’esperienza davvero invalidante. È un disagio, caratterizzato da sintomi psicosomatici che destabilizzano chi ne soffre e talvolta ne modificano lo stile di vita. 

Affrontiamo l’argomento con la dott.ssa Giulia Gialdi, psicologa presso l’Istituto di Cura Città di Pavia, dell’équipe del Prof. Andrea Fossati, Professore Ordinario e Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. 

 

In cosa consiste l’attacco di panico 

L’ansia è un’emozione come tante altre ed è una risposta normale allo stress che tutti sperimentiamo in diverse situazioni della nostra vita. Se però non viene gestita correttamente, diventa eccessiva, costante e incontrollabile. Può innescare meccanismi psicologici viziosi e può portare a una serie di disturbi, come per esempio gli attacchi di panico

Capita spesso di dire o di sentir dire ‘sto per avere un attacco di panico’ in situazioni in cui siamo particolarmente agitati, in ansia o sta succedendo qualcosa che non avevamo previsto. 

“La differenza tra ansia e attacco di panico però – spiega la dottoressa - la troviamo nell’esperienza che hanno fatto quelle persone che hanno provato almeno un attacco di panico nella loro vita, descrivendolo come un’esperienza terrificante e angosciante”. 

Pensiamoci come una pentola a pressione, come un contenitore pieno di pensieri, a volte ingarbugliati e incalzanti che non riescono a essere incanalati, decompressi verso il naturale corso, ma che al contrario, si amplificano e si manifestano in tutta la loro potenza in un attacco di panico. 

“Di solito i sintomi dell’attacco di panico – continua la specialista - raggiungono l’apice in 10-15 minuti e svaniscono nell’arco di qualche minuto. I sintomi possono dividersi in 2 tipologie: 

  • sintomi fisici: sensazioni di soffocamento, difficoltà a respirare, tachicardia, vampate di calore, sudorazione, tremori e vertigini
  • sintomi psicologici: paura di morire, impazzire o perdere il controllo, confusione e distacco dalla realtà

Sebbene spiacevoli, gli attacchi di panico non sono pericolosi dal punto di vista medico. Possono manifestarsi in qualsiasi disturbo d'ansia, di solito in situazioni correlate alle caratteristiche centrali del disturbo. Per esempio, una persona con la fobia dei serpenti può esperire un attacco di panico alla vista di un serpente e, in questo caso, parliamo di attacchi di panico attesi

Vi sono poi attacchi di panico inaspettati, che si verificano spontaneamente, senza alcun innesco apparente. Sono frequenti nella popolazione, arrivando a colpire fino all’11% delle persone in un anno. La maggior parte di questi attacchi – precisa la specialista - si risolvono senza alcun bisogno di terapia, ma una minoranza di questi si sviluppa in un disturbo di panico”. 

 

Quando si può parlare di disturbo di panico 

Il disturbo di panico interessa dal 2% al 3% della popolazione in un periodo di 12 mesi. Di solito esordisce nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e ha un'incidenza 2 volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini.  

“Si parla di disturbo di panico - spiega la dottoressa -, quando la persona vive ripetutamente episodi di panico, per un periodo continuativo e ne teme la ricomparsa. Una caratteristica particolare del disturbo di panico è proprio una preoccupazione persistente: 

  • di avere ulteriori attacchi di panico; 
  • per le conseguenze degli stessi (per esempio, la paura di impazzire o di poter avere un attacco cardiaco). 

L’ansia anticipatoria che si innesca crea un circolo vizioso, un loop disfunzionale che va disinnescato. Questa ansia anticipatoria porta il soggetto a sviluppare una risposta comportamentale maladattiva, evitando

  • posti o situazioni che in precedenza hanno scatenato il panico; 
  • attività comuni, come l’esercizio fisico per cercare di prevenire ulteriori attacchi. 

La maggior parte delle persone che prova attacchi di panico focalizza l’attenzione sui sintomi fisici e per questo motivo tende a rivolgersi al pronto soccorso. Tuttavia, la sintomatologia fisica sparisce nel giro di qualche minuto ed è quindi necessario rivolgersi a un altro tipo di specialista”. 

 

Le terapie più efficaci utilizzate all’Istituto di Cura Città di Pavia 

La terapia psicologica più utilizzata, anche durante le sedute pscicoterapeutiche presso i nostri ambulatori dell’Istituto di Cura Città di Pavia, è quella cognitivo comportamentale, che è in grado di bloccare l’insorgenza degli attacchi e ridurre l’ansia anticipatoria. 

“Questa terapia – spiega la dott.ssa Gialdi - permette ai pazienti di: 

  • riconoscere e controllare i propri pensieri distorti e false convinzioni;
  • rendere adattivo il proprio comportamento, spiegando alle persone di non evitare le situazioni o i luoghi che creano questa sintomatologia; 
  • capire che le preoccupazioni sono infondate e imparare delle tecniche di respirazione lenta e controllata favorendo il rilassamento. 

Anche l’esposizione enterocettiva e in vivo può essere usata in caso di disturbi di panico. Con questa i pazienti vengono messi dinanzi alle loro paure (per esempio, la paura di svenire durante un attacco di panico) e alle sensazioni fisiche per apprendere tecniche e strategie al fine di gestire la sintomatologia, e diminuendo il comportamento evitante. 

Infine, un’altra tecnica molto utilizzata nell’ultimo periodo è la mindfulness, che permette alla persona di avere consapevolezza del momento presente. Questi, sono tutti approcci psicologici – conclude la dottoressa - che permettono al soggetto di non aver paura degli attacchi di panico, perché in futuro potranno essere superati”.

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