Perché viene la sindrome da rientro e come affrontarla

PUBBLICATO IL 20 SETTEMBRE 2024

Viene definito dalla letteratura scientifica come Post vacation o holiday blues, ovvero depressione da rientro. Non si tratta di un disturbo mentale riconosciuto dai sistemi diagnostici ufficiali, ma di una sindrome sempre più diffusa che interesserebbe almeno 6 milioni di italiani e, in forma lieve, 1 su 2. 

La sindrome da rientro si può manifestare con ansia, umore deflesso, malinconia, irritabilità, mal di testa, calo dell’attenzione, apatia, disturbi digestivi e difficoltà del sonno. Ne parliamo con la professoressa Serena Borroni, psicologa e psicoterapeuta dell’Istituto di Cura Città di Pavia.

 

Perché si può soffrire di stress da rientro

La vacanza ha una funzione importante in quanto permette di mettere tra parentesi, per alcuni giorni, le difficoltà, i problemi e lo stress della vita quotidiana. In vacanza è come se si fosse un po’ “sospesi”. Il rientro implica il ritorno ai problemi e ai ritmi della vita reale ed è proprio questo a rappresentare una fonte di stress. 

Anche la qualità delle vacanze trascorse può avere un effetto sul modo nel quale si affronta il rientro: più la vacanza è stata piacevole maggiore è il rischio di avvertire le conseguenze negative della fine di questo periodo, tornando alla routine quotidiana. 

“Il rientro comporta anche il passare, a volte rapidamente, da un periodo in cui la persona può decidere liberamente del proprio tempo alla vita quotidiana, che richiede organizzazione, puntualità e precisione. Proprio questo aspetto può rappresentare una fonte di stress – continua la professoressa -.

Inoltre, quando si rientra da un periodo di vacanze, magari anche piuttosto lungo, si va incontro a una mole di lavoro e di impegni notevole. Per questo motivo sarebbero consigliati, come avviene del resto in molti Paesi, periodi di vacanza più brevi – week end lunghi compresi – più volte all’anno piuttosto che il classico lungo stacco estivo dal lavoro”. 

 

Chi può colpire

La fatica da rientro può avere effetti più evidenti

  • sulle persone che già soffrono di un qualche disagio psicologico (per esempio, depressione, scarsa autostima, bassa tolleranza allo stress); 
  • sulle persone che vivono momenti di difficoltà sul lavoro o nelle relazioni interpersonali. 

La vacanza, infatti, rappresenta spesso una piacevole evasione, ma in alcuni casi viene sfruttata come evitamento o procrastinazione di problemi e responsabilità che si ripresentano con tutta la loro forza al termine della vacanza stessa. 

 

Come gestire la sindrome da rientro: i consigli dello specialista 

Il consiglio della specialista è di tornare alla normalità gradualmente, attraverso un periodo di adattamento: è utile un ritorno non repentino alla routine degli impegni lavorativi e di quelli familiari. 

È bene evitare di sovraccaricarsi subito con troppi compiti da svolgere. Meglio diluirli stilando un programma delle attività da svolgere giorno per giorno. Questo potrebbe essere un modo per evitare di accrescere lo stress e avere un senso di controllo degli impegni giornalieri.

Alcune strategie che possono essere adottate per alleviare i sintomi sono: 

  • tornare dalle vacanze 2 o 3 giorni prima che le ferie siano effettivamente finite: questo consentirà di rientrare nella routine in modo più rilassato e abbassare lo stress post ferie; 
  • mantenere gli hobby scoperti o ritrovati durante il periodo di ferie: se hanno fatto stare bene non c’è motivo, infatti, di abbandonarli; 
  • coltivare le relazioni: restare in contatto con le persone conosciute in vacanza e ritrovare quelle della vita quotidiana può essere un ottimo modo per superare lo stress da rientro; 
  • praticare un po’ di sport o tornare in palestra: questo consentirà di tenere attivo l’organismo diminuendo lo stress; 
  • curare l’alimentazione e il sonno tornando gradualmente agli orari abituali.  

Anche per i bambini è importante favorire un ritorno graduale alla vita quotidiana. “Per esempio - continua la prof.ssa Borroni - potrebbe essere utile: 

  • iniziare a far loro riprendere delle attività di routine prima che inizi la scuola; 
  • favorire un dialogo che permetta ai piccoli di esprimere le loro emozioni o preoccupazioni; 
  • far svolgere loro delle attività quotidiane creative”.

 

Quando è necessario ricorrere a uno specialista

In genere, i sintomi dello stress da rientro dovrebbero rientrare nel giro di un paio di settimane al massimo e senza bisogno di assumere farmaci. 

“Nel caso in cui i disturbi, a partire da ansia e umore deflesso, dovessero permanere - conclude la specialista - potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo in grado di diagnosticare le cause di questa ‘sintomatologia’, che possono andare oltre la classica sindrome da rientro”.

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