La riabilitazione del pavimento pelvico all’Istituto di Cura Città di Pavia

PUBBLICATO IL 21 LUGLIO 2023

La riabilitazione pelvi-perineale, meglio conosciuta come riabilitazione del pavimento pelvico, può essere definita come un insieme di tecniche fisioterapiche utili a trattare le malattie del pavimento pelvico. Approfondiamo l’argomento con il dott. Carmelo Geremia, specialista in malattie dell’apparato digerente, coordinatore del servizio di terapia riabilitativa del pavimento pelvico dell’Istituto di Cura Città di Pavia, dove è attivo il nuovo Ambulatorio di Riabilitazione del Pavimento Pelvico

 

Cos’è il pavimento Pelvico  

Il pavimento pelvico è costituito da un insieme di strutture anatomiche muscolo-tendinee, funzionalmente interconnesse, comprese tra lo stretto superiore della pelvi e il perineo, che chiudono inferiormente il bacino.

“Queste strutture muscolo-fasciali sono collegate con le ultime porzioni degli apparati urinario, genitale maschile e femminile, formando così la struttura chiamata perineo - spiega lo specialista -. Il perineo è una struttura dinamica importante per la statica viscerale; il suo compito è quello di opporsi a diverse sollecitazioni come quelle indotte dal peso corporeo, dalla tosse, da un banale starnuto, o a condizioni cliniche come la stitichezza cronica (che costringe a spinte eccessive), la gravidanza e il parto”.

 

I sintomi delle disfunzioni del pavimento pelvico

I disordini funzionali del pavimento pelvico possono causare al paziente vari disturbi:

  • sintomi ano-rettali: eccessivo sforzo alla defecazione per incapacità a coordinare le spinte defecatorie, mancata percezione dello stimolo evacuativo, perdita involontaria di gas e/o feci, sensazione di peso perineale, dolore anale e/o perineale;
  • sintomi urinari: urgenza a urinare, perdita involontaria d'urina, senso di peso alla vescica, difficoltà a svuotare completamente la vescica o urinare frequentemente;
  • sintomi genitali: dolore dopo il parto causato da lacerazioni o episiotomie, dolore durante i rapporti sessuali o alterazione della sensibilità, presenza di prolassi genitali.

 

Come si curano i problemi del pavimento pelvico all’Istituto di Cura Città di Pavia 

“La presenza di uno o più disordini descritti - specifica il dott. Geremia - indica la necessità di una visita con uno specialista in malattie del pavimento pelvico per una diagnosi accurata e per la cura di questi sintomi.”

Escluse le patologie organiche che necessitano un trattamento chirurgico, la fisio-riabilitazione del pavimento pelvico è la terapia di elezione per consentire al paziente di recuperare il suo benessere e migliorare la sua qualità di vita. Un ciclo di trattamento riabilitativo consta di 4-10 o più sedute della durata di circa 30 – 45 minuti, in relazione al problema da trattare ed alla risposta del paziente.

“Il trattamento riabilitativo - spiega il dott. Geremia - prevede una prima visita, nel corso della quale viene stilato il programma terapeutico. Nei nostri ambulatori dell’Istituto di Cura Città di Pavia opera personale specializzato e dedicato per questo tipo di terapie, con un importante bagaglio di esperienza che consente di porre in posizione centrale il paziente e non la sua malattia, accompagnandolo in ogni passo nel suo percorso di miglioramento. 

Il successo della terapia è subordinato alla collaborazione, motivazione ed impegno del paziente nell'eseguire i compiti ad esso assegnati, sia presso il nostro ambulatorio che a casa propria - sottolinea lo specialista -. Il programma di riabilitazione deve tener conto delle esigenze del paziente sia per quanto attiene alla patologia da trattare che ai bisogni di natura psico-emotiva, spesso celati – specifica il medico”.

 

Tecniche specifiche per la riabilitazione pelvi-perineale          

Esistono varie tecniche riabilitative il cui obiettivo è quello di favorire il recupero di forza, resistenza, tono e trofismo muscolare, riducendo o eliminando il dolore e inibendo l'attività vescicale nel caso di urgenza minzionale. 

“Il biofeedback, la chinesiterapia pelvi-perineale e l’elettrostimolazione sono particolarmente indicate in caso di incontinenza fecale o urinaria da sforzo, da urgenza, mista, sindrome della vescica iperattiva, dolore pelvico e nel post-partum”.

Biofeedback

Il biofeedback è una tecnica di riabilitazione attiva che ha lo scopo di educare la persona ad acquisire il controllo volontario della muscolatura pelvica, migliorando così la funzionalità dell’intestino e della vescica. 

La tecnica si avvale di una specifica strumentazione di ultima generazione, che attraverso un segnale visivo e acustico rende possibile una piena consapevolezza dei muscoli pelvici al fine di contrarli e rilasciarli grazie al controllo acquisito dalla paziente.

La chinesiterapia pelvi-perineale

La chinesiterapia pelvi-perineale occupa un ruolo chiave nell'ambito della terapia conservativa e consiste nella cosiddetta ‘ginnastica pelvica’: una serie di esercizi di contrazione e rilasciamento della muscolatura che hanno lo scopo di prevenire e trattare: 

  • alterazioni della statica pelvica;
  • incontinenza urinaria; 
  • incontinenza fecale; 
  • disfunzioni sessuali. 

Ciò permette il rafforzamento, rilassamento e stretching dei muscoli pelvici. L'obiettivo della chinesiterapia è quello di riconoscere, allenare e usare i muscoli del perineo secondo le reali capacità individuali del paziente. 

L’elettrostimolazione funzionale

L’elettrostimolazione funzionale è una tecnica passiva che stimola i muscoli del pavimento pelvico a contrarsi, mediante l'utilizzo di corrente elettrica alternata bifasica, attraverso una sonda vaginale o rettale e mediante elettrodi di superficie

È particolarmente indicata in caso di: 

  • incontinenza fecale o urinaria da sforzo, da urgenza; 
  • sindrome della vescica iperattiva o urgenza/frequenza; 
  • dolore pelvico. 

È anche utile: 

  • in preparazione a un intervento dello sfintere anale o del pavimento pelvico; 
  • per dare tono ai muscoli nel post-partum; 
  • in prevenzione di disfunzioni future. 

“Ben tollerata dal paziente, questa tecnica – sottolinea lo specialista - presenta delle controindicazioni e precauzioni di impiego nel caso di: 

  • portatori di pacemaker; 
  • gravidanza; 
  • infezione delle vie urinarie e ginecologiche; 
  • neoplasie nella cavità pelvica; 
  • storia di crisi convulsive”.

Vi sono altre terapie che possono essere utilizzate all’occorrenza, secondo specifiche necessità cliniche, come la: 

  • Stimolazione del Nervo Tibiale Posteriore (SANS: Stoller Afferent Nerve Stimulation); 
  • Neuromodulazione Sacrale (SNM); 
  • Radiofrequenza
Cura e Prevenzione