Feste di Natale e ‘family jet lag’
PUBBLICATO IL 15 DICEMBRE 2023
Lo hanno battezzato family jet lag, perché si manifesta con sintomi simili al ‘tradizionale’ jet lag dovuto alla variazione di fuso orario. In questo caso però i responsabili non sono gli spostamenti durante i lunghi viaggi per le vacanze, ma la famiglia e i parenti, o meglio il molto tempo che si trascorre insieme a loro durante le feste di Natale. Conosciamolo meglio con l’aiuto della dottoressa Marta Colombo, psicologa e psicoterapeuta del Policlinico San Marco e di Smart Clinic “Le Due Torri”.
Troppo tempo con parenti che non si vedono mai? Attenzione al rischio family jet lag
Il Natale e le festività invernali sono l’occasione per trascorrere più tempo in famiglia, staccare la spina dall’attività lavorativa e dedicare tempo ad amici e parenti che non si ha occasione di vedere solitamente durante l’anno, sempre pieno di impegni e di corse tra casa, famiglia e lavoro.
Per qualcuno tutto questo rende questo periodo uno dei più attesi, per altri invece il solo pensiero di dover passare ore, o magari anche giorni, con i propri famigliari si trasforma in un incubo, soprattutto se significa trascorrere del tempo con quei parenti con cui non è stato costruito un rapporto affettivo caratterizzato dalla piacevolezza dello stare insieme.
“Nel 2016 il New York Times ha dato un nome a questo scombussolamento natalizio che ha preso il nome di family jet lag, e ha dedicato un articolo proprio al suo funzionamento - conferma la dottoressa Colombo -.
Avete presente quando ci si addormenta sul divano, stanchi e assopiti, quando non riuscite più a prestare attenzione a conversazioni poco interessanti e vorreste allontanarvi dal posto?
Ecco che trascorrere le feste con familiari con cui di solito non si interagisce può essere un fattore di stress. Proprio come il jet lag che solitamente si verifica dopo un viaggio in posti lontani, anche il Natale e le festività possono sconvolgere gli equilibri e il ritmo circadiano, ovvero la fisiologica alternanza sonno-veglia”.
Secondo il dottor Adam Fried, psicologo clinico, intervistato dal New York Times: "Le vacanze di Natale sono questo: raduni di famiglie numerose, ore e ore a cucinare e un gruppo di persone che solitamente non interagisce, che improvvisamente si ritrova nello stesso posto e cerca di sembrare allegro e festoso. È la versione ‘reality show’ della famiglia. Quando ritorni da questo tipo di vacanze, puoi sentirti esausto per giorni, puoi trovare difficile concentrarti e ricominciare la solita routine".
Come si manifesta il family jet lag
I sintomi del family jet lag secondo Fried sono:
- fastidio allo stomaco;
- voglia di andare via e di allontanarsi dalla situazione;
- irritabilità;
- stanchezza;
- mal di testa.
Come prevenirlo
Secondo Fried per prevenire e affrontare il family jet lag sono ottime le tecniche di meditazione, la mindfulness e le tecniche di respirazione.
“Ma aspetto davvero importante è quello di cercare di comunicare con amici e parenti con cui non si è in confidenza in modo assertivo, sentendosi liberi di esprimere i propri pensieri, bisogni ed emozioni nel rispetto di se stessi e degli altri. L’assertività è ‘un’onesta espressione dei propri bisogni, desideri, sentimenti e opinioni in modo adeguato e coerente alla situazione specifica in cui ci si trova, senza provare imbarazzo o sensi di colpa (Baggio, 2013)’” suggerisce l’esperta.
Ma cosa significa essere assertivi e concretamente come si fa ad esserlo davvero? Ecco alcuni modi:
- esprimere le proprie opinioni e i propri sentimenti (ad esempio, ‘Io sento..’, ‘Io penso..’);
- fare richieste (ad esempio, ‘Io vorrei..’, ‘Si potrebbe..’);
- dire NO (‘Preferirei fare altro…’, ‘Sto pensando che mi piacerebbe di più..’);
- dare e ricevere apprezzamento (‘Ti ringrazio per il tuo complimento…’, ‘Grazie mi fa piacere sentirtelo dire…’, ‘Mi fa piacere tu l’abbia notato..’);
- formulare critiche costruttive (descrivi in concreto il comportamento che non ti è piaciuto ed evita affermazioni generiche, motiva la critica indicando gli effetti di quel comportamento, dai all’altro il tempo di esprimere il suo punto di vista e la sua versione dei fatti, proponi una soluzione e lascia all’altro il tempo di proporre la propria);
- affrontare le critiche costruttive (‘Cosa vuoi dire esattamente? Puoi farmi un esempio?’, ‘Non ritengo di essere…..’, ‘Sono dispiaciuta/o da questa tua osservazione..’).
“Spesso quando si incontrano parenti che non si vedono da tempo capita di sentirsi fare anche domande scomode come ‘ma sei fidanzata/o?’, ‘come va l’università?’, ‘quando farete figli?’. Anche in questi casi è utile verbalizzare con assertività quello che si sente e si pensa davvero.
Un ultimo consiglio è cercare di focalizzarci sugli aspetti positivi della situazione, che sicuramente ci sono!” conclude la dottoressa Colombo.