Quali sono i rischi della sindrome WPW

PUBBLICATO IL 29 SETTEMBRE 2022

La sindrome di WPW (Wolff-Parkinson-White) è una patologia congenita del cuore che riguarda l’impianto elettrico di conduzione cardiaca, dipendente da un difetto presente nell’individuo già alla nascita. A parlarcene il Dott. Massimo Mantica, Responsabile del Centro aritmie ed elettrofisiologia cardiaca dell'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio e medico a Palazzo della Salute a Milano.

 

Come si manifesta la sindrome WPW

La sindrome di WPW dipende da una malformazione congenita, a carico del sistema di conduzione elettrica del cuore

“L’impulso alla contrazione cardiaca nasce da una centralina elettrica, il nodo seno atriale, per poi diffondersi a tutto il muscolo cardiaco attraverso un sofisticato impianto elettrico di trasmissione - ci spiega il dottor Mantica -. 

Questo impianto, nella sindrome di WPW, ha un difetto: si riscontra la presenza di un doppio filo elettrico laddove dovrebbe essercene uno solo; questi fili elettrici, in più, possono entrare in cortocircuito con i fili normali e dare luogo a delle aritmie molto violente e improvvise”.
Queste aritmie non sono però causate, come nelle persone non affette dalla patologia, da stress o da stanchezza, ma da un vero e proprio blackout elettrico interno al cuore.

 

Quante persone colpisce

“La patologia di WPW ha un’incidenza stimata intorno allo 0.3-0.4% su tutta la popolazione mondiale e all’interno di questa percentuale, in 1 caso su 1.000, può dare luogo anche a un decesso improvviso - continua lo specialista -. Nella grande maggioranza dei casi, le aritmie sono molto violente, ma tollerate. Il paziente riesce a farsi soccorrere e ad accedere alle cure appropriate; in 1 individuo su 1.000 però l’esordio è la morte”. 

Questa incidenza di popolazione in realtà è un dato controverso. “Non è facilissimo documentare questo problema nella popolazione: questi sono i dati più aggiornati che abbiamo a disposizione; per un dato certo servirebbe mappare la popolazione a tappeto con un elettrocardiogramma”.

 

La diagnosi della patologia di WPW

“La sindrome di WPW è identificabile con un semplice elettrocardiogramma. La malformazione all’impianto elettrico del cuore si vede molto chiaramente. Accade abitualmente, quindi, che le persone arrivino alla diagnosi per un riscontro occasionale, oppure perché il paziente, in presenza di una prima tachicardia, si reca da uno specialista”.

Attenzione per chi fa sport

Nonostante questa facilità di diagnosi, il dottor Mantica aggiunge che “è un problema particolarmente delicato e lo è ancora di più in chi fa sport”. Il cuore sottoposto a stress e adrenalina in contesti sportivi, in presenza di questo difetto, potrebbe avere delle aritmie estremamente più gravi della popolazione generale. 

“È questo il motivo per cui la medicina dello sport obbliga l’esecuzione di un elettrocardiogramma - continua lo specialista -. È necessario essere certi che questo problema non sia presente e, qualora si riscontrasse, sono richiesti inevitabilmente degli accertamenti cardiologici approfonditi per studiare la pericolosità di questa anomalia”.

 

Come si stabilisce la pericolosità della patologia WPW 

“Una volta riscontrata l’anomalia sull’elettrocardiogramma rimane il dubbio: può essere innocuo in una persona asintomatica o può essere pericoloso anche se non ha fino a quel momento dato sintomi? 

Si deve, quindi, decidere se eliminarlo con un’operazione oppure dire al paziente che ci può convivere tranquillamente. Gli esami che noi facciamo sono in grado di stabilire la rischiosità di questa struttura definendone le caratteristiche pro-aritmiche”, prosegue l’aritmologo.

L’esame principale per stabilire il livello di pericolosità della patologia è lo studio elettrofisiologico.  “Si fa in un contesto di ricovero ospedaliero e consiste nell’introduzione di alcune microsonde elettriche, gli elettro cateteri, in una vena del corpo, solitamente la vena femorale, in anestesia locale”. 

Non è un’indagine particolarmente invasiva, né pericolosa: “Attraverso queste sonde possiamo studiare tutte quelle caratteristiche elettriche della struttura, definendone la pericolosità e poi indicare al paziente se è opportuno eliminare questo doppio filo oppure se ci può convivere tranquillamente”.

 

Come si cura la sindrome WPW

Sono 2 gli approcci principali per curare la sindrome WPW:

L’approccio Chirurgico: la cura ablativa

Nella maggioranza dei casi l’approccio a questa patologia deve essere di tipo chirurgico, procedura correntemente eseguita presso l'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio. 

Dice il Dottor Mantica: “L’eliminazione di questo filo elettrico una volta veniva fatta con un approccio cardio chirurgico estremamente invasivo: si trattava di fare un intervento in toracotomia, quindi con tutti i problemi legati ad un lungo decorso. 

Oggi, invece, attraverso la stessa strada che usiamo per studiare il problema, introduciamo una microsonda con capacità elettrotermiche capace di indurre una cauterizzazione micro-tissutale. Il filo viene letteralmente elettrocoagulato perdendo la capacità di conduzione dell’impulso, facendo sparire così l’anomalia dall’elettrocardiogramma convenzionale. 

Questa è una tecnica che usiamo da anni e ha una percentuale di successo tra il 95 e il 99%, una percentuale altissima, con 2 giorni di ricovero e allettamento di 6/10 ore”. 

Una volta curato, il cuore è guarito. Dunque, il paziente corre più rischi a non curare questa sindrome, scontrandosi con la possibilità di poter sviluppare aritmie, la cui gravità non è definibile senza aver eseguito accertamenti più approfonditi.

L’approccio farmacologico

Esistono cure farmacologiche per il trattamento della malattia di WPW. “Si tratta, però, di cure che non sono in grado di indurre una guarigione stabile del paziente

Sono farmaci che vanno assunti quotidianamente, per lunghi periodi. A fronte di queste motivazioni, quindi, a livello delle linee guida internazionali l’intervento di cura ablativa è da ritenersi di classe prima come consiglio terapeutico rispetto a una terapia farmacologica”.

Cura e Prevenzione