Fecondazione eterologa: cosa sapere e come funziona presso il Policlinico San Pietro

PUBBLICATO IL 25 FEBBRAIO 2022

Da anni in Italia si osserva l’acuirsi della denatalità e alcuni indici ce lo mostrano in modo molto evidente. L’età media delle donne italiane al parto è cresciuta fino a superare i 30 anni e secondo l’ultimo rapporto sullo stato demografico del nostro Paese nel 2020 ha toccato i 31.4 anni. Non solo si fa tardi il primo figlio, ma lo si lascia spesso unico, a volte per scelta o necessità (economica, di lavoro etc.), altre volte per difficoltà o impossibilità di concepimento: rispetto al tasso di fecondità (il numero medio di figli per donna in età fertile) l’Italia, nell’anno della pandemia, in cui gli effetti della crisi non si sono ancora fatti sentire del tutto, ha raggiunto a malapena il livello di 1,24, contro la media europea di 1,58. 

Quando la motivazione della mancanza di figli è legata alla fertilità, la fecondazione assistita può essere d’aiuto: in molti casi, le tecniche della cosiddetta procreazione medicalmente assistita infatti, offrono alle coppie rimedi efficaci agli ostacoli al concepimento permettendo loro di realizzare il sogno di diventare genitori. 

Accanto alla fecondazione cosiddetta autologa (o omologa) sicuramente più conosciuta, sempre più spesso si sente parlare anche di fecondazione eterologa. Ma di cosa si tratta? E in quali casi può rappresentare una soluzione? Lo abbiamo chiesto al dottor Andrea Borini, responsabile del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico San Pietro dove da poco è possibile accedere a percorsi e trattamenti di fecondazione assistita eterologa.

 

Cos’è la fecondazione eterologa

“La fecondazione eterologa comprende un insieme di tecniche esattamente analoghe a quelle della fecondazione assistita omologa, con l'unica, rilevante, differenza: i gameti (cellule sessuali maschili o femminili destinate a unirsi nel processo di fecondazione per dare origine all’embrione), sono donati da soggetti esterni alla coppia - spiega il dottor Borini -. 

Vi si ricorre quando problematiche di infertilità rendono non utilizzabili o non disponibili i gameti di uno o entrambi gli aspiranti genitori: a seconda dei casi, la donazione dei gameti può riguardare il seme, gli ovociti o entrambi”.

 

La sicurezza: garantita dalla legge e da controlli ed esami accurati 

Una delle principali paure delle coppie che affrontano questo tipo di percorso riguarda le garanzie sulla salute di donatori e donatrici. È sicuro utilizzare gameti donati? 

“Nel nostro Paese, vista la scarsità di donazioni di singoli, che devono avvenire rigorosamente a titolo totalmente gratuito, di fatto si utilizzano quasi esclusivamente gameti provenienti dall’estero, messi a disposizione da quelle che vengono definite banche di gameti. Chi dona viene selezionato sulla base di rigidi criteri stabiliti da normative europee: donatori e donatrici sono sottoposti più volte a esami e valutazioni cliniche che assicurano la possibilità di utilizzare in assoluta sicurezza ovociti e seme nei trattamenti eterologhi”. 

La sicurezza nel Centro di Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico San Pietro

“Il nostro centro, per garantire ai propri pazienti le migliori chances di gravidanza, si avvale della collaborazione di primarie banche europee che sono esse stesse regolarmente sottoposte a controlli e devono operare in conformità a leggi e regolamenti definiti a livello europeo e si conformano anche alle normative italiane che sono davvero molto rigide e dettagliate”, sottolinea il dottor Borini. 

 

I criteri di accesso

Nel 2014, la Corte Costituzionale ha fatto decadere il divieto di effettuare trattamenti di tipo eterologo: è dunque assolutamente consentito e perfettamente legale effettuare trattamenti con gameti donati.

Fino al 2014, le coppie che volevano intraprendere questo percorso erano costrette a rivolgersi a centri esteri, prevalentemente spagnoli, ma anche greci e dell’Europa dell’Est: si parlava di un vero e proprio ‘turismo’ procreativo. 

“Oggi per fortuna quelli che erano viaggi della speranza non sono più necessari. L’accesso a questo tipo di trattamenti, dal 2017 inseriti nei cosiddetti Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), è regolato dalla legge 40/04 e dalle successive modifiche e dalle Linee Guida emanate dal Ministero della Salute, come per tutta la PMA. Ogni Regione Italiana, ha però regolamenti differenti che li permettono o no, in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale o meno. 

In Lombardia possono accedere alle tecniche di fecondazione eterologa con il Sistema Sanitario:

  •  coppie maggiorenni;
  •  di sesso diverso;
  •  coniugate o conviventi;
  •  in età potenzialmente fertile;
  •  entrambi viventi con un’accertata e certificata patologia che sia causa irreversibile di sterilità o infertilità per uno o per entrambi i partner. 

La procedura può essere ripetuta per un massimo di 3 cicli. In Italia la legge 40/04 stabilisce invece il divieto di accesso alla PMA per i single e per le coppie con partner dello stesso sesso”, continua il ginecologo. 

 

Come avviene la fecondazione eterologa

“Qualora sussistano i criteri per accedere alla fecondazione eterologa, il medico specializzato in medicina della riproduzione valuterà, dopo un’attenta anamnesi e una consulenza preliminare, che tipo di percorso seguire, così come accade nel caso dei trattamenti di tipo omologo -  commenta il dott. Borini - . Una volta definito il problema e quindi il percorso utile per superarlo, si avvia il trattamento, che a seconda dei casi può essere:

  • una semplice inseminazione con seme di donatore;
  • la fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni ottenuti da ovociti donati inseminati con il seme del partner;
  •  una fecondazione in vitro degli ovociti della futura mamma fecondati con seme donato;
  • una ovodonazione con utilizzo di seme donato”.

 

Quanto costa 

I trattamenti di tipo eterologo hanno un costo che dipende soprattutto dalla scarsa disponibilità di gameti donati. Tuttavia, è finalmente possibile accedere alla fecondazione assistita di tipo eterologo anche al Policlinico San Pietro, con il pagamento del ticket.

Visto il numero delle coppie che hanno necessità di effettuare questi trattamenti, c’è una lista d’attesa nella quale si viene inseriti una volta identificato il trattamento corretto per la coppia; è quindi necessario incontrare il medico della riproduzione che individuerà il percorso idoneo.

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