Come correggere cicatrici e cheloidi? Le risposte del chirurgo plastico
PUBBLICATO IL 24 GIUGNO 2021
Da cosa dipende la cicatrizzazione, quando una cicatrice diventa un difetto estetico-funzionale, come si interviene? Le indicazioni del chirurgo plastico
Ogni evento che crea una lesione sulla superficie del corpo e anche nei tessuti più profondi, origina ad ogni modo un processo riparativo che si risolve in cicatrice.
La formazione delle cicatrici dipende da tanti fattori, soprattutto dalle capacità riparative di ciascuno di noi. Per questo non è raro vedere diversi tipi di cicatrice, anche anti-estetiche che possono dare problemi di funzionalità.
Il professor Luca Vaienti, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia plastica all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e chirurgo plastico anche presso Casa di Cura La Madonnina, fa una panoramica sul perché di questa diversità nel cicatrizzare e come correggere questi piccoli grandi difetti.
I fattori che influenzano la cicatrizzazione
“In primo luogo, uno dei fattori predisponenti alla cicatrizzazione patologica, senza dubbio sono le differenti modalità riparative di ognuno di noi: ci sono persone che cicatrizzano molto bene, persone che cicatrizzano male e persone che cicatrizzano peggio - spiega il prof. Vaienti -. Nel mezzo c’è una grossa quota di persone (la maggior parte) che cicatrizza nella normalità.
Però, nel momento in cui appunto si crea un evento lesivo sulla pelle, escludendo fattori disturbanti come infezioni o grandi lacerazioni dei tessuti, a fronte di una tecnica chirurgica corretta, l’evoluzione delle cicatrici varia molto a seconda di fattori individuali.
In secondo luogo, ciò che condiziona la qualità di una cicatrice, è la regione del corpo dove questa si forma.
Ci sono aree del corpo dove si formano cicatrici anti-estetiche, sempre a fronte di un’ottima tecnica chirurgica:
- regione dello sterno (mediana) fino all’ombelico;
- regione deltoidea (lato esterno del braccio).
In terzo luogo, dipende molto se la lesione deriva da un trauma importante e se i tessuti intorno sono stati danneggiati o meno.
Ad esempio, una lesione creata con un coltello è una lesione circoscritta solo nel punto stesso del taglio, mentre se la causa è una martellata su un dito, la lesione dei tessuti sarà molto più estesa e quando dovrà cicatrizzare, lo farà in modo irregolare. Più la ferita è di forma regolare, migliore sarà la cicatrice”.
Proprio per le loro caratteristiche, le cicatrici possono comportare lesioni puramente estetiche soprattutto se in parti del corpo esposte (in particolare volto, gambe, ecc.) che, durante la stagione estiva, quando ci si abbiglia di meno, si notano maggiormente.
Quando interviene il chirurgo plastico
“Davanti a un paziente che chiede il miglioramento di una cicatrice - prosegue l’esperto - il compito del chirurgo plastico è quello di porsi molto criticamente davanti a quella persona indagando alcuni aspetti:
- verificare preliminarmente la presenza di cicatrici anti-estetiche pregresse;
- chiedere se il paziente ha qualche familiare con la tendenza a cicatrizzare male, poiché è segno di ereditarietà;
- In caso di familiarità, capire se vi è una tendenza a cicatrizzare nella maniera peggiore dando origine ai cheloidi”.
Cosa sono i cheloidi
Il professore specifica: “I cheloidi sono anomale lesioni cicatriziali, che hanno:
- grandi dimensioni;
- colore rossastro o scuro”.
I disturbi provocati dalle cicatrici
“Come dicevamo - continua il chirurgo plastico - a seconda della zona, la cicatrice può dare due tipi di disturbo:
- disturbo estetico;
- disturbo estetico-funzionale.
Per disturbo estetico-funzionale si intende il fatto che queste cicatrici si formano in zone del corpo dove provocano disturbi di elevata importanza funzionale relativa al movimento come, ad esempio:
- la regione del collo;
- le pieghe del gomito e del ginocchio;
- a livello della mano o dei piedi, dove impediscono talora l’utilizzo delle calzature”.
Gli interventi per correggere le cicatrici
Approfondisce il dottore: “Esistono tecniche chirurgiche che permettono di correggere la cicatrice, vediamole nel dettaglio”.
La sutura intradermica
“Se il taglio della cicatrice è longitudinale - illustra Vaienti - è possibile, in anestesia locale, unire due lembi di pelle sani, eseguendo una sutura che non ha punti sulla pelle, ossia la sutura intradermica, ottenendo così una cicatrice più bella da vedere e che comporta minori rischi di recidiva”.
L’espansione cutanea
Se le cicatrici interessano distretti corporei e hanno forme più o meno rotonde, è necessario ricorrere a metodiche più complesse che permettono di ottenere un grandissimo risultato. Una di queste è l’espansione cutanea attraverso l’utilizzo di protesi espandibili temporanee.
“Inserendo un palloncino sotto la pelle sana (che si gonfia nel giro di due mesi e mezzo) per distendere la pelle vicino alla lesione, la cicatrice viene corretta appunto con questa pelle rigenerata.
È una tecnica che in Galeazzi viene abitualmente utilizzata con risultati eccellenti, grazie a un’esperienza maturata nel corso degli anni”.
Il laser
Il laser può essere un’altra soluzione per modellare certi tipi di cicatrice: dopo un’attenta selezione può essere combinata alle tecniche chirurgiche già descritte.
I rimedi per le cicatrici da intervento
“Nonostante molte persone pensino che, una volta eseguito l’intervento, tutto si sia risolto - conclude il prof. Vaienti - lo step più importante è proprio quello legato alla cura della cicatrice dopo l’intervento. È necessario:
- massaggiare la ferita con pomate specifiche che la mantengano morbida;
- utilizzare i siliconi in gel che la mantengono umida, evitando la disidratazione;
- ricorrere, dove possibile, alla pressoterapia con tutori elastici che tengono compressa la cicatrice, in modo da contrastare l’eccessiva formazione di tessuto cicatriziale.
Dopo che è stata corretta la cicatrice, si stabilizza con il passare dei mesi durante i quali dovrà sistematicamente essere protetta dai raggi del sole attraverso creme solari ad alta protezione”.