Cardiopatici congeniti: vaccino per il Covid subito!
PUBBLICATO IL 12 FEBBRAIO 2021
Il vaccino contro il Covid-19 è sicuro e prioritario per i malati di cardiopatie congenite. Il dott. Chessa, responsabile dell’Unità di Cardiologia dei Congeniti Adulti dell’IRCCS Policlinico San Donato spiega perché è importante che questa categoria faccia il vaccino appena possibile.
Priorità ai pazienti fragili, che devono essere vaccinati il prima possibile per evitare i rischi legati al Covid-19 e alla difficoltà di accesso alle cure.
Tra la popolazione che soffre di problemi cardiaci, è importante non dimenticare i cardiopatici congeniti, coloro che sono nati con malformazioni del cuore e spesso in età adulta soffrono di patologie croniche molto complesse.
Per loro il vaccino anticovid non rappresenta un pericolo, anzi, è una potentissima arma per riprendere una vita normale e non trascurare la salute del cuore.
Il Dott. Massimo Chessa, responsabile dell’unità di Cardiologia dei Congeniti Adulti dell’IRCCS Policlinico San Donato, ribadisce l’importanza di far accedere prioritariamente alla campagna di vaccinazione i pazienti fragili, come quelli oncologici e cardiopatici, senza dimenticare quella parte di popolazione che soffre di cardiopatie congenite dalla nascita.
I cardiopatici congeniti adulti
I cardiopatici congeniti adulti rappresentano un gruppo di pazienti sempre più numeroso, perché fortunatamente oggi oltre il 90% dei cardiopatici congeniti arriva all’età adulta: un successo ottenuto grazie all’evolversi delle cure, alla ricerca e alla presa in carico dei pazienti.
Sono circa 100.000 i cardiopatici congeniti adulti in Italia e 2.300.000 in Europa. Il Policlinico San Donato ha un’esperienza ventennale, unica nel suo genere, nella cura di questi pazienti e nel lontano 2001 vi ha dedicato un’unità operativa, dove collaborano équipe specializzate di cardiologi e cardiochirurghi.
“I pazienti cardiopatici congeniti adulti possono oggi beneficiare di un’aspettativa di vita più lunga e di molteplici opzioni terapeutiche. Sono però pazienti fragili, spesso affetti da patologie croniche molto complesse e multi-organo, che, cioè, non interessano soltanto il cuore.
C’è chi soffre di importanti scompensi cardiaci o è affetto da patologie cardio-polmonari, come chi nasce con malformazioni a carico del flusso destro, con il ventricolo unico o la Tetralogia di Fallot. A loro va dedicata un’attenzione particolare”, spiega il Dott. Chessa.
L’importanza della vaccinazione Covid prioritaria
“Da un tavolo tecnico tra FOCE (Federazione Oncologi Cardiologi Ematologi), il Governo ed Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) è stato prodotto un documento di indirizzo e raccomandazioni per la gestione e la cura dei pazienti fragili.
C’è stato inoltre un appello, sostenuto in modo particolare dai cardiologi e dal presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) Ciro Indolfi, affinché i cardiopatici possano accedere rapidamente alla campagna di vaccinazione.
Sono, infatti, categorie a rischio, sia per la condizione di fragilità, sia per la possibilità di sviluppare forme gravi di Covid19.
Se non vengono inseriti precocemente, possiamo trovarci di fronte a un problema ancor più serio, perché questi pazienti hanno anche difficoltà ad accedere alle cure negli ambienti abituali, a causa della riduzione dell’attività ambulatoriale o la paura di sottoporsi ai controlli necessari.
Quest’attenzione va estesa anche ai pazienti cardiopatici congeniti, a rischio per il Covid-19, in particolare gli adulti dato che la vaccinazione riguarda la popolazione superiore ai 16 anni. È fondamentale sensibilizzare i medici di famiglia perché segnalino questa popolazione fragile e venga presa in considerazione”, racconta il Dott. Chessa.
Nessun rischio del vaccino Covid per cardiopatici congeniti
“Non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione circa eventuali controindicazioni al vaccino per i cardiopatici congeniti. Giravano online allarmi per l’assunzione di farmaci anticoagulanti, ma si sono rivelati falsi.
Come confermato dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, le persone in terapia anticoagulante possono eseguire la vaccinazione senza sospendere il trattamento in corso.
L’unica accortezza riguarda il sanguinamento, ma l’ago utilizzato per il vaccino è molto sottile, quindi non sono necessarie precauzioni particolari”.
Il vero rischio è il Covid19
Il vero rischio è quello di essere contagiati dal Covid19: “In quest’anno di pandemia non sono pochi i pazienti che seguo, o i loro congiunti, che si sono infettati con il Covid19. La maggior parte ha avuto forme paucisintomatiche, altri invece hanno sofferto di forme sintomatiche importanti, con anche polmoniti bilaterali.
A livello europeo, i dati dell’epidemia sui cardiopatici congeniti segnalano un andamento simile a quello della popolazione generale, con un tasso di mortalità in linea.
Questo risultato, però, è frutto di ferree regole di isolamento: consci dei loro rischi, i pazienti cardiopatici congeniti hanno attuato un meccanismo di autoprotezione, con isolamento molto rigido.
Molti, infatti, non sono ancora rientrati al lavoro. Sono regole che purtroppo dovranno essere rispettate anche nei prossimi mesi, nella speranza che possano accedere alla vaccinazione nel minor tempo possibile” – conclude il Dott. Massimo Chessa.