Ad ogni età la sua attività fisica: ecco come prevenire le Malattie Croniche Non Trasmissibili (MCNT)
PUBBLICATO IL 10 FEBBRAIO 2021
Per prevenire le MCNT tra cui le malattie metaboliche, le malattie cardiovascolari e respiratorie o la depressione, è importante fare attività fisica in base alla propria età. Ecco i consigli dell’esperto.
Nel 2010 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un documento dal titolo Global Recommendations on Physical Activity for Health che indica i livelli di attività fisica raccomandati per la popolazione, dividendola in 3 fasce di età: dai 5 ai 17 anni, dai 18 ai 64 anni e over 65.
Le raccomandazioni sono orientate a una prevenzione primaria delle Malattie Croniche Non Trasmissibili (MCNT) come:
- patologie cardiorespiratorie;
- patologie metaboliche;
- patologie muscolo-scheletriche;
- disturbi depressivi.
Sembra, infatti, che sedentarietà e scarsa attività fisica contribuiscano in maniera importante nell’insorgenza di queste malattie.
A questo proposito, il dottor Federico Valli, ortopedico presso l’Unità C.A.S.C.O. - Chirurgia Articolare Sostitutiva e Chirurgia Ortopedica dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e presso il Centro RE.GA.IN, il centro di Medicina Rigenerativa della struttura del Gruppo San Donato, dà qualche consiglio sul tipo di attività di fisica da effettuare come misura “preventiva” per queste problematiche.
Le malattie croniche non trasmissibili, la sfida del secolo
Attualmente le Malattie Croniche Non Trasmissibili rappresentano la principale causa di morte in quasi tutto il mondo. Secondo i dati dell’OMS, ogni anno nel mondo circa 40 milioni di persone muoiono a causa di queste patologie.
I fattori di rischio associati allo stile di vita e di contesto
Spiega il dottor Valli: “Alcuni fattori di rischio associati allo stile di vita sono tra le cause principali delle MCNT come:
- consumo di tabacco;
- abuso di alcol;
- alimentazione non corretta;
- mancanza di attività fisica.
Questi fattori di rischio insieme alle caratteristiche del contesto come ambiente di vita e lavoro, contesto politico, sociale, economico e culturale, rappresentano i determinanti di salute modificabili.
L’OMS ha stimato che nel mondo 1 adulto su 4 non sia sufficientemente attivo e che l’80% degli adolescenti non raggiunga i livelli raccomandati di attività fisica. In particolare, in Europa oltre 1/3 della popolazione adulta e 2/3 degli adolescenti non sembrano svolgere abbastanza attività fisica.
L’attività sportiva personalizzata per ciascuna fascia di età
“Le modalità e l’intensità dell’attività fisica cambiano in base all’età e alle caratteristiche del proprio fisico” approfondisce l’esperto.
Di seguito vediamo quale e
Attività fisica per 5-17 anni
Nei bambini e nei ragazzi, di età compresa tra i 5 e i 17 anni, l’attività giornaliera deve essere almeno di 60 minuti, per la maggior parte di tipo aerobico e d’intensità vigorosa.
Attività fisica dai 18 ai 64 anni
Nei ragazzi e negli adulti, di età compresa tra i 18 e 64 anni, fascia in cui si sviluppa il maggior numero di infortuni e di traumi da sovraccarico, si consigliano 150 minuti di attività aerobica a settimana di moderata intensità o 75 minuti di attività vigorosa.
L’attività aerobica dovrebbe essere eseguita in sessioni di durata minima di 10 minuti, le attività di rafforzamento muscolare dovrebbero essere eseguite 2 o più giorni la settimana con il coinvolgimento del maggior numero di fasce muscolari (sia per gli arti superiori sia per gli arti inferiori).
Attività fisica per gli over 65
Negli over 65, si richiede di mantenere un’attività aerobica settimanale in relazione alle condizioni fisiche e funzionali del soggetto.
Le lesioni più frequenti durante l’attività fisica
Com’è noto, spesso, è frequente che durante l’attività sportiva si verifichino traumi o ‘incidenti di percorso’ che costringono a interrompere la performance e a prendersi un periodo di riposo per la ripresa.
“Le articolazioni più colpite da traumi sono quelle dell’arto inferiore come:
- caviglia
- ginocchio
- tendini.
Le lesioni a carico degli arti inferiori sono quasi sempre il risultato di movimenti anomali o bruschi, oppure di traumi, cadute o colpi diretti - conclude Valli -.
Per quanto riguarda la caviglia, i traumi maggiori sono le distorsioni di caviglia, che riguardano spesso i tessuti molli, ovvero quelli che danno stabilità alla stessa.
Mentre per quanto riguarda il ginocchio, oltre ai disturbi tendinei dell’articolazione, sono soprattutto i menischi e la cartilagine i due elementi più soggetti a usura, sovraccarico e trauma”.
Se si parla di tendiniti, queste sono per lo più poliarticolari, quindi a carico di gomito, spalla, ginocchio e sono causate quasi sempre da una situazione di sovraccarico e raramente da trauma diretto.