Vaccino antinfluenzale: tra fake news e verità

PUBBLICATO IL 05 NOVEMBRE 2020

Il vaccino antinfluenzale si può fare con il raffreddore? È possibile vaccinarsi in gravidanza? ll Prof. Pregliasco risponde a dubbi e domande sul vaccino antinfluenzale, distinguendo tra fake news e verità.

Il vaccino antinfluenzale rappresenta, ancora oggi, una tematica molto dibattuta che genera pareri discordanti, spesso nati da fonti poco attendibili. Colpa della disinformazione o solo della cattiva informazione? Proviamo a fare un po’ di chiarezza, fra fake news e verità con il professor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e virologo presso l’Università degli Studi di Milano, con la raccomandazione di affidarsi sempre a voci autorevoli in materia e di verificare sempre la provenienza delle notizie che circolano.

La somministrazione di un vaccino direttamente in una zona dove è presente un tatuaggio non è sicura.

FALSO. Tutti i vaccini, somministrati sia per via intramuscolare (IM) sia per via sottocutanea (SC), possono essere somministrati attraverso un tatuaggio. 

I vaccini non sono generalmente somministrati a bambini di età inferiore a 6 settimane di età.

VERO. Questo perché esistono pochi dati di efficacia e sicurezza sulle dosi somministrate prima di 6 settimane di età e i vaccini non sono autorizzati per questo utilizzo. I dati esistenti suggeriscono che la risposta a dosi di vaccino somministrate prima delle sei settimane è scarsa. Il vaccino contro l'epatite B è un'eccezione perché i bambini rispondono in maniera adeguata. 

Il vaccino antinfluenzale è sconsigliato in gravidanza.

FALSO. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata alle donne in qualsiasi periodo della gravidanza siano. Il vaccino infatti protegge sia la mamma, abbassando il rischio di ricovero, sia il bambino, riducendo significativamente i casi di malattia e di otite nei primi due mesi di vita. 

In caso di raffreddore è meglio rinviare la vaccinazione contro l’influenza. 

FALSO. Una malattia acuta lieve come, ad esempio, un raffreddore non è considerata una “controindicazione” alla vaccinazione. Pertanto il vaccino può essere somministrato. Il discorso cambia, invece, in caso la persona presenti una malattia moderata o grave con febbre: la febbre successiva alla vaccinazione (controindicazione che può manifestarsi anche se in una percentuale bassa di casi) potrebbe complicare la gestione della malattia concomitante e potrebbe diventare difficile discriminarne la causa. 

Durante l’allattamento è possibile vaccinarsi.

VERO. I vaccini, sia inattivati sia vivi attenuati, possono essere somministrati in piena sicurezza durante l’allattamento. Non esistono prove per convalidare la preoccupazione circa la potenziale presenza di virus vivi di origine vaccinale nel latte materno se la madre è immunizzata durante l'allattamento.

Il vaccino è controindicato per le persone che hanno allergia alle uova. 

VERO/FALSO. Le persone che hanno una documentata allergia alle uova, immunoglobuline E (IgE) mediata, possono avere un aumentato rischio di reazioni allergiche al vaccino antinfluenzale. Sono stati pubblicati però protocolli per la somministrazione in sicurezza del vaccino influenzale anche a persone con allergia all’uovo. 

Alcune persone che riferiscono allergia all'uovo, in realtà potrebbero non essere allergiche: se una persona può mangiare uova leggermente cotte (ad esempio, uova strapazzate), è improbabile che possa avere una allergia all'uovo. 

Tuttavia, le persone che possono tollerare l’uovo presente in prodotti da forno (ad esempio, torta) potrebbero avere una allergia all'uovo. 

Se la persona sviluppa solo orticaria (senza altre manifestazioni) dopo l'ingestione di uova, si raccomanda che dopo la somministrazione di vaccino antinfluenzale la persona rimanga sotto osservazione per almeno 30 minuti dopo la vaccinazione

Se qualcuno ha una grave allergia alle uova con sintomi suggestivi di anafilassi e la sua età è di 18 anni o più, si può considerare l'utilizzo di un vaccino contro l'influenza prodotto in colture cellulari e che, in quanto tale, non contiene proteine derivanti dall’uovo. 

Dopo la vaccinazione non si può donare il sangue.

FALSO. Il Decreto 3 marzo 2005 “Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti” del Ministero della Salute prevede che il candidato donatore venga dichiarato temporaneamente non idoneo alla donazione di sangue o di emocomponenti per un periodo di tempo di durata variabile in funzione della vaccinazione effettuata. Nel caso del vaccino antinfluenzale, trattandosi di un vaccino costituito da virus inattivati, devono passare 48 ore se la persona è asintomatica.

L’influenza non è una malattia importante e quindi non necessita di vaccino.

FALSO. L’influenza è una patologia respiratoria che, nelle forme più gravi, può condurre a ricovero o, nei casi estremi, a morte. 

Essa si manifesta con:

  •  aumento brusco della temperatura corporea (38°C)
  • presenza di almeno un sintomo respiratorio (es. raffreddore, naso che cola) e generale (es. dolori articolari, stanchezza diffusa)
  • brividi
  •  mal di testa
  •  inappetenza
  • mal di gola
  • nausea, diarrea e dissenteria, soprattutto nei bambini. 

Maggiore attenzione va prestata alle categorie più fragili, come gli anziani e i bambini, perché un aggravarsi dell’influenza potrebbe sfociare in forme più serie come polmoniti. 

Il vaccino antinfluenzale espone al rischio di influenza.

FALSO. Il vaccino contiene virus inattivati, ciò vuol dire che, anche se vengono iniettati per via intramuscolare all’interno dell’organismo, questi non sono in grado di far ammalare la persona. Le uniche reazioni che possono causare sono:

  •  indolenzimento e arrossamento nel punto dell’iniezione
  •  più raramente, leggero innalzamento della temperatura corporea
  •  mal di testa
  •  dolori articolari (più frequenti nei giovani e nei bambini).

Questi sintomi solitamente, essendo lievi, non richiedono cure mediche importanti ma si possono sconfiggere con medicinali da banco (antipiretici, analgesici) nel giro di qualche giorno. 

Il vaccino non funziona, perché è comparsa l’influenza.

FALSO. I vaccini antinfluenzali sono specifici per la copertura dagli ortomixovirus, individuati come i più probabili responsabili della stagione influenzale. Non proteggono né da infezioni, né da malattie causate da altre tipologie virali (es. virus intestinali o rinovirus), che potrebbero causare sintomi para-influenzali molto simili agli “originali”. 

Il vaccino dell’anno precedente protegge anche nella stagione successiva.

FALSO. L’azione protettiva del virus si manifesta già dopo due settimane dall’iniezione e ha una durata di circa 6/8 mesi, per cui è improbabile che riesca a coprire per un periodo più lungo. Inoltre, i ceppi virali potrebbero variare di anno in anno, rendendo necessario un vaccino più specifico. 

In ogni caso, è necessario procedere con una nuova dose ogni stagione.

Il nuovo coronavirus è la mutazione di un particolare ceppo di virus dell'influenza. 

FALSO. Il virus dell’influenza e il SARS-CoV-2 sono due virus differenti. In particolare, questa nuova forma di coronavirus non è mai stata a identificata nell’uomo. Entrambi possono causare patologie respiratorie che possono insorgere con forme che, da asintomatiche, possono diventare più gravi, fino a decessi. Molto simile è anche la trasmissione tramite contatto o con l’emissione di goccioline respiratorie (droplets). Comuni a entrambe, sono tutte le norme di sicurezza che si possono mettere in pratica a scopo preventivo: igienizzazione delle mani, tossire nel gomito o in un fazzoletto e gettarlo immediatamente. L’unica differenza è che, al momento, per l’influenza vi è un’arma di prevenzione e protezione in più rappresentata, appunto, dal vaccino. 

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