Mascherine antivirus: come usarle correttamente
PUBBLICATO IL 23 MARZO 2020
Quando e come si utilizzano? Le mascherine, se usate in modo scorretto, sono inefficaci: gli esperti del Policlinico San Donato ci spiegano quali sono le regole per il corretto utilizzo e per evitare gli sprechi di questi dispositivi.
All’inizio della diffusione del nuovo coronavirus nel mondo, e soprattutto in Italia, abbiamo assistito ad una corsa all’acquisto di mascherine con il risultato che ora questi dispositivi sono carenti, contingentati anche per le categorie professionali direttamente esposte.
Un uso corretto, razionale ed efficiente è quindi più che mai necessario: le mascherine antivirus possono essere addirittura inefficaci se non accompagnate da alcuni gesti fondamentali, come l’igiene delle mani.
Il dottor Giuseppe Gallo dell’Ufficio Qualità e la dottoressa Silvia Aluffi, operatore sanitario, dell’IRCCS Policlinico San Donato, ci spiegano come usare correttamente questi presidi.
Quando sono necessarie
Le mascherine vanno indossate solo quando risulta difficile mantenere la distanza di sicurezza con le altre persone.
Indossarle mentre si cammina, da soli lungo una strada deserta, oppure in macchina è assolutamente inutile.
È uno spreco per l’intera comunità, visto che in questo momento reperirle è piuttosto difficile, anche per le strutture sanitarie.
Quando usare le mascherine chirurgiche
Per la gente comune parliamo innanzitutto di mascherine chirurgiche, dispositivi medici a tutti gli effetti, il cui marchio CE indica la conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza.
È consigliato l’utilizzo per:
- coloro che presentano sintomi quali tosse o starnuti;
- per i lavoratori impegnati in attività di prima necessità con il pubblico, che hanno per esempio contatto con beni alimentari.
Poiché la trasmissione del virus avviene per droplet, il loro utilizzo permette di bloccare la diffusione delle goccioline dalla bocca o dal naso, proteggendo chi le indossa e le persone che sono nelle vicinanze.
Mascherine Ffp2 e Ffp3: per uso professionale
Maggior protezione è garantita dalle mascherine conosciute con le sigle Ffp2 e Ffp3 che, se usate correttamente, filtrano rispettivamente il 92% e il 98% delle particelle.
Questo livello di protezione, tuttavia, potrebbe valere solo per chi le indossa.
Sono riservate ad uso professionale. Come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità - continua l’esperta - vengono date agli operatori direttamente a contatto con pazienti positivi, che svolgono azioni che potrebbero generare aerosol:
- broncoscopie;
- broncolavaggi;
- assistenza a pazienti intubati;
- procedure di intubazione ed estubazione.
Le mascherine antivirus lavabili
Tra le mascherine antivurus proposte, ci sono anche le mascherine in tessuto lavabile e si moltiplicano anche le soluzioni di mascherine in tessuto fai-da-te. Ma quanto sono efficaci per tutelare la nostra salute e quella degli altri?
“È opportuno ricordare che molte delle mascherine lavabili che si trovano in commercio non sono classificate né come dispositivo medico (DM), né come dispositivo di protezione individuale (DPI).
Teniamo presente che per essere classificata come Dispositivo Medico o DPI una mascherina deve affrontare test severi, il superamento dei quali viene controllato, secondo i casi, da un Ente Terzo Notificato o dall’Istituto Superiore di Sanità.
Le poche mascherine lavabili che sono registrate come DM hanno affrontato queste prove; per le mascherine non registrate, a garantire la qualità del prodotto c’è solo chi le fabbrica, talvolta ‘nuovo’ del settore. Questo non significa che siano assolutamente prodotti non validi, ma che non siamo a conoscenza del livello di protezione che possono offrire”.
Che le mascherine lavabili siano composte da tessuti naturali, come il cotone o il jeans, o sintetici, come poliestere e poliammide, affidiamoci quindi al buonsenso e all’uso consapevole.
Le mascherine in tessuto devono innanzitutto essere posizionate in modo da coprire naso e bocca, fino a sotto il mento, come le mascherine di altro tipo.
Devono adattarsi perfettamente alla forma del viso: l’aria deve passare solo attraverso la mascherina. Devono garantire comfort e respirabilità.
La loro efficacia, non certificata, consiste nel limitare la diffusione delle goccioline respiratorie più grandi, come quelle che fuoriescono dalla bocca mentre parliamo o tossiamo (droplets).
Se la mascherina non è un DM, non sappiamo quante e quali goccioline possono essere fermate (lo ripetiamo: potrebbero funzionare benissimo oppure non funzionare affatto, semplicemente non lo sappiamo).
Per fermare le goccioline più piccole (aerosol) ci di deve affidare esclusivamente all’azione filtrante delle mascherine di tipo FFP2 e FFP3: teniamo presente che, in linea generale, l’aerosol si forma solo in condizioni particolari, quali quelle legate ad alcune procedure mediche o di ventilazione assistita.
Come indossarle
“Ribadiamo il concetto dell’importanza della distanza sociale, più che della mascherina, e dell’igiene delle mani - avvertono i due esperti -.
Se tocchiamo la mascherina mentre la indossiamo, la portiamo al collo, continuiamo a toglierla e metterla, il suo utilizzo perde di efficacia.
Anzi, rischiamo di aumentare il rischio di contaminazione perché può essere fonte di infezione a causa dei microrganismi che si sono depositati sopra”.
Ecco le regole fondamentali da seguire per indossare e rimuovere correttamente la mascherina chirurgica:
- lavare accuratamente le mani, con acqua e sapone o con un disinfettante a base alcolica, prima di indossarla;
- assicurarsi che il lato corretto della mascherina, solitamente bianco in quelle colorate, sia rivolto verso l’interno;
- far aderire bene la mascherina al viso e stringere il bordo superiore rigido intorno al ponte del naso e accertarsi che copra viso e bocca e che il bordo inferiore sia sotto il mento;
- evitare di toccare la mascherina mentre la si utilizza.
Come toglierle
Attenzione e precauzioni sono necessarie anche nel momento in cui si tolgono.
Nella fase di rimozione è importante non toccare la parte davanti, che potrebbe essere contaminata. Questi i passi da fare:
- slegare i lacci o rimuovere le fasce;
- togliere la mascherina;
- buttarla subito in un contenitore chiuso, come un sacchetto di plastica;
- procedere con l’igiene delle mani.
Gli errori da evitare
Contro la diffusione del virus è molto importante, adottare i comportamenti corretti.
No mascherine ‘fai da te’
- Attenzione alla creazione fai da te di mascherine, perché l’efficacia è ignota;
- non gettare le mascherine in contenitori non chiusi o non protetti;
- evitare di usare indumenti a scopo protettivo (es: sciarpe): riparano al momento, ma poi dovrebbero essere gettati. È rischioso perché vengono toccati e rimessi in contatto con bocca e naso.
Contatto con superfici
- Non toccare le superfici (anche una scrivania, un tavolo… o peggio il carrello della spesa) e poi portarsi le mani a bocca, naso, occhi;
- attenzione particolare ai fumatori: oltre al danno provocato dal fumo ai polmoni, questi rischiano di più perché il gesto di portarsi la sigaretta alla bocca è pericoloso.
Utilizzo dei guanti
L’utilizzo dei guanti monouso va limitato ai casi in cui è consigliato e non esteso a tutto il giorno. Il virus non passa dalle mani, vi si deposita, come si deposita sui guanti.
Indossarli a lungo, inoltre, può essere controproducente, perché la pelle non traspira e con il caldo e l’umidità diventa terreno di coltura di microrganismi.
L’utilizzo dei guanti, quindi, deve essere limitato alle occasioni di contatto con superfici che potrebbero essere contaminate, come, per esempio, i carrelli della spesa.
Grande attenzione a come si tolgono: vanno levati al contrario e gettati immediatamente, perché diventano essi stessi fonte di propagazione.
Una volta tolti, procedere quindi sempre con l’igiene delle mani, anche solo con il gel alcolico.