COVID-19: percezione del rischio e prevenzione

PUBBLICATO IL 11 MAGGIO 2020

La percezione del rischio dei singoli può avere un grande impatto sulla gestione della pandemia COVID-19. Una ricerca on line del San Raffaele la monitora

A qualche mese dallo scoppio della pandemia di COVID-19 e al momento di avvio della Fase 2, ci sono ancora quasi 100.000 positivi al nuovo coronavirus. 

In attesa di trattamenti specifici e di un vaccino, i comportamenti preventivi dei singoli (lavarsi spesso le mani, indossare la mascherina, mantenere le distanze di sicurezza) rappresentano le uniche armi che abbiamo nella gestione dell’emergenza. 

Tutto dipende, però, dalla percezione che i cittadini hanno dei rischi associati alla trasmissione del virus. Ecco perché gli psicologi e psichiatri dell’IRCCS Ospedale San Raffaele hanno avviato una ricerca per valutare la percezione del rischio legata a COVID-19 e dell’efficacia delle diverse misure di contenimento – oltre l’influenza che canali di comunicazione e caratteristiche psicologiche possono esercitare su questi aspetti. 

Si tratta di un questionario online a cui può partecipare chiunque: i risultati finali potrebbero avere un grande impatto sulla gestione della pandemia, non solo in Italia.

Il professor Francesco Benedetti, responsabile dell’unità di ricerca in Psichiatria e Psicobiologia, e la dott.ssa Benedetta Vai, ricercatrice presso l’ospedale e ideatrice della ricerca, ci parlano del ruolo della percezione del rischio COVID-19 e in che modo partecipare alla ricerca online. 

La percezione del rischio correlata a COVID-19

La percezione pubblica dei rischi – che costituisce un presupposto per la loro accettabilità – svolge un ruolo cruciale nell’influenzare i comportamenti delle persone. 

Tuttavia, la nostra valutazione dei rischi non segue sempre le logiche razionali e i calcoli probabilistici degli esperti, ma spesso fa affidamento a fattori etici, culturali e psicologici. L’assalto ai supermercati, senza misure di protezione, all’inizio dell’epidemia in Italia ne è un esempio.

Per quanto riguarda la pandemia di COVID-19, il fattore che più influisce sulla percezione pubblica è il fatto di trovarsi di fronte ad un “rischio emergente”, ovvero un pericolo che incontriamo per la prima volta. 

L’incertezza associata a questa nuova situazione porta i cittadini a cercare sui giornali, sulle tv e sui social informazioni che, purtroppo, possono rivelarsi poco attendibili e talvolta contraddittorie.

“È di fondamentale importanza comprendere come la popolazione utilizza e si fida delle diverse fonti di informazione e capire i meccanismi che portano o meno le persone a seguire comportamenti utili a prevenire la malattia. 

La sottovalutazione del rischio ha già dimostrato di essere un ostacolo alle vaccinazioni o a misure di protezione individuale in altri contesti” sottolinea il professor Francesco Benedetti.

La ricerca on line e come partecipare

I ricercatori del San Raffaele hanno ideato un questionario online, seguito da interviste, per valutare la percezione del rischio correlata a COVID-19 rispetto a diverse variabili. Tra queste troviamo:

  • variabili socio-demografiche, che comprendono per esempio l’età, il sesso, la regione di domicilio e la dimensione della città dove si vive;
  • conoscenze generali sul nuovo coronavirus e su COVID-19, e possibile storia personale di contagio;
  • atteggiamento nei confronti dei vaccini;
  • probabilità percepita di essere contagiato in diversi luoghi e situazioni sociali;
  • probabilità percepita di sviluppare complicanze se affetti da COVID-19;
  • utilità percepita delle diverse misure di contenimento adottate.

“La durata complessiva dello studio è di 18 mesi, proprio per seguire le diverse fasi della pandemia: dei soggetti partecipanti al questionario, verrà poi selezionato un sottogruppo da seguire nel tempo per valutare come questi fattori e le loro relazioni evolvono - spiega la dott.ssa Benedetta Vai -. Valuteremo anche la frequenza d’uso e la fiducia nei confronti di social network, carta stampata, siti web e televisione, e come queste variabili possono associarsi alla percezione del rischio e all’utilità percepita di diversi comportamenti preventivi” conclude Benedetta Vai.

Per partecipare al questionario clicca qui.

Cura e Prevenzione