Gastroenterologia e medico gastroenterologo: cosa fanno e cosa curano?

PUBBLICATO IL 05 LUGLIO 2020

Stomaco, pancreas, intestino, fegato… chi cura questi organi? A quale medico bisogna rivolgersi in caso di disturbi dell’apparato gastroenterico? Scopriamo che cos’è la gastroenterologia e cosa cura il gastroenterologo.

La gastroenterologia è una branca medica che si occupa specificatamente dello studio, della diagnosi e della cura delle malattie a carico dell’apparato digerente e che coinvolgono gli organi contenuti nell’addome: stomaco, intestino, fegato e pancreas, esofago, colon retto, intestino tenue, intestino crasso, colecisti (cistifellea).

Questi organi rappresentano una grande problematica dal punto di vista sociale, nel vero senso della parola: basti pensare che i disturbi che coinvolgono questa parte del corpo sono sicuramente tra le problematiche più frequenti per cui ci si rivolge al medico di base e quelle più trattate.  

Vediamo cosa fare in caso di disturbi o malattie gastroenterologiche e quando rivolgersi al gastroenterologo per la cura. 

Disturbi gastroenterologici: il primo step è dal medico curante 

“Una banale influenza - spiega il professor Giancarlo Micheletto, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio  si può manifestare anche con una problematica a livello dell’apparato digerente (es. diarrea) e che spesso porta il paziente a recarsi dal proprio medico curante. 

I problemi gastroenterologici possono interessare più o meno tutti, nell’arco della vita, giovani, anziani, bambini, adulti e, indistintamente, uomini e donne. 

I sintomi che un soggetto potrebbe accusare si possono manifestare: 

  • a livello dello stomaco (con ciò che comunemente identifichiamo come gastrite o come reflusso gastroesofageo);
  • a livello dell’intestino (con colite, anch’essa problematica molto diffusa e che comporta, a volte, anche risvolti di tipo psicologico);
  • a livello dell’ultimo tratto dell’intestino con emorroidi o ragadi”. 

Chi è il gastroenterologo e cosa fa 

“Tutte queste sono problematiche che possono essere affrontate inizialmente dal medico di famiglia, il quale può eventualmente  chiedere anche il supporto del gastroenterologo, ovvero lo specialista della branca. 

Il gastroenterologo può trattare i pazienti sia con consigli e suggerimenti da un punto di vista dietetico (l’alimentazione rappresenta un punto fondamentale nell’ambito della gastroenterologia) sia, se questo non fosse sufficiente, da un punto di vista farmacologico con una terapia dedicata che può portare indubbiamente dei vantaggi e dei risultati positivi”. 

La collaborazione con il  chirurgo gastroenterologo

Talvolta i risultati delle terapie faramcologiche tardano a manifestarsi oppure si presenta, dopo magari un iniziale miglioramento, una ripresa dei sintomi. 

L’indicazione in questi casi può essere sicuramente quella di affrontare la problematica in termini chirurgici, dove la figura del chirurgo gastroenterolgo può rappresentare una componente molto importante di questo percorso del paziente, in quanto può risolvere delle situazioni che, in termini solamente clinici, non sarebbe possibile. 

“Dobbiamo quindi pensare - continua l’esperto - che il chirurgo, basandosi su accertamenti ed esami strumentali, possa interpretare adeguatamente determinati sintomi riferiti dal paziente e possa intervenire in maniera assolutamente mininvasiva (chirurgia laparoscopica, la cosiddetta chirurgia ‘gentile’) per risolvere le diverse problematiche, sia che intervenga in acuto quindi d’urgenza con necessità dell’accesso del paziente in Pronto Soccorso, sia come ricovero in elezione quindi programmato, nelle tempistiche necessarie”. 

Attraverso la chirurgia laparoscopica, il chirurgo può affrontare le problematiche, ad esempio, in acuto come l’appendicite, piuttosto che una colecistite ovvero la presenza di calcoli nella cistifellea che si infiamma, scatenando il disturbo, oppure affrontare problemi di maggiore rilevanza, anche di natura neoplastica, e che quindi necessitano di procedure indubbiamente più impegnative, ma che possono anche queste essere affrontate tramite la chirurgia mininvasiva. 

“La collaborazione tra gastroenterologo medico e gastroenterologo chirurgo - conclude Micheletto - inizia ancor prima dell’intervento chirurgico e sicuramente continua nel post-operatorio, poiché il paziente operato può contare sul supporto del gastroenterologo medico sempre, come già detto, da un punto di vista dell’alimentazione piuttosto che di una terapia farmacologica”.
 

Cura e Prevenzione