Interventi di laparocele, ernia addominale e chirurgia bariatrica: lo studio del Dottor Olmi

PUBBLICATO IL 27 GIUGNO 2020

Come procedere in caso di laparocele o ernia addominale e intervento di chirurgia bariatrica? I risultati dello studio dell’équipe del dott.Olmi del Centro di eccellenza di Chirurgia dell’Obesità del Policlinico San Marco

Se un paziente obeso, candidato a chirurgia bariatrica, ha anche un problema di ernia ombelicale o di laparocele, come ci si deve comportare? La risposta a questa domanda arriva da un recente studio realizzato dell’équipe dell’Unità di Chirurgia Generale e Oncologica - Centro di Chirurgia della Parete Addominale - Centro di Chirurgia dell’obesità del Policlinico San Marco  dal titolo “Laparoscopic Ventral Hernia Repair in Bariatric Patients: the Role of Defect Size and Deferred Repair", pubblicato su Obesity Surgery, prestigiosa rivista internazionale fra le più importanti del mondo che si occupa di chirurgia dell’obesità. 

Lo studio, che ha riguardato 200 operati dal team diretto dal dottor Stefano Olmi, Responsabile delle Unità Operative di Chirurgia Generale e Oncologica, del Centro di Chirurgia della parete addominale, del Centro di Chirurgia Laparoscopica avanzata e del Centro di Chirurgia dell’obesità del Policlinico San Marco, ha indagato la miglior gestione del laparocele e in generale delle ernie di parete addominale nel paziente obeso.

Laparocele o ernia e chirurgia bariatrica: come procedere?

“Il dibattito su quale approccio sia più efficace e sicuro in termini di tempistiche, in caso di pazienti obesi che presentano un laparocele o un’ernia di parete addominale importante, è stato negli ultimi anni oggetto di diversi studi e confronti tra esperti - introduce il dottor Olmi -. 

Sulla base dei dati raccolti con il nostro studio, possiamo dire che nel paziente obeso con laparocele di grandi dimensioni è meglio procedere prima con l’intervento per obesità e successivamente, a dimagrimento ottenuto, operarlo di laparocele, ovviamente in entrambi i casi in laparoscopia. 

Questo perché l'obesità e il peso della parete addominale riducono le possibilità di successo dell'intervento di laparocele, mentre i risultati che si ottengono con il paziente dimagrito sono di gran lunga superiori come tenuta della rete (che viene inserita per chiudere il difetto di parete – volgarmente chiamato “buco” – del laparocele)”.

Laparocele o ernie di dimensioni minori: cosa cambia

Nel caso in cui i pazienti obesi presentino laparocele di piccole dimensioni o ernia ombelicale piccola e soprattutto nel caso siano sintomatici con rischio di complicanze per l’ernia o per il laparocele, il discorso cambia. 

“In questa situazione, è meglio prima riparare l'ernia o laparocele e conseguentemente operare il paziente di obesità. Entrambi gli step possono però essere associati in un duplice intervento laparoscopico in modo da ridurre al minimo lo stress operatorio e post-operatorio per il paziente. 

Il rischio di fare diversamente è di non risolvere definitivamente il problema del laparocele, o rischiare gravi complicanze del laparocele, come ad esempio, occlusioni intestinali o laparoceli cosiddetti ‘incarcerati’ (viene definito incarcerato quando l’apporto di sangue alla parte erniata è insufficiente a portare ossigeno, con gravi conseguenze ad esempio per l’intestino). 

Seguendo questa strategia, invece, si ottiene il dimagrimento del paziente, la risoluzione del laparocele e si evitano le complicanze del laparocele stesso”.

Ernia della parete addominale e laparocele: cosa sono 

Approfondisce l’esperto: “L’ernia è un passaggio di contenuto addominale (intestino, colon, omento…) o semplicemente di grasso attraverso un ‘buco’ della parete dell’addome, tecnicamente chiamato ‘difetto di parete’. 

Il laparocele è una particolare forma di ernia che può insorgere dopo un intervento chirurgico: nel luogo in cui è stata effettuata l’incisione, si forma una zona più debole che può diventare un difetto e dar luogo ad una ernia su incisione, che per via della sua origine (non naturale, ma causata da una precedente incisione chirurgica) viene tecnicamente chiamata laparocele. 

Entrambe queste condizioni (ernia e laparocele), variabili per localizzazione, dimensioni e gravità, rappresentano nella grande maggioranza dei casi un grave danno funzionale per l’esecuzione delle normali attività. Possono perfino diventare impedimento per le manovre più impegnative o addirittura una vera e propria urgenza nel momento in cui l’ernia si incarceri o si strozzi, cioè il suo contenuto, una volta uscito, non riesca a rientrare nella sua sede naturale”. 

L’intervento chirurgico per “guarire” un laparocele

“Attraverso la chirurgia, con tecnica laparoscopica, si procede a riposizionare nella sede naturale i visceri erniati e quindi si posiziona una rete (o protesi), che chiude il difetto di parete per impedire future erniazioni e ricostituire l’anatomia della parete addominale - spiega il dottore -. 

Il Centro di Chirurgia della Parete Addominale del Policlinico San Marco, con un’esperienza più che ventennale, rappresenta un punto di riferimento nel trattamento delle ernie e dei laparoceli della parete addominale, soprattutto attraverso l’utilizzo della metodica laparoscopica mini-invasiva

Non viene pertanto effettuato un taglio, ma tre piccole incisioni, attraverso le quali il chirurgo riduce l’ernia o il laparocele e posiziona e fissa la rete”. 

Il post operatorio 

“Il dolore postoperatorio, rispetto all’intervento tradizionale, è pressoché nullo. La ripresa delle attività avviene mediamente in 10-15 giorni, il tasso di recidiva è comparabile se non inferiore alle principali casistiche internazionali. 

Con questo studio abbiamo fatto un ulteriore passo avanti, offrendo il nostro contributo nella corretta gestione del paziente obeso e nel corretto timing di intervento quando il paziente obeso presenta contemporaneamente un laparocele”, commenta Olmi.

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