I benefici della fisioterapia in ambito oncologico

PUBBLICATO IL 03 FEBBRAIO 2020

La fisioterapia o meglio la riabilitazione in oncologia è una disciplina che negli ultimi anni ha acquisito una rilevanza sempre più crescente, grazie ai numerosi benefici che porta al paziente. 

La dottoressa Doris Mascheroni, responsabile di Medicina generale e Oncologia dell’Istituto Clinico Villa Aprica, ci spiega l’importante ruolo della riabilitazione oncologica.

Gli obiettivi dell’intervento fisioterapico in oncologia

La fisioterapia nel percorso di cura e trattamento dei tumori è mirato alla prevenzione e al trattamento dei deficit provocati dall’intervento chirurgico, farmacologico, radioterapico, ma anche dalla malattia stessa.

“Tali deficit - spiega la dottoressa Doris Mascheroni - possono interessare il sistema cardiorespiratorio, nervoso, muscolo scheletrico, linfatico e anche urinario e digestivo. 

La riabilitazione deve essere parte integrante del piano terapeutico di ciascun malato di cancro, in tutte le fasi del percorso diagnostico/terapeutico, e ha lo scopo di: 

  • prevenire e trattare gli effetti collaterali delle terapie 
  • recuperare le funzioni lese 

Con l’obiettivo di mantenere e migliorare la qualità di vita, un aspetto che nel tempo è diventato sempre più importante”.

La riabilitazione respiratoria post intervento

“La riabilitazione respiratoria, per esempio, è indispensabile in tutti i pazienti che debbano sottoporsi a un intervento chirurgico o addominale, anche non in ambito oncologico, ma ancor di più se la patologia da asportare è tumorale -  approfondisce la specialista -.

Un paziente che subisce un intervento, infatti, va supportato nella respirazione, perché dolore, limitazione motoria e cicatrici possono ridurre l’espansione del torace e quindi provocare infezioni o ristagno di secrezioni”. 

I benefici della riabilitazione motoria 

La riabilitazione motoria in pazienti oncologici è utile non solo nell’immediato periodo post chirurgico, ma anche durante e dopo le terapie antiblastiche. 

Innanzitutto, riduce la fatigue, cioè quel complesso di sintomi che lamenta il paziente affetto da tumore o in trattamento e cioè: 

  • stanchezza 
  • astenia 
  • debolezza 
  • dolori muscolari.

In seguito, a seconda della localizzazione del tumore e/o del conseguente intervento chirurgico, l’allenamento e gli esercizi riabilitativi sono fondamentali per ridurre le complicanze. 

Gli esercizi fisioterapici dopo la mastectomia

Un altro campo di applicazione importante è quello della riabilitazione senologica. 

La donna che subisce un intervento alla mammella per un tumore tende a incurvare le spalle verso l’interno e ad assumere posture malsane per le scapole e la colonna. 

La riabilitazione del cingolo scapolo omerale è fondamentale per evitare questo genere di complicanze.

L’utilità della riabilitazione motoria nei tumori alla colonna vertebrale

“Particolarmente ovvia è l’utilità della riabilitazione motoria in chi è affetto da tumori della colonna vertebrale o dei 4 arti - prosegue la dottoressa -. 

In particolare: 

  • la ripresa del tono muscolare 
  • il mantenimento dell’equilibrio 
  • il recupero di una buona funzionalità. 

permettono non solo una migliore qualità di vita, ma spesso la restitutio ad integrum della mobilità del soggetto, anche qualora fossero necessari protesi dopo amputazioni. 

Le rigidità e le fibrosi che insorgono dopo la radioterapia o a seguito di cicatrici, in ogni parte del corpo beneficiano dei trattamenti fisici e di scollamento con miglioramento della funzionalità dell’area e dell’eventuale dolore”. 

La fisioterapia per il linfedema

La fisioterapia, inoltre, è utilizzata con successo per ridurre gli edemi cioè i gonfiori, laddove siano state lese o interrotte le vie linfatiche. 

L’esempio più eclatante è la cosiddetta ‘sindrome del braccio grosso’, a seguito di interventi per cancro della mammella e dissezione dei linfonodi del cavo ascellare.

“Fortunatamente, questa evenienza si è ridotta moltissimo negli ultimi anni grazie ad una chirurgia più conservativa e all’asportazione del solo linfonodo sentinella; tuttavia non è inusuale osservare edemi del braccio a seguito di sforzi eccessivi o infezioni delle estremità proprio perché la corrente linfatica non è più efficace”, spiega la dottoressa. 

Oltre alla riabilitazione del cingolo scapolo omerale e al trattamento delle rigidità capsulari della spalla secondarie, i fisioterapisti possono trattare il braccio grosso efficacemente con:

  • massaggi
  • bendaggi elastocompressivi
  • tecar terapia 
  • linfodrenaggio. 

Le altre riabilitazioni 

Anche gli operati per neoplasia della prostata o della vescica possono beneficiare dell’inevitabile complicanza dell’incontinenza urinaria grazie a esercizi sul pavimento pelvico.

E nelle neoplasie a carico dell’apparato digerente possono essere introdotti esercizi di riabilitazione per la disfagia (cioè la difficoltà ad inghiottire cibi e liquidi) a seguito di interventi chirurgici o chemioterapia, oppure per il miglioramento dell’incontinenza fecale”. 

Quando è sconsigliata la fisioterapia 

“La terapia fisica - conclude la dottoressa Mascheroni - è ovviamente sconsigliata nel paziente con metastasi a distanza, perché eventuali massaggi o simili potrebbero aumentare la diffusione delle cellule tumorali nel torrente sanguigno. 

È da evitare nel caso di lesioni ossee che potrebbero peggiorare per atteggiamenti riabilitativi troppo ‘violenti’. 

Tuttavia, la riabilitazione soprattutto motoria intesa come miglioramento della qualità di vita è auspicabile in tutti i pazienti neoplastici, anche in coloro che sono affetti da malattia in fase avanzata. 

La riabilitazione oncologica (non solo fisica ma anche funzionale, nutrizionale, cognitiva, psicologica, sociale), consente di reinserire più velocemente le persone affette o in esiti di cancro nel sistema lavorativo, nella famiglia e nella società civile. 

E permette di garantire loro una vita dignitosa e senza dolore”.

Cura e Prevenzione