TC, Risonanza, MOC ed ecografia: quali sono le differenze?
PUBBLICATO IL 21 FEBBRAIO 2020
*(pagina aggiornata il 31 luglio 2023)
La diagnostica per immagini permette di valutare lo stato di salute del corpo. Ma quali sono gli esami diagnostici per immagini? E in cosa si differenziano? Scopriamolo insieme allo specialista.
La Tomografia Computerizzata (TC), la Risonanza Magnetica (RMN), l’ecografia e la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) sono tra le più importanti e conosciute tecniche di diagnostica per immagini, molto utili per individuare e osservare in maniera accurata e approfondita le diverse patologie.
Come funzionano? Quali sono le similarità e quali le differenze?
Ce lo spiega il dottor Mauro Preziosa, responsabile dell’Unità di Radiologia e Diagnostica per Immagini all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio.
La Tomografia Computerizzata (TC)
“La TC - spiega il dottore- si caratterizza innanzitutto per il tipo di energia utilizzata: si tratta di un fascio di radiazioni ionizzanti (o raggi X) emesso da una sorgente radiogena che con un movimento a spirale esplora un volume corporeo.
L’acquisizione dei dati attraverso appositi detettori permette, con specifici software, la ricostruzione bi e tridimensionale del segmento o organo corporeo (TC multistrato. È un esame che deve avere una giustificazione medica perché si utilizzano radiazioni ionizzanti”.
La TC, particolarmente indicata in ambito oncologico, chirurgico, vascolare e internistico, viene utilizzata maggiormente per lo studio delle varie sezioni di un organo o di un apparato, permettendo al radiologo di evidenziare eventuali lesioni presenti in diversi livelli di profondità.
La Risonanza Magnetica Nucleare (RMN)
È uno tra i maggiori strumenti di più elevato livello tecnologico ma anche di maggiore investimento economico.
“A differenza della TC - prosegue lo specialista - la Risonanza Magnetica si avvale di due tipi di energie: le radiofrequenze e gli elevati campi magnetici.
Chiusa o aperta, la RM è importante per la determinazione della qualità dei tessuti patologici e sani, e nella patologia del sistema nervoso e muscolo-scheletrico”.
Chi non può fare la RMN?
L’unico ostacolo rappresentato dall’esecuzione di questo esame è la presenza di componenti metallici all’interno dei pazienti.
Non possono accedere alla RMN coloro che presentano corpi metallici, pacemaker, clip vascolari in sede cerebrale o protesi, poiché possono creare gravi danni allo svolgimento dell'esame se non addirittura limitare l'attendibilità delle immagini riprodotte.
L’ecografia
“L’ecografia - continua il dott. Preziosa - viene utilizzata in molteplici ambiti della pratica clinica ed è estremamente vantaggiosa perché non utilizza radiazioni ionizzanti ma ultrasuoni, non comporta grande impegno economico e può essere eseguita in sicurezza da tutti i pazienti, comprese le donne in età fertile.
L’applicazione per cui è maggiormente riconosciuta è sicuramente quella in ambito ostetrico-ginecologico, a cui le future mamme si sottopongono per controllare lo status del feto”.
Tra i vantaggi di questo esame vi è la possibilità di studiare gli organi in movimento, soprattutto in ambito muscolo-scheletrico (tendini, legamenti, muscoli e articolazioni) oppure tessuti superficiali con strutture molto piccole.
“Ovviamente - precisa - l’ecografia ha anche delle limitazioni perché non riesce a vedere cosa c’è all’interno dell’osso e, per questo motivo, è necessario ricorrere alla risonanza magnetica”.
La Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC)
Conosciuta anche come DEXA, la MOC è un esame che utilizza una quantità di radiazioni molto bassa per studiare il contenuto minerale osseo dello scheletro.
“Con il progredire dell’età, soprattutto nelle donne dopo la menopausa - conclude Preziosa - l’osso diventa più fragile ed è quindi più esposto alle fratture e, di conseguenza, a un aumento del rischio di mortalità (in seguito a fratture di vertebra o femore)”.
Indagare sulla salute dell’osso permette non solo di avere maggiori informazioni circa la qualità e la robustezza, ma anche di attuare forme di prevenzione per eventuali fratture da fragilità.