Coronavirus e demenza: come gestire a casa il malato
PUBBLICATO IL 28 APRILE 2020
L’epidemia da COVID-19 preoccupa tutti i familiari e i caregiver dei malati di Alzheimer e di demenze. I consigli delle esperte per gestire la quotidianità domestica
Non per tutti stare a casa come richiesto è facile, soprattutto per quelle famiglie che si occupano di malati di Alzheimer o di altre forme di demenze.
In più la situazione si fa ancora più pesante quando sono le stesse persone con demenza, o i loro familiari, a risultare positivi al COVID-19 e qui risulta difficile mettere in atto le misure di distanziamento o di utilizzo dei dispositivi di protezione per prevenire il contagio.
Le Dottoresse Cecilia Perin Responsabile dell'Unità Operativa Semplice di Neuroriabilitazione Cognitiva e Benedetta Tagliabue, Medico Geriatra dell’Unità di Riabilitazione Specialistica, entrambe degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza e che esercitano la loro professione anche nel Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) della Clinica, spiegano come affrontare le principali problematiche legate alla gestione di un malato di demenze durante questa emergenza.
Demenze e coronavirus
“Innanzitutto - spiega la dott.ssa Tagliabue - è bene ricordare che essere affetti da demenza non significa essere soggetti a rischio di complicanze da COVID-19.
Ciò che espone il paziente a sviluppare manifestazioni più gravi dell'infezione da coronavirus sono altri fattori quali l'età e la presenza di altre comorbilità come ad esempio ipertensione, diabete e problemi respiratori.
Sono segnalate in letteratura, inoltre, percentuali maggiori di malati di demenze positivi al COVID-19 tra quelli che hanno frequentato, prima dell’emergenza, comunità o Centri Diurni e, fortunatamente, alcuni di questi pazienti, dopo il ricovero in terapia intensiva, sono tornati allo loro fase di normalità della malattia, e questo è incoraggiante”.
I consigli per chi è a casa con un malato di demenze
“Chi frequenta le associazioni di malati di demenze già da tempo - segnala la dott.ssa Perin - ha imparato come risolvere i disagi del malato in attività domestiche e ludiche interne a casa e quali strategie mettere in atto per contenere la propria ansia, in questo momento amplificata da tutta l’emergenza coronavirus.
Chi, invece, aveva affidato tutto al centro diurno o alla badante, adesso non è in grado di stare vicino al malato, e in questi casi i primi ostacoli sono il disagio e l’angoscia del parente, perché il malato li avverte e empaticamente si agita di più.
È importante quindi non trasmettere ansia e tensione al malato e occupare il tempo in attività quotidiane di casa come ad esempio pulire la verdura o fare le faccende, vedere delle vecchie foto, ascoltare le canzoni del cuore, ma anche raccontare al malato cosa sta accedendo, vedendo insieme a lui i servizi dei telegiornali e leggendo articoli sul tema.
Questo sarà anche un modo per far scaricare la tensione della persona affetta da demenza, ma anche del familiare.
È necessario rispettare anche le norme igienico- sanitarie per tutti, una buona azione può essere quella di individuare nella giornata qualche momento per lavarsi le mani, e farlo cantando una canzone” conclude la dott.ssa Perin.
I campanelli d’allarme che possono anticipare l’infezione da coronavirus in un malato di demenza
In questa situazione è necessario che i caregiver osservino con attenzione il loro familiare, al fine di intercettare in modo precoce la comparsa di febbre o i classici sintomi respiratori.
“È importante inoltre, osservare le modifiche comportamentali come, ad esempio, eccessivo sopore, inappetenza, tratti del viso sofferenti, o se il malato parla e cammina meno - segnala la dott.ssa Tagliabue -.
Si di tratta di un delirium ipocinetico, è un campanello d’allarme che anticipa un inizio di infezione. In questi casi è importante contattare il proprio specialista di riferimento o chiamare il numero regionale per l’emergenza da COVID-19 e capire insieme come gestire la situazione”.
Rassicurare i caregiver sui piani terapeutici
È importante informare i caregiver che, grazie alla proroga dei piani terapeutici fino al 30 giugno, si assicura la continuità terapeutica e assistenziale anche ai pazienti affetti da demenze.
Da ciò derivano più vantaggi:
- il medico di base può continuare a prescrivere i farmaci senza rinnovo del piano terapeutico (su indicazione dello specialista);
- è ancora garantita la rimborsabilità dei farmaci (fino alla nuova scadenza del piano terapeutico);
- il caregiver non è costretto a tornare dallo specialista con il paziente, in un momento in cui è importante restare in casa.
Inoltre, presso gli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza è possibile effettuare visite neurologiche e geriatriche urgenti o contattare tramite il centralino 03629861 le Dott.sse Perin e Tagliabue per tutte le necessità.