Punture di insetti (e non solo) in estate: riconoscerle e curarle
PUBBLICATO IL 17 AGOSTO 2020
Punture di zanzare, zecche, vespe, api e calabroni, ma anche di pesci ragno e meduse: i consigli dell’allergologo contro le più diffuse punture estive.
L’estate è una delle stagioni più attese dell’anno: sole, caldo, bagni in mare, ma anche salutari passeggiate in montagna, gelati e granite. Possibile nota dolente che accompagna inevitabilmente questi mesi di bella stagione, le punture degli insetti, ma anche di animali marini come le meduse.
Ma come capire quando si è in presenza di una reazione allergica da puntura di insetto e come difenderci dall’attacco? Ce ne parla il professor Paolo Pigatto, responsabile del servizio di Dermatologia e Allergologia dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi.
Le punture di zanzara
“Esistono principalmente due tipi di reazione che riguardano le punture di insetto: una di tipo esclusivamente cutaneo e una di tipo sistemico - spiega il prof. Pigatto -.
La prima è quella che si verifica nella maggior parte dei casi, come quella provocata dalle zanzare, che è la più classica.
Ormai, al giorno d’oggi, la zanzara comune europea è stata quasi completamente soppiantata dalla zanzara tigre, più aggressiva, che presenta caratteristiche differenti, e che può trasmettere infezioni attraverso reazioni più violente.
La portata delle manifestazioni è più importante, con ponfi che persistono più a lungo, un prurito molto intenso. Qualche volta può accadere anche con la formazione di una vescicolina proprio sopra la lesione, che viene grattata via con la fuoriuscita di un liquido sieroso e, talvolta, anche di tipo ematico.
Ci sono, inoltre, anche due tipi di risposte: la prima è il semplice prurito come unica manifestazione e la presenza del classico ponfo; mentre la seconda è la comparsa di noduli grossi e rossi, che potrebbero lasciare presagire a un’ipersensibilità che può creare situazioni di disagio e fastidio e, alla lunga, anche cicatrici (quindi un problema anche di tipo estetico)”.
I morsi di zecca
Alle volte ci sono delle punture che portano a infezioni come, ad esempio, la puntura della zecca che è piuttosto comune soprattutto in quelle persone che, portando a spasso il cane in zone con vegetazione alta, vengono morse.
“Il morso della zecca, rispetto a quello della zanzara - puntualizza l’esperto - può avvertirsi anche dopo 6/7 ore, perché l’anestetico che inietta è molto potente, rendendo la zona insensibile, e in grado di tardare la fase dolorosa.
Talvolta, può dare anche manifestazioni più gravi che vanno oltre al semplice morso, come l’insorgenza della borreliosi o Malattia di Lyme, patologia di tipo sistemico che coinvolge l’organismo in toto e dà un senso di malessere generale, febbre, dolori articolari e muscolari e che, se non trattata, può avere risvolti anche più severi.
Punture di calabroni, api e vespe
Altre punture che più si riscontrano nel periodo estivo sono quelle che danno particolari reazioni allergiche: nello specifico, i morsi degli imenotteri come i calabroni, le api e le vespe. Le reazioni variano da soggetto a soggetto: vanno da situazioni di dolore molto intenso a fastidio, prurito e irritazione, gonfiore, edema fino ad arrivare, nei casi più gravi, anche a shock anafilattico.
Nei casi di reazioni allergiche comuni, un soggetto deve essere sempre pronto (e attrezzato) a sopperire a un’anafilassi, in caso contrario è sempre meglio rivolgersi ad un Pronto Soccorso”.
Attenzione anche in mare
Un’altra particolare categoria di punture tipiche della stagione estiva sono quelle che accadono nel momento in cui si fa il bagno in mare. Ma quali sono le specie più temibili?
Puntura di Medusa
“Prestate particolare cautela alla medusa, la regina delle punture marine in estate - continua il professore -. Nel caso si venga colpiti dai suoi tentacoli, si raccomanda di non sfregarsi mai la zona interessata, ma uscire dall’acqua e pulire la ferita con una spugna imbevuta di acqua di mare calda (45/50°C) in grado di inattivare l’azione del veleno. Ovviamente, il tamponamento va fatto delicatamente, evitare di far scoppiare le bollicine tipiche della puntura di medusa, poiché la fuoriuscita del siero scatenerebbe una reazione pruriginosa, oltre che il fastidioso bruciore. Anche l’utilizzo dell’ammoniaca è molto efficace anche se si consiglia prima di pulire la ferita”. Se vuoi approfondire come curare la puntura di medusa puoi leggere anche “Puntura di medusa: cosa fare e cosa evitare”
Puntura di Pesce ragno (o tracina)
Attenzione anche al pesce ragno o (tracina): “Nuotando sempre sul fondale, questo pesce prende di mira soprattutto i piedi e, in generale, gli arti inferiori. Anche in questo caso, acqua di mare calda sempre per disattivare il veleno più una crema cortisonica – prosegue lo specialista -.
Fare attenzione anche alle spine che il pesce utilizza per iniettare il veleno: può capitare, talvolta, che si spezzino durante la puntura e rimangano all’interno del malcapitato, in quel caso, prima di applicare la pomata, sarà necessario rimuoverle”.
Come trattare i ponfi di puntura
“Nel caso di una puntura ‘normale’, il trattamento indicato è attraverso cortisonici locali, impacchi freddi e prodotti che abbiano un’azione antinfiammatoria, fino ad arrivare anche per via orale - specifica il professore -.
Mentre nel caso di puntura ‘allergica’, la cosa migliore sarebbe attendere per vedere il tipo di reazione e poi trattare con pomate di antistaminico locale (ovviamente non nei casi di shock anafilattico).
Anche i dopo-puntura, a questo proposito, rappresentano un ottimo rimedio per alleviare il dolore e attenuare il prurito. Ce ne sono di tanti tipi (soprattutto con ammoniaca ed estratti vegetali) ma ce n’è uno in particolare, molto di nicchia, che si trova esclusivamente in farmacia, a base di acido cloridrico diluito alle appropriate concentrazioni, che permette proprio di anestetizzare la parte interessata e impedire che questa venga grattata. Funziona per tutti i tipi di puntura di insetto, di medusa e di tracina”.
Cosa fare in caso di punture sull’occhio
“Nel caso di puntura alla palpebra, di appannaggio notturno, sempre che il soggetto non abbia particolari patologie oculari, una crema cortisonica sarebbe l’ideale soprattutto per evitare la formazione di edemi. Ovviamente, nel caso di gonfiori più importanti, recarsi immediatamente da uno specialista oculista che sarà in grado di valutare la presenza di eventuali danni all’occhio”.
Repellenti sì, repellenti no
“I repellenti anti-puntura rappresentano anch’essi un buon aiuto per evitare di essere attaccati. Per essere al massimo dell’efficacia, però, bisognerebbe aumentare un po’ di più la concentrazione di DEET (Dietiltoluamide), la sostanza maggiormente presente nei repellenti antizanzara: quando la concentrazione di DEET è al di sopra del 20% diventano ancora più funzionali - conclude il professor Pigatto -.
In ogni caso, vanno sempre lette con attenzione le indicazioni di utilizzo per evitare eventuali reazioni allergiche alla cute”.
I repellenti naturali
“Molto efficace è anche l’azione della vitamina B1 che, assunta per via orale, viene emessa dalla pelle attraverso un particolare odore che tiene lontani gli insetti.
Ottimo anche l’utilizzo della citronella (sempre meglio non applicarla sulla pelle per via delle allergie, ma avvalersi ad esempio di candele) oppure le spirali, o zampironi anche se, per via dell’odore, è sempre meglio tenere lontane dalle vie respiratorie”.