L'importanza dello screening vascolare nel paziente diabetico

PUBBLICATO IL 02 SETTEMBRE 2019

Diabete mellito e malattie cardiovascolari possono davvero essere considerate due facce di una stessa medaglia. Già, perché chi soffre della prima patologia risulta molto più esposto anche a sviluppare problemi vascolari che possono arrivare fino al temuto piede diabetico. Come ci spiega il dottor Roberto Mezzetti, responsabile dell’unità di Chirurgia Vascolare del Policlinico San Marco di Zingonia.

Diabete mellito e malattie cardiovascolari possono davvero essere considerate due facce di una stessa medaglia. Già, perché chi soffre della prima patologia risulta molto più esposto anche a sviluppare problemi vascolari che possono arrivare fino al temuto piede diabetico. Ne parliamo con il dottor Roberto Mezzetti, responsabile dell’unità di Chirurgia Vascolare del Policlinico San Marco di Zingonia. Grazie alla grande esperienza e all’alto volume, l’unità di chirurgia vascolare è centro di riferimento per il trattamento del piede diabetico e delle altre complicanze vascolari del diabete non solo a livello provinciale ma regionale, anche in virtù della collaborazione con altri ospedali del Gruppo San Donato, come gli Istituti Clinici Zucchi di Monza. Questa sinergia fa sì che nei casi di rivascolarizzazione o di gestione di ulcere difficili i pazienti delle altre strutture del Gruppo possano accedere al trattamento presso il Policlinico San Marco, con un percorso diretto e in tempi brevi.

Dottor Mezzetti, che legame c’è tra diabete e problemi vascolari?

La storia naturale della malattia diabetica è strettamente associata allo sviluppo di complicanze croniche micro e marco vascolari. Questo dipende dal fatto che l’eccesso di zuccheri nel sangue può facilitare la comparsa dell’aterosclerosi, cioè dell’accumulo di grassi nelle pareti delle arterie, responsabile del restringimento dei grossi e medi vasi sanguigni. L’incidenza di eventi coronarici fatali e non fatali nei diabetici è riportata dai diversi studi epidemiologici da 1,5 a 3-4 volte superiore rispetto ai non diabetici di pari età. Esistono però altre temibili complicanze vascolari: i disturbi di tipo ischemico, cioè dovuti a una mancata o ridotta ossigenazione dei tessuti. Tra questi in particolare: gli eventi ischemici cerebrali che possono essere transitori o stabili (TIA, Ictus) quando sono coinvolte le arterie carotidee, e l’arteriopatia obliterante degli arti inferiori il cui quadro clinico può variare da sintomi più o meno invalidanti dalla claudicatio (il dolore durante la deambulazione) sino alle vera e propria ischemia critica dell’arto. Il cosiddetto piede diabetico resta ancora oggi un problema importante e spesso invalidante: una persona diabetica ha un rischio relativo di amputazione d’arto quaranta volte superiore a una non diabetica. Questa condizione è la risultante di più malattie che tipicamente complicano il diabete mellito: neuropatia motoria e sensitiva, disfunzioni microcircolatorie, estrema vulnerabilità alle infezioni e la macroangiopatia.

Come si possono prevenire queste complicanze?

Un attento studio della vascolarizzazione degli arti inferiori e dei tronchi sovraortici è indispensabile nella persona poco o asintomatico potendo stabilire con esattezza quali devono essere i corretti termini per controlli in grado di prevenire le temibili complicanze vascolari del diabete mellito.

E in che modo si possono trattare?

Nel caso di complicanze a carico degli arti inferiori si può valutare la cosiddetta rivascolarizzazione chirurgica che può essere effettuata con chirurgia tradizionale o miniinvasiva endovascolare (l’indicazione a una o all’atra tecnica deriva da un attento esame obiettivo del paziente unitamente alla diagnostica vascolare non invasiva). Il concetto di ischemia critica è del tutto particolare in questi pazienti e di conseguenza anche l’approccio terapeutico. Oggi la migliore conoscenza della patologia aterosclerotica degli arti inferiori in questi pazienti ha aperto nuove frontiere nell’ambito delle rivascolarizzazioni periferiche. Nel paziente diabetico le lesioni aterosclerotiche hanno una distribuzione del tutto particolare, coinvolgono principalmente le arterie tibiali e l’arteria peroniera.

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