Tumore del colon-retto: i vantaggi della laparoscopia

PUBBLICATO IL 11 OTTOBRE 2019

Il tumore del colon-retto, in Italia, è la seconda neoplasia per incidenza nelle donne (17.000 nuovi casi all’anno) e la terza per gli uomini (20.000 nuovi casi all’anno). Ma grazie a un iter completo di diagnosi, cura e terapia, all’utilizzo della tecnologia più all’avanguardia e dell’innovativa tecnica laparoscopica mini-invasiva è possibile offrire al paziente un minore dolore postoperatorio e una rapida ripresa delle funzionalità.

Spiega il professor Stefano Olmi, direttore della Chirurgia Generale e Oncologica e del Centro di Chirurgia laparoscopica avanzata del Policlinico San Marco: «Lo screening proposto dalla Regione Lombardia ha permesso negli anni recenti di evidenziare tumori a uno stadio iniziale, che se operati in modo radicale e da mani esperte, offrono una prognosi molto vantaggiosa».

Laparoscopia con tecniche mini-invasive: di cosa si tratta

Negli ultimi anni il professor Olmi ha sviluppato tecniche innovative in questo settore e la chirurgia del Policlinico si è specializzata nell'utilizzo della laparoscopia mini-invasiva per asportare patologie addominali benigne e maligne dell’addome.

Le nuove tecniche consentono grande accuratezza e minima perdita di sangue lavorando attraverso piccoli "fori", grazie a una telecamera con tecnologia 4K che ingrandisce e magnifica le immagini e a strumenti estremamente avanzati.

«Da molti anni – spiega lo specialista - ormai sia in Italia sia all’estero, la patologia tumorale del colon-retto viene trattata con la tecnica laparoscopica mini-invasiva. La laparoscopia è una tecnica chirurgica, introdotta in Italia alla fine degli anni Ottanta, che consiste in un approccio assolutamente meno cruento rispetto alla classica chirurgia cosiddetta open, ovvero attraverso dei cosiddetti “buchini” invece della più o meno ampia incisione chirurgica».

Alla chirurgia si associano inoltre terapie mediche chemioterapiche e radioterapiche che verranno eseguite prima o dopo la chirurgia, in relazione allo stadio, localizzazione del tumore, età e condizioni cliniche del paziente.

I vantaggi

«Questa tecnica è associata a un minor dolore postoperatorio, a una più veloce ripresa della funzionalità dell’apparato gastroenterico e a una rapida ripresa della normale attività del paziente, all’assenza delle infezioni della ferita e nel caso di patologie tumorali alla possibilità di preservare le difese immunitarie modo da poter iniziare immediatamente le cure oncologiche necessarie.

Negli ultimi anni sono stati ampiamente dimostrati con studi internazionali i vantaggi dell’utilizzo della laparoscopia nella cura dei tumori e in particolare dei tumori del colon-retto, in cui hanno evidenziato risultati sovrapponili fra laparoscopia e tecnica classica, in termini di sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da malattia.

È stato inoltre dimostrato che in centri selezionati con chirurghi specializzati si ottengono risultati superiori a quelli della chirurgia tradizionale. Alla luce dei dati scientifici, quindi, crediamo che ad oggi la laparoscopia sia la tecnica di scelta nella cura dei tumori del colon-retto.

Ovviamente deve essere praticata da chirurghi sottoposti a un’adeguata curva di apprendimento, per ottenere i migliori vantaggi in termini di benessere del paziente e radicalità oncologica. È fondamentale infatti che l’asportazione del tratto di intestino in cui è localizzato il tumore sia sempre radicale e preveda anche l’asportazione dei linfonodi corrispondenti.

A questo proposito, un ulteriore passo in avanti per migliorare la qualità delle cure disponibili nel nostro ospedale è stata  l'introduzione dell’Immunofluorescenza, un dispositivo che - attraverso l’iniezione in sede peritumorale di una sostanza chiamata verde indocianina che colora di verde il circolo sanguigno - permette di evidenziare e quindi asportare tutti i linfonodi, anche quelli non visibili ad occhio umano, controllare la vascolarizzazione dei segmenti di intestino e di conseguenza prevenire la più temibile delle complicanze, ovvero la comparsa di fistole (piccole aperture che frequentemente obbligano il paziente a subire il disagio di dover portare “il sacchetto” e un secondo intervento chirurgico nei mesi successivi)».

Al Policlinico San Marco è possibile seguire un iter completo di diagnosi, cura e terapia del tumore del colon-retto, grazie a professionisti, tra cui il prof. Olmi, con una solida esperienza nel campo, tecnologie d’avanguardia, terapie moderne e sperimentate.

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