Vitamina D in inverno: quando e come integrarla

PUBBLICATO IL 20 NOVEMBRE 2019

Sono sempre di più le ricerche scientifiche che mettono la Vitamina D al centro dell’attenzione per i molti benefici che avrebbe sulla salute di tutto l’organismo e non solo delle ossa, come si pensava fino a un po’ di tempo fa. Ma perché la Vitamina D è così importante? Come assumerne la giusta quantità?

Il dottor Marcello Filopanti, endocrinologo del Policlinico San Marco e di Smart Clinic, ci risponde a riguardo e spiega:

  • che cos’è e che funzione ha;
  • le cause e i sinotmi della carenza;
  • come integrarla con gli alimenti;
  • come usare gli integratori di vitamina D;
  • le controindicazioni.

Che cos'è e che funzioni ha

La Vitamina D è un vero e proprio ormone che viene sintetizzato nella cute per effetto dei raggi solari o meglio, delle radiazioni ultravioletta B o UV-B, e assunta, in parte, dalla dieta. Chiamata anche “vitamina del sole”, in età adulta è utile per mantenere un adeguato metabolismo del calcio e delle ossa (per esempio, si utilizza in caso di osteoporosi).

In età pediatrica la sua azione principale è garantire un’adeguata calcificazione delle ossa (la grave carenza di Vitamina D provoca il rachitismo).

Negli ultimi anni sono state evidenziate molte altre funzioni della vitamina D in vari organi e sistemi, tanto che la sua carenza è stata associata a diversi tipi di disturbi come diabete, infarto, malattia di Alzheimer, asma, alla sclerosi multipla e depressione. Mancano tuttavia chiare e definitive evidenze scientifiche al riguardo.

 

La carenza di Vitamina D

Come detto, la fonte principale di Vitamina D è l'esposizione al sole della cute. Tutto ciò che riduce la trasmissione dei raggi solari UV-B o interferisce con la penetrazione dei raggi nella pelle quindi ne influenza la sintesi.

I bassi livelli di questa vitamina in Europa, in particolare, derivano da diversi fattori:

  • i paesi si trovano generalmente a latitudini elevate;
  • le popolazioni sono diventate sempre più urbanizzate e trascorrono meno tempo all'aperto (indagini statistiche indicano che gli abitanti delle città trascorrono l’80-90% del loro tempo al chiuso, limitando fortemente il potenziale per la produzione di vitamina D);
  • l’introduzione di vitamina D con gli alimenti è esigua nella maggior parte dei paesi europei e i livelli di integrazione raccomandati sono troppo bassi;
  • l’invecchiamento della popolazione.

La giusta raccomandazione di evitare l’eccessiva esposizione solare come prevenzione tumorale e lo stile di vita sedentario hanno inciso notevolmente su una buona quota della popolazione che oggi è a rischio di carenza di vitamina D.

I sintomi della carenza

In genere la carenza di vitamina D non dà sintomi particolari. Negli adulti, e nei casi più gravi, ci possono essere dolori muscolari cronici, ma è veramente molto raro.

Come detto prima, passare gran parte del proprio tempo, per lavoro o altro, in ambienti chiusi, vivere in città, abitare in nord Italia ed essere anziani rende più probabile avere una carenza di vitamina D. Inoltre, è più facile essere in carenza durante i mesi autunnali ed invernali, quando le ore di luce diminuiscono e il clima impone abiti che coprono di più.

Tuttavia, anche in inverno non è indicato il dosaggio cosiddetto “a tappeto” nella popolazione generale, ma è consigliata un'integrazione, dopo la verifica dei suoi livelli con esame del sangue, solo nei soggetti con certe patologie e sempre su indicazione medica.

Come integrarla: gli alimenti e l'esposizione

Pochi alimenti contengono naturalmente questa vitamina: tra questi, pesci grassi (salmone, sgombro, aringhe) e oli di pesce (incluso l'olio di fegato di merluzzo), formaggi grassi e carni rosse. Per questo è essenziale una corretta esposizione alla luce solare.

L'ideale è un'esposizione di circa 10-15 minuti quando la quota di raggi UVB è maggiore ovvero dalle 10 alle 15. Oppure si può ricorrere all'integrazione.

Gli integratori di vitamina D: come assumerli

Per il trattamento della carenza di vitamina D, sono disponibili numerosi prodotti. In genere si utilizzano 50.000 - 100.000 unità\ al mese di Colecalciferolo in olio per via orale, come consigliato dalle ultime linee guida, frazionate anche in dosi settimanali o quotidiane. Un altro prodotto frequentemente utilizzato è il Calcifediolo in gocce o capsule molli.

Entrambi questi farmaci si assorbono meglio se assunti con il cibo.

Le controindicazioni

Il sovradosaggio (per quanto raro) può essere pericoloso. Prima di assumere una integrazione a dosi farmacologiche è bene rivolgersi al proprio medico.

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