Congestione bambini: imparare a riconoscere i campanelli d'allarme

PUBBLICATO IL 11 LUGLIO 2019

La congestione (o blocco digestivo) è un disturbo molto frequente in estate. A soffrirne maggiormente sono i bambini, che spesso non sanno come riconoscere il problema dai primi segnali d’allarme. Il dottor Lella del Policlinico San Pietro ci spiega perché i più piccoli sono a rischio e come intervenire tempestivamente.

Può venire se si mangia o si beve in fretta qualcosa di molto freddo, come un gelato o una bibita ghiacciata. Ma anche se dopo aver appena finito di mangiare un pasto abbondante si fa subito un tuffo in acqua oppure ci si mette a correre o giocare. Di cosa parliamo? Della congestione, un disturbo frequente in estate, complici per prima cosa gli sbalzi di temperatura. A essere più facilmente colpiti sono i bambini, perché sempre in movimento e spesso incapaci di riconoscere il problema sin dai primi campanelli d’allarme. La buona notizia è, con un intervento tempestivo e seguendo delle semplici regole, il disturbo si risolve in breve tempo. Ma quali sono i segnali di pericolo ai quali i genitori devono prestare attenzione? Lo abbiamo chiesto al dottor Fausto Lella, responsabile dell’unità operativa di endoscopia digestiva e gastroenterologia del Policlinico San Pietro.

Dottor Lella, che cos’è esattamente la congestione?

Con il termine congestione s’intente un blocco digestivo (blocco intestinale da freddo o congestione dello stomaco). Si tratta di una reazione di difesa che l'organismo attiva durante la digestione per mantenere la temperatura corporea costante. Dopo mangiato, il sangue fluisce nello stomaco e nell'intestino. In questa fase molto delicata, se si subisce un forte sbalzo termico, il corpo mette in atto un meccanismo cosiddetto di vaso-costrizione (restringimento dei vasi sanguigni) che diminuisce l'afflusso di sangue allo stomaco e all’intestino. Questo provoca il blocco digestivo. Il risultato è uno squilibrio circolatorio che porta con sé, oltre all'interruzione del processo digestivo, anche una serie di fastidi più o meno intensi. Si tratta di una problematica molto frequente in estate, perché con i bagni al mare, al lago o in piscina e con il maggiore consumo di bevande e cibi freddi si è molto più soggetti agli sbalzi termici.

Perché i bambini ne soffrono più di frequente?

Perché, rispetto agli adulti, hanno un apparato digestivo molto più delicato e quindi possono andare incontro più facilmente al blocco digestivo. Inoltre, spesso non riconoscono e non sanno interpretare i primi segnali di pericolo e, per questo motivo, possono essere più a rischio degli adulti in particolare se la congestione si verifica mentre sono in acqua.

Quali sono i sintomi della congestione?

I segni tipici del disturbo compaiono dopo aver mangiato generalmente in maniera graduale: prima, brividi e sudorazione fredda, pallore, sensazione di estrema stanchezza e spossatezza, poi crampi o mal di stomaco e dolore alla pancia, nausea e/o vomito. A seguito di un rapido e intenso sbalzo di temperatura , il cosiddetto shock termico, può insorgere una congestione fulminea che può causare uno svenimento. Quando ciò accade in acqua, c’è il rischio che sopraggiunga anche la morte per annegamento.

Quali sono le cause del disturbo?

Ci sono una serie di comportamenti che possono indurre questo blocco: passare velocemente da un locale con aria condizionata a uno con temperatura elevata o viceversa; esporsi a una corrente di aria fredda; bere di fretta una bevanda ghiacciata oppure fare un tuffo in acque molto fredde, quando si è surriscaldati e in fase digestiva; svolgere un'attività fisica intensa subito dopo un pasto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati. Bisogna però tenere presente che le reazioni del corpo a questi comportamenti possono variare a seconda della persona e di quel che ha mangiato. Il processo digestivo infatti inizia 20-30 minuti dopo il pasto e può durare diverse ore, se il pasto è stato abbondante e ricco di grassi, oppure può impiegare molto meno tempo, se si consumano cibi più leggeri.

Come intervenire? E come evitare che succeda di nuovo?

Cosa è opportuno fare in caso di congestione?

È fondamentale imparare a riconoscere i primi segnali d’allarme, così da poter intervenire in tempo ed evitare conseguenze che possono essere anche gravi. Nel caso dei bambini, è importante che i genitori prestino sempre attenzione alle attività svolte in particolare subito dopo il pasto.  Alla prima sensazione di malessere è opportuno sospendere ogni attività, distendersi con le gambe sollevate rispetto alla testa in un luogo ben ventilato ed asciutto, tenere calda la pancia per ripristinare la temperatura corporea e riattivare la digestione effettuando un lieve massaggio. È utile anche inumidire di tanto in tanto la fronte con un panno imbevuto d'acqua a temperatura ambiente. Se la congestione è avvenuta dopo un bagno, è bene asciugarsi e riscaldarsi immediatamente. Dopo che la temperatura corporea si è ristabilita, può essere utile bere a piccoli sorsi liquidi tiepidi o a temperatura ambiente. In genere, dopo circa 2-3 ore i disturbi scompaiono ma può rimanere una sensazione di stanchezza con dolori muscolari. Se i fastidi non regrediscono, è consigliabile chiamare i numeri telefonici di emergenza e/o recarsi in pronto soccorso.

In che modo si può prevenire?

Evitando i forti sbalzi termici. In particolare, dopo il pasto, sarebbe meglio non passare improvvisamente da un luogo molto caldo ad un ambiente con aria condizionata o viceversa, bere bevande ghiacciate o mangiare cibi molto freddi, tuffarsi subito in acqua o svolgere un’attività fisica intensa. In generale si raccomanda di seguire il buon senso: se si è consumato un pasto abbondante è preferibile aspettare 2-3 ore prima di fare il bagno, se invece si è mangiato cibi molto leggeri o si è fatto uno spuntino a base di frutta o verdura, allora si può entrare in acqua anche subito. Un consiglio utile è quello di bagnarsi gradualmente, partendo prima dai polsi e dalle tempie, per abituare il corpo alla diversa temperatura, ed evitare il cosiddetto shock termico. L’importante in ogni caso è ascoltare il proprio corpo e saper valutare la condizione fisica del momento. Nel caso dei bambini, si raccomanda ai genitori di tenerli sempre d’occhio e non lasciarli mai da soli in acqua.

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