Calcoli alla colecisti, colica biliare, colecistite e pancreatite: quali sono le differenze?

Calcoli alla colecisti, colica biliare, colecistite e pancreatite: quali sono le differenze?

PUBBLICATO IL 16 GIUGNO 2025

Calcoli alla colecisti, colica biliare, colecistite e pancreatite: quali sono le differenze?

PUBBLICATO IL 16 GIUGNO 2025

La colecisti o cistifellea è un organo situato sotto il fegato che ha il compito di immagazzinare e rilasciare la bile per favorire la digestione, in particolare dei grassi. Sebbene si tratti di un organo spesso ‘trascurato’ può andare incontro a diversi disturbi e patologie: dai calcoli alla colica biliare, dalla colecistite fino alla pancreatite acuta

Conosciamoli con l’aiuto del dottor Mauro Montuori, chirurgo dell’Unità di Chirurgia generale del Policlinico San Pietro.

Calcoli alla colecisti: che cosa sono e perché si formano

“I calcoli alla colecisti, detti anche calcoli biliari, sono piccoli aggregati solidi che si formano all’interno della cistifellea quando, per cause  multifattoriali, alcune delle sostanze che compongono la bile si depositano e cristallizzano. Possono essere costituiti da colesterolo, sali biliari o pigmenti”, spiega il dottor Montuori. 

I fattori di rischio, che maggiormente incidono sulla formazione di questi calcoli, sono:

  • genere femminile;
  • dimagrimento rapido e importante;
  • obesità;
  • diabete;
  • dieta povera di fibre;
  • dislipidemie, ovvero elevati livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue;
  • disturbi intestinali cronici, come il morbo di Crohn.

I sintomi

Spesso i calcoli alla cistifellea rimangono asintomatici, senza dare segno di sé, e infatti in molti casi vengono scoperti solo per caso durante una ecografia addominale. 

“Quando si manifestano i sintomi più comuni dei calcoli alla colecisti sono:

  • dolore addominale, tipicamente nella parte alta destra dell’addome;
  • nausea e vomito;
  • diarrea, con feci acoliche (biancastre o grigiastre); 
  • subittero, con colorito giallastro degli occhi;
  • ittero, cioè pelle giallastra.

Le complicanze più temute - continua lo specialista - sono rappresentate da:

  • colica biliare, che si verifica quando i calcoli si spostano all’interno della colecisti, ostruendo temporaneamente il normale deflusso della bile, portando quindi a un aumento di pressione della colecisti e determinando l’insorgenza di dolore;
  • colecistite, che insorge quando la bile che non defluisce si sovrainfetta, determinando un’infezione della colecisti;
  • pancreatite, che si verifica quando i calcoli migrano andando a ostruire la via biliare principale e il dotto pancreatico portando a un’infiammazione del pancreas”.

Come si curano i calcoli

Il trattamento dei calcoli alla colecisti può essere dietetico-farmacologico o chirurgico. La scelta dipende da diversi fattori ovvero dalla presenza o meno di sintomi, dalla dimensione e posizione dei calcoli.  

“Quando i calcoli sono sintomatici il trattamento di scelta è l’asportazione della colecisti con un intervento mini invasivo di colecistectomia laparoscopica o robotica, eventualmente con l'ausilio di coloranti specifici come il verde di indocianina che consente di magnificare la visione delle strutture nobili rendendo l’intervento più sicuro per il paziente. 

Si tratta di un intervento mini-invasivo, sicuro ed efficace, che permette un rapido recupero post-operatorio e un pronto ritorno alle normali attività quotidiane con dimissione il giorno successivo all’intervento e con tassi di conversione prossimi allo zero presso la nostra struttura. 

Se i calcoli sono piccoli o non danno sintomi significativi si possono trattare con un farmaco specifico, l’acido ursodesossicolico, per tentare di scioglierli e con una dieta ipolipidica (ovvero a basso contenuto di grassi)”, spiega l’esperto.

 

La colica biliare: che cos’è e come si manifesta

La colica biliare, come accennato, è una delle manifestazioni più comuni dei calcoli. 

"Causata dall’ostruzione temporanea del deflusso di bile con distensione della colecisti, la colica si manifesta con un dolore acuto localizzato nella parte alta dell’addome, sotto le costole a destra, che a volte può irradiarsi alla schiena o alla spalla destra. Spesso scatenato da pasti abbondanti o grassi, il dolore può durare da pochi minuti a diverse ore ed essere recidivante”, osserva il dottor Montuori. 

Oltre al dolore, in genere, si associano anche alcuni sintomi come:

  • ⁠nausea e vomito;
  • sensazione di gonfiore e difficoltà a digerire.

 

Il trattamento per la colica biliare

In caso di colica biliare la prima terapia è rappresentata da riposo e dieta leggera, associati a farmaci antidolorifici e antispastici

“Se però gli episodi di coliche biliari sono ripetuti è consigliabile una valutazione chirurgica per un eventuale intervento di colecistectomia”, suggerisce lo specialista.

 

La colecistite: come riconoscerla e cosa fare

Un’altra patologia che, come abbiamo visto, può colpire la colecisti è la colecistite, ovvero l’infiammazione della colecisti dovuta all’ostruzione del dotto biliare da parte dei calcoli con sovrainfezione della bile contenuta nella colecisti. 

“La colecistite è spesso il secondo step di una colica biliare. In questo caso il dolore è più persistente ed è spesso accompagnato da febbre, segno di un processo infiammatorio in atto. In questa situazione è fondamentale rivolgersi rapidamente a uno specialista per un trattamento tempestivo, che includa, qualora necessario, l’intervento chirurgico di colecistectomia - avverte il dottor Montuori -. 

Il rischio altrimenti è che possa degenerare con complicanze severe come idrope della colecisti, ascessi epatici o perforazione della colecisti con peritonite o sepsi”.

 

Pancreatite: come si manifesta e le cure

In alcuni casi, i calcoli possono migrare ancora fino alla via biliare principale causando un’ostruzione della via biliare e del dotto pancreatico. “La conseguenza è lo sviluppo di una pancreatite acuta, un’infiammazione del pancreas, ghiandola situata dietro lo stomaco che svolge un ruolo fondamentale nella digestione e nella regolazione della glicemia, potenzialmente molto grave”. 

I sintomi più comuni della pancreatite sono:

  • dolore addominale intenso, localizzato nella parte superiore dell’addome e spesso irradiato alla schiena;
  • nausea e vomito;
  • febbre;
  • addome gonfio e dolente;
  • inappetenza.

In questi casi è necessario: 

  • un accesso urgente alle cure ospedaliere
  • una colangio risonanza magnetica per studiare la via biliare; 
  • una procedura endoscopica per risolvere l'ostruzione chiamata ERCP (Endoscopic Retrograde Cholangio-Pancreatography) o CPRE (Colangio pancreatigrafia retrograda endoscopica); 
  • successivamente un intervento di colecistectomia al fine di evitare recidive. 

In caso di sintomi risulta, quindi, essenziale rivolgersi al chirurgo per una valutazione specialistica al fine di programmare un trattamento personalizzato e prevenire complicanze potenzialmente gravi”, conclude il dottor Montuori.