Una nuova proposta nella chirurgia protesica del ginocchio: la protesi tri-monocompartimentale

Una nuova proposta nella chirurgia protesica del ginocchio: la protesi tri-monocompartimentale

PUBBLICATO IL 30 APRILE 2025

Una nuova proposta nella chirurgia protesica del ginocchio: la protesi tri-monocompartimentale

PUBBLICATO IL 30 APRILE 2025

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La chirurgia ortopedica ha compiuto negli ultimi anni importanti passi avanti nel campo della protesica. Queste innovazioni hanno trovato ampio impiego soprattutto nell’ambito del trattamento dell’artrosi del ginocchio, detta anche gonartrosi.

Muovendosi verso questa direzione, presso l’Istituto Clinico San Siro è stata eseguita dal dottor Andrea Parente una nuova procedura di chirurgia protesica, denominata tri-monocompartimentale; un intervento che combina i vantaggi di una protesi totale, senza però andare a sacrificare il movimento naturale del ginocchio. 

Approfondiamo le innovazioni di questa tecnica con il chirurgo ortopedico che ha eseguito le procedure e che collabora presso il Centro di Chirurgia Protesica di Anca e Ginocchio dell’Istituto Clinico San Siro

 

Cos’è una protesi tri-monocompartimentale

“La protesi tri-monocompartimentale altro non è che una combinazione in sede chirurgica di 3 protesi monocompartimentali, impiantate però contemporaneamente sullo stesso ginocchio”, afferma il dottor Parente.

Le protesi monocompartimentali del ginocchio sono degli impianti protesici che permettono il rivestimento di uno dei 3 compartimenti del ginocchio. Questi ultimi sono nello specifico:

  • quello mediale, la parte interna del ginocchio;
  • quello laterale, la sezione all’esterno dell’articolazione;
  • quello femoro-rotuleo, tra femore e rotula.

“Le 3 protesi monocompartimentali coprono ognuna uno dei compartimenti del ginocchio e vengono impiantate insieme per rivestire completamente l’articolazione affetta, in ognuna delle 3 parti, da una gonartrosi invalidante.

L’obiettivo finale è quello di ottenere la riduzione del dolore a oggi raggiungibile con un intervento di protesi totale, ma con un miglioramento dal lato della funzionalità del ginocchio. Questo lo otteniamo mantenendo intatti i legamenti crociati del paziente”, afferma il chirurgo ortopedico.

 

A chi è rivolto l’intervento di protesi tri-monocompartimentale

“La tecnica di protesizzazione tri-monocompartimentale si rivolge particolarmente a pazienti considerati ‘giovani’, chirurgicamente parlando - afferma il dottor Parente -. Si rivolge nello specifico a pazienti che:

  • fanno parte, in media, della fascia di età che varia tra i 55 e i 70 anni;
  • presentano artrosi severa diffusa al ginocchio
  • sono sportivi amatoriali;
  • hanno legamenti crociati ancora completamente integri”.

È, quindi, un approccio chirurgico che richiede precedentemente un’attenta valutazione da parte dell’ortopedico. “La protesi tri-monocompartimentale, infatti, non è adatta a tutti. È fondamentale selezionare con attenzione i pazienti, valutando in particolare l’integrità dei legamenti, le necessità funzionali del paziente e lo stato generale dell’articolazione”.

 

I vantaggi della protesi tri-monocompartimentale

“Il vantaggio principale della protesi tri-monocompartimentale è senza dubbio la possibilità di posticipare nel tempo il ricorso a un intervento di protesi totale tradizionale - specifica lo specialista -. 

Inoltre, in caso di revisione a distanza della protesi tri-monocompartimentale, il paziente potrebbe procedere con l’impianto di una protesi totale standard (da primo impianto) senza dover ricorrere a una protesi da revisione, un intervento molto più complesso e invasivo”.

Dal punto di vista tecnico, inoltre, la protesi tri-monocompartimentale consente un maggiore risparmio osseo, rispetto alla protesi totale. 

“Questo significa che l’intervento è meno invasivo e può comportare anche una minore perdita di sangue e un recupero più rapido

Il risparmio osseo, unito alla conservazione dei legamenti crociati, rende l’operazione particolarmente adatta a chi desidera mantenere un’ottima capacità motoria dopo l’intervento e ritornare anche allo sport di basso impatto” afferma Parente.

 

Come viene eseguito l’intervento di protesi tri-monocompartimentale

La procedura chirurgica per l’impianto di una protesi tri-monocompartimentale prevede un intervento open (a cielo aperto), simile a quello della protesi totale.

“La vera innovazione sta nella capacità di far lavorare in sinergia le 3 componenti (protesi monocompartimentali) garantendo così una mobilità il più naturale possibile. Abbiamo recentemente pubblicato un case report in letteratura e proseguiremo con ulteriori studi e approfondimenti in tal senso”, afferma il dottor Parente.

 

Recupero post-operatorio

Il recupero post-operatorio dopo un intervento di protesi tri-monocompartimentale è facilitato da:

  • approccio meno invasivo a carico delle strutture ossee, muscolo-tendinee e legamentose;
  • mantenimento della biomeccanica del ginocchio.

Tutto questo può garantire una ripresa più rapida e, conclude il chirurgo ortopedico, “i pazienti riferiscono una sensazione di maggiore familiarità con il nuovo ginocchio essendo stato rivestito, ma non sostituito. Inoltre, l’articolazione risulta molto stabile anche durante attività dinamiche”.