Un farmaco per il diabete per proteggere il cuore dei pazienti oncologici: una scoperta rivoluzionaria per la cardio-oncologia

Un farmaco per il diabete per proteggere il cuore dei pazienti oncologici: una scoperta rivoluzionaria per la cardio-oncologia

PUBBLICATO IL 11 APRILE 2025

Un farmaco per il diabete per proteggere il cuore dei pazienti oncologici: una scoperta rivoluzionaria per la cardio-oncologia

PUBBLICATO IL 11 APRILE 2025

Un nuovo studio internazionale, condotto con il contributo dell’IRCCS Policlinico San Donato e dell’Università degli Studi di Milano, ha rivelato che un comune farmaco utilizzato per trattare il diabete, inibitore SGLT2, potrebbe ridurre significativamente il rischio di insufficienza cardiaca nei pazienti oncologici.

Approfondiamo l’argomento con il prof. Massimo Piepoli, direttore dell’Unità operativa di Cardiologia universitaria perioperatoria e riabilitativa all’IRCCS Policlinico San Donato e docente presso l’Università degli Studi di Milano. 

Il professore ha partecipato attivamente alla ricerca scientifica, facendo parte del team internazionale che ha condotto lo studio.

 

Perché il cuore dei pazienti oncologici è a rischio

I pazienti affetti da tumore possono sviluppare problemi cardiaci per diverse ragioni:

  • effetti collaterali della chemioterapia. Molti trattamenti oncologici possono danneggiare il cuore, un fenomeno noto come cardiotossicità;
  • infiammazione e stress ossidativo. Il cancro e le sue cure possono causare uno stato di infiammazione cronica, che può danneggiare i tessuti del cuore;
  • fattori di rischio preesistenti. Alcuni pazienti oncologici soffrono già di malattie cardiovascolari o hanno una predisposizione genetica a svilupparle.

Si stima che fino al 20% dei pazienti sottoposti a trattamento oncologico possa sviluppare problemi cardiaci e che circa il 10% di essi arrivi a soffrire di insufficienza cardiaca, una condizione in cui il cuore non riesce più a pompare sangue in modo efficace.

 

Che cosa sono gli inibitori SGLT2 e come possono aiutare

Gli inibitori SGLT2 (Sodium-Glucose Cotransporter-2) sono una classe di farmaci originariamente sviluppati per il trattamento del diabete di tipo 2

Questi farmaci funzionano bloccando una proteina nei reni che favorisce il riassorbimento dello zucchero nel sangue. In questo modo, il glucosio in eccesso viene eliminato attraverso le urine, riducendo i livelli di zucchero nel sangue e abbassando il rischio di complicazioni diabetiche.

Negli ultimi anni, numerosi studi hanno dimostrato che questi farmaci hanno anche benefici cardiovascolari, riducendo il rischio di insufficienza cardiaca nei pazienti con e senza diabete. 

Ora, questa nuova ricerca suggerisce che potrebbero avere un effetto protettivo anche nei pazienti oncologici.

 

Lo studio e i suoi risultati

La ricerca, pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology, ha analizzato 13 studi clinici che hanno coinvolto un totale di 88.273 pazienti oncologici. I risultati hanno mostrato che l’uso di inibitori SGLT2 ha portato a:

  • riduzione del 50% dei ricoveri per insufficienza cardiaca;
  • diminuzione del 71% dei nuovi casi di scompenso cardiaco;
  • particolare efficacia nelle pazienti con cancro al seno trattate con antracicline, un tipo di chemioterapia noto per i suoi effetti tossici sul cuore.

 

Un passo avanti nella cardio-oncologia

La cardio-oncologia è una branca della medicina che studia gli effetti delle terapie oncologiche sul cuore e cerca strategie per prevenire e trattare i danni cardiaci nei pazienti oncologici.

“La chemioterapia ha rivoluzionato la cura del cancro, migliorando la sopravvivenza dei pazienti, ma può avere effetti avversi sul cuore - spiegano gli autori dello studio -. Questa scoperta potrebbe rappresentare un cambio di paradigma, fornendo ai medici un nuovo strumento per proteggere la salute cardiovascolare dei pazienti oncologici durante e dopo i trattamenti”.

 

Un team di ricerca internazionale

Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori provenienti da diversi centri europei, tra cui:

  • IRCCS Policlinico San Donato (Italia);
  • Università degli Studi di Milano (Italia);
  • Università di East Anglia (Regno Unito);
  • Norwich University Hospital (Regno Unito);
  • Ninewells Hospital e Medical School di Dundee (Scozia);
  • La Paz University Hospital (Spagna);
  • Quiron Pozuelo University Hospital (Spagna).

“Questi risultati aprono la strada a nuovi studi per confermare l’efficacia degli inibitori SGLT2 nella protezione del cuore nei pazienti oncologici. Se ulteriori ricerche confermeranno questi dati, questi farmaci potrebbero diventare un nuovo standard di cura nella gestione dei pazienti con tumore ad alto rischio di insufficienza cardiaca”, afferma il prof. Piepoli.