
L’intervento chirurgico endoscopico per il tunnel carpale: come funziona
PUBBLICATO IL 22 AGOSTO 2025
Il tunnel carpale è, con tutta probabilità, il disturbo da compressione nervosa più diffuso e temuto.
Fortunatamente, per coloro che ne sono alle prese, c’è una buona notizia: grazie all’endoscopia, incidere il legamento trasverso del carpo non è mai stato così facile.
Ne parliamo con il dott. Ignazio Marcoccio, Responsabile del Centro di chirurgia della mano e microchirurgia ricostruttiva dei nervi periferici dell’Istituto Clinico Città di Brescia.
Cos’è il tunnel carpale
Situato tra il polso e il palmo della mano, il tunnel carpale è un arco piuttosto stretto attraverso il quale passano 9 tendini e il nervo mediano.
Una sua alterazione, anche minima, può causare la compressione del nervo nel suo passaggio dall’avambraccio alla mano e l’insorgere di questa patologia.
I sintomi con cui inequivocabilmente si manifesta sono dolore, sensazione di intorpidimento e formicolio alla mano e alle prime 3 dita, a dispetto invece del semplice dolore al polso troppo spesso ricondotto al tunnel carpale, ma che, il più delle volte, è dipendente da artriti, ovvero le infiammazioni articolari come l’artrite reumatoide, o tendiniti.
Dalla tecnica tradizionale mini-open all’opzione chirurgica endoscopica
Fino a qualche tempo fa l’opzione chirurgica più praticata era quella definita mini-open, grazie alla quale si eseguiva un taglio di circa 1 cm / 1 cm e mezzo a livello palmare e, attraverso la sezione dei tessuti, si arrivava al legamento trasverso del carpo (il ‘tetto’ del canale carpale) per inciderlo.
Oggi si predilige un approccio ancor più mini-invasivo che prevede l’utilizzo dell’endoscopio.
Come funziona la tecnica chirurgica endoscopica
L’endoscopio è una cannula che può avere diametri diversi a seconda del tipo e della funzione specifica (in questo caso 5 millimetri di diametro), dotato di una telecamera e una fonte di luce, all’interno della quale è presente una fibra ottica dove è a sua volta inserita una piccola lama di 5 millimetri.
Grazie all’endoscopia, è possibile andare al di sotto del legamento trasverso del carpo allo scopo di inciderlo.
Questa tecnica ha degli indubbi vantaggi rispetto all’opzione chirurgica precedentemente descritta: se con l’intervento mini-open, per tagliare il legamento trasverso del carpo, è necessario attraversare cute, sottocute, tessuto adiposo e, qualche volta, muscoli, con l’endoscopia si accede dal di sotto e si arriva direttamente al legamento.
La tecnica endoscopica, quindi, presenta una minor percentuale di cicatrici dolorose, un più precoce ritorno alle attività del quotidiano e offre un maggior confort nell’immediata fase post chirurgica.
Entrambe le tecniche descritte, comunque, hanno elevatissime percentuali di riuscita.
La riabilitazione dopo l’intervento: quando è necessaria
Operarsi per risolvere il tunnel carnale richiede un ricovero di qualche ora e, nel 95% dei casi, non vi è alcuna necessità di eseguire alcun percorso fisioterapico.
Solo nei casi in cui il paziente sviluppasse aderenze, dolori cicatriziali, gonfiori e/o tendiniti dei flessori del polso è necessario rivolgersi a un fisioterapista per un’adeguata riabilitazione tissutale. Un percorso necessario per:
- recuperare e ripristinare il movimento del polso tramite massaggio della cicatrice, scollamento delle aderenze, mobilizzazione del polso;
- sottoporsi, contestualmente, a terapie fisiche come ultrasuoni, laser e tecarterapia utili per sfiammare i tessuti.
La chirurgia solo in seguito al fallimento delle terapie conservative
L’opzione chirurgica per risolvere il tunnel carpale, va ricordato, rappresenta l’ultima spiaggia. Prima del ricorso all’intervento, è sempre opportuno eseguire un ciclo di terapie conservative per constatare eventuali miglioramenti.
Le terapie proposte presso l’Istituto Clinico Città di Brescia consistono nella prescrizione di neurotrofici, integratori che nutrono la parete del nervo, abbinata a un ciclo di cure per disinfiammare il canale carpale comprensivo di fisioterapia (finalizzata a ottenere un miglioramento della sintomatologia), massaggi drenanti, laser e ultrasuoni.