Cos'è l'iperlordosi e quando curarla

PUBBLICATO IL 16 SETTEMBRE 2024

Il termine iperlordosi lombare, ovvero la curvatura concava e molto accentuata della parte lombare e lombosacrale della colonna, riconduce spesso all’associazione con una patologia a carico della colonna vertebrale. 

Questa connessione, tuttavia, è un errore strettamente concettuale, non esiste infatti una malattia denominata iperlordosi; piuttosto, l’iperlordosi, rappresenta solo e semplicemente una delle molteplici conformazioni naturali che il rachide umano può presentare.

A definire i limiti entro cui l’iperlordosi può definirsi normalità o patologia e a individuarne le peculiarità che la differenziano dall’ipolordosi (la riduzione della lordosi vertebrale), il dottor Roberto Bassani, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Vertebrale all’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio, che collabora anche con la Casa di Cura La Madonnina.

 

Lordosi e cifosi: le curvature naturali della colonna vertebrale

La colonna vertebrale è costituita naturalmente da 4 curvature, suddivise in:

  • lordosi cervicale;
  • cifosi toracica;
  • lordosi lombare;
  • cifosi sacrale.

Con il termine lordosi si identifica la concavità della struttura della colonna (curva in avanti), mentre al contrario con il termine cifosi si intende una convessità (curva all'indietro) di quest’ultima. Queste curvature naturali della colonna sono necessarie per un corretto bilanciamento e funzionamento dell’intero corpo.

La colonna vertebrale umana, in base ai vari gradi di lordosi e cifosi presenti, può presentare fino a 4 morfotipi, o conformazioni anatomiche, differenti e tutti considerati pienamente nella norma. 

“Esistono persone con differenti strutture fisiche: alcune hanno un bacino stretto e poca lordosi, altre un bacino ampio e una lordosi più ampia (iperlordosi). Da qui possiamo intendere come sia assolutamente normale la presenza di differenti gradi di lordosi e cifosi. 

La cosa che è davvero importante è che ci sia, tra le varie curvature della colonna, un’armonia totale, in grado di creare sempre un buon equilibrio tra le parti e utile a far mantenere lo sguardo dritto alla persona. Questo bilanciamento viene definito armonia spino pelvica” specifica il dottor Bassani.

 

Cos’è l’iperlordosi

L'iperlordosi non deve essere, dunque, vista come una patologia di per sé, ma come una normale variante della morfologia della colonna vertebrale umana

“È fondamentale riconoscere che esistono diverse conformazioni fisiologiche - continua lo specialista -. Solo in rari casi l'iperlordosi può essere associata a problemi muscolari o degenerativi, ma questi casi sono l'eccezione piuttosto che la regola”.

 

I falsi miti sull’iperlordosi

Esistono molti falsi miti sull'iperlordosi, uno dei più comuni è che sia sempre riconducibile a una condizione patologica. Tuttavia, come già sottolineato, non esiste una curva ideale per la lordosi o la cifosi: queste dipendono, infatti, dalla conformazione del bacino e dalla necessità di mantenere l'equilibrio tra le 4 curvature della colonna.

Nella maggior parte dei casi l'iperlordosi è, perciò, semplicemente una delle varianti della normale anatomia umana. L'importante è che ci sia armonia tra la lordosi e la cifosi, permettendo così alla colonna di mantenere un equilibrio statico e dinamico (in movimento) adeguato. 

“Il corpo umano ha degli straordinari meccanismi di compenso; quando la colonna vertebrale perde la sua curvatura naturale, il corpo cerca di riequilibrarsi naturalmente” afferma lo specialista. 

Abitudini quotidiane e lavorative, o predisposizioni naturali a movimenti continuativi, possono alterare questo equilibrio. L'attenzione dovrebbe essere posta, dunque, sul bilanciamento generale della colonna e sulla corretta gestione di eventuali sintomi associati a condizioni degenerative o traumatiche.

 

I sintomi derivanti dall’alterazione dell’equilibrio della colonna

“I dischi vertebrali, in condizioni normali, agiscono come shock absorber (cuscinetti ammortizzatori) e permettono una curvatura adeguata della colonna assorbendo e distribuendo il carico assiale dalla testa ai piedi. 

Tuttavia, con l'invecchiamento o a causa di traumi, i dischi possono progressivamente disidratarsi e degenerare, alterando l'equilibrio della colonna e costringendo i muscoli a lavorare di più e in maniera innaturale (compensazione) per mantenere la corretta postura” spiega il dottor Bassani. 

Questo continuo aggiustamento può portare nel tempo a comuni sintomi, tra cui:

  • dolore;
  • contrattura muscolare;
  • rigidità muscolare;
  • problemi di postura.

L'iperlordosi solo raramente causa questi problemi, e in questi casi la sintomatologia più comune si traduce in contratture muscolari. 

È molto più frequente, invece, che sia la riduzione della lordosi (ipolordosi) a generare forte dolore e disagio di vario grado. Infatti, situazione molto frequente che si verifica con l’invecchiamento è proprio una riduzione della curva lombosacrale con lo spostamento del busto verso l’avanti.

“Nei casi di degenerazione dei dischi intervertebrali, si osserva più spesso, infatti, una riduzione della lordosi, ovvero l’ipolordosi; questo è tipico nelle persone anziane, dove i dischi si disidratano e perdono la loro funzione di ammortizzatori. Le compensazioni posturali messe in atto per adeguare la morfologia della colonna, a lungo andare, possono causare numerosi disturbi” afferma lo specialista.

 

Come curare l'iperlordosi

L'importanza di mantenere una buona postura e di prendersi cura della salute della colonna vertebrale è fondamentale. Controllo del peso corporeo, esercizi regolari, una buona postura e un'adeguata assistenza specialistica in caso di problemi possono aiutare a prevenire e gestire i sintomi associati alle variazioni della curvatura della colonna vertebrale.

Nell’iperlordosi, e anche nella maggior parte dei casi di ipolordosi lombare, si agisce con dei trattamenti decontratturanti mirati, sotto prescrizione medica. Questi possono essere:

  • esercizi posturali mirati;
  • sedute di fisioterapia con particolare attenzione al rafforzamento dei muscoli addominali e obliqui (core stability);
  • analgesici e decontratturanti.

Solo in alcuni casi e strettamente per l’ipolordosi sintomatica, può ritenersi necessario un intervento chirurgico. Questi interventi complessi di artrodesi (sia con approcci anteriori mininvasivi con l’inserimento di ‘cage’ lordotiche oppure mediante osteotomie vertebrali di correzione) mirano a riportare la colonna vertebrale alla sua condizione di equilibrio statico. Tuttavia, è importante sottolineare che tali interventi sono riservati ai casi più gravi e sintomatici e vanno eseguiti in centri di riferimento con elevato volume di procedure.

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