Spirometria semplice e con diffusione: qual è la differenza

PUBBLICATO IL 19 NOVEMBRE 2024

La spirometria semplice e la spirometria con diffusione alveolare sono dei test diagnostici utilizzati dagli specialisti in pneumologia per diagnosticare e valutare la funzione polmonare nelle patologie respiratorie. 

Entrambe permettono, infatti, di riscontrare o monitorare patologie respiratorie molto diffuse come l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’enfisema polmonare.

Le 2 metodologie presentano, però, alcune differenze nei risultati che forniscono e nelle patologie che riescono a indagare. Ne parliamo con il professor Marco Patelli, pneumologo presso la struttura Villa Chiara di Bologna.

 

La spirometria semplice: cos’è

La spirometria semplice è un esame diagnostico, di facile esecuzione per il paziente, molto comune e utile per diagnosticare ed eventualmente monitorare condizioni respiratorie specifiche, come le broncopneumopatie cronico ostruttive dette BPCO. 

“È un esame che consente di misurare sia i volumi polmonari sia i flussi aerei, ovvero con che velocità l'aria passa, soprattutto in uscita, attraverso i bronchi e quindi dai polmoni” afferma il professor Patelli.

Come si esegue la spirometria semplice

La spirometria semplice viene eseguita ambulatorialmente e durante lo svolgimento il paziente respira in un boccaglio collegato allo spirometro, eseguendo specifiche manovre respiratorie indicate dal medico.

La spirometria semplice restituisce come risultati: 

  • il volume di aria contenuta e mobilizzabile dai polmoni; 
  • il volume di aria che un paziente riesce a espellere con forza nel primo secondo di un’espirazione forzata.

Questi valori, ottenuti e poi rapportati tra loro, sono confrontati con dei range stabiliti in base a età, sesso, altezza e peso per poter ottenere dei dati validi per una diagnosi.

Le patologie diagnosticate dalla spirometria semplice

La spirometria semplice è considerato sia un esame diagnostico che di controllo: permette, infatti, di individuare eventuali ostruzioni nelle vie aeree. 

“Questo è il caso dell’asma e delle BPCO – continua lo specialista –. 

Esistono poi altre patologie per cui è utile fare l’esame di spirometria semplice e sono le patologie cosiddette restrittive, cioè le patologie in cui si riduce il volume polmonare. Ne sono un esempio: 

 

La spirometria con diffusione alveolo-capillare: cos’è

La spirometria semplice, nonostante abbia il vantaggio di valutare la funzione polmonare, non fornisce informazioni sullo scambio di ossigeno che avviene tra gli alveoli, ovvero le strutture polmonari dove avviene lo scambio dei gas e il sangue. A tal proposito viene eseguita la spirometria con diffusione alveolo-capillare. 

La spirometria con diffusione alveolo-capillare è un esame strumentale più approfondito rispetto alla spirometria semplice e consente di misurare la capacità dei polmoni di trasferire l’ossigeno inalato al sangue

“È un esame più complicato e misura le effettive diffusioni dei gas nei polmoni – spiega lo specialista -. Quando respiriamo introduciamo attraverso il sistema respiratorio ossigeno ed eliminiamo anidride carbonica; ebbene la spirometria con diffusione studia in maniera indiretta l’assorbimento dell'ossigeno che arriva ai polmoni, e nello specifico negli alveoli, e da qui diffonde ai piccoli vasi sanguigni (vasi capillari)”. 

Come si esegue la spirometria con diffusione alveolare

Il test avviene con una prima parte del tutto simile alla spirometria semplice, ovvero con una misurazione dei volumi e dei flussi respiratori, attraverso manovre respiratorie.

La seconda fase prevede invece la respirazione da parte del paziente di una particolare miscela di gas, composta da monossido di carbonio e altri gas come l’elio. 

“Naturalmente la spirometria con diffusione alveolare non si può eseguire con il solo ossigeno, che non sarebbe isolabile. La miscela di gas preparata dallo specialista, contenente in minima parte monossido di carbonio ed elio, una volta respirata si diffonde dall'alveolo ai vasi sanguigni in maniera superiore all'ossigeno, poiché i componenti si legano rapidamente alla emoglobina presente nel sangue”. 

Il paziente trattiene quindi per circa 6 secondi il respiro, contenente il gas, ed espira nello spirometro; comparando il quantitativo di monossido di carbonio presente nell’espirazione a quello inspirato lo specialista è in grado di calcolare la capacità di diffusione polmonare. 

“Studiando la diffusione della miscela gassosa lo pneumologo può valutare quanto efficacemente questa miscela di gas passa dagli alveoli al sangue e, indirettamente, può valutare la capacità di diffusione alveolare dell’ossigeno che normalmente respira il paziente” specifica il professor Patelli.

Le patologie diagnosticate dalla spirometria con diffusione alveolare

È un test molto utile per valutare la funzionalità dell’apparato respiratorio e, come per la spirometria semplice, per monitorare malattie già conclamate. La spirometria con diffusione alveolare è, però, particolarmente utile nella diagnosi di patologie legate agli alveoli e ai vasi sanguigni polmonari. Queste patologie sono, ad esempio, l’enfisema e la fibrosi polmonare. 

“La capacità di diffusione risulta alterata in molte patologie come l’enfisema e in tutte le malattie dell'interstizio polmonare, come la fibrosi polmonare” afferma il prof. Patelli.

 

Spirometria per la diagnosi precoce di patologie respiratorie nei fumatori

È noto che il fumo ha un impatto negativo sulla funzionalità polmonare; il fumo di sigaretta e tutte le nuove forme alternative di fumo contengono sostanze potenzialmente nocive per il nostro corpo e nello specifico per il nostro sistema respiratorio. Le patologie polmonari spesso sono legate alle azioni negative del fumo e per via di questo possono anche progredire rapidamente.

Individuare precocemente i segnali di una possibile patologia respiratoria legata al fumo è fondamentale per intervenire tempestivamente. La spirometria semplice e la spirometria con diffusione alveolare sono 2 prestazioni molto utili nella diagnosi precoce di patologie anche gravi. In particolare i fumatori affetti da BPCO hanno un rischio ancora più elevato di ammalarsi di tumore del polmone.

“Questi esami possono essere utilizzati per valutare la capacità respiratoria in persone esposte a particolari sostanze che possono interferire con il sistema respiratorio, ne è un esempio il fumo”.

 

Il percorso dedicato a Villa Chiara

Presso Villa Chiara e Villa Erbosa è attivo un percorso per l’anticipazione diagnostica delle patologie respiratorie nei fumatori, che prevede prestazioni integrate per la valutazione della salute dei polmoni. Il percorso comprende:  

  • esami di laboratorio di routine; 
  • visita pneumologica con spirometria; 
  • TC a elevata risoluzione senza mezzo di contrasto e a bassa dose radiante.

Per prenotazioni: 

Cura e Prevenzione