I sintomi dell'occlusione intestinale e come curarsi
PUBBLICATO IL 15 NOVEMBRE 2024
L’occlusione intestinale è una condizione caratterizzata dall’arresto completo di evacuazione di gas e feci dall’ano. È un’emergenza clinica che può essere secondaria a patologie benigne o maligne del piccolo e del grosso intestino, si manifesta con sintomi come l’impossibilità di defecare ed eliminare i gas, nausea, gonfiore e dolore addominale.
Conosciamola meglio con l’aiuto del professor Stefano OImi, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e Oncologica del Policlinico San Marco.
Meccanica o paretica: i 2 tipi di occlusione intestinale
L’occlusione intestinale può essere di 2 tipi: meccanica o paretica.
“L’occlusione meccanica - spiega il professor Olmi - è dovuta:
- alla presenza di un ostacolo fisico-anatomico all’interno dell’intestino;
- a una compressione esterna.
Nel caso di quella paretica, invece, a provocare l’occlusione è l’arresto della peristalsi intestinale:
- per paralisi;
- per il malfunzionamento della muscolatura dell’intestino”.
Le cause
Più nel dettaglio, le cause dell’occlusione intestinale meccanica possono essere:
- tumori intestinali ostruenti;
- tumori extraintestinali (retroperitoneali, renali) che provocano compressione;
- calcoli biliari;
- malattie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn);
- ammassi di peli o fibre (bezoari);
- fecaloma;
- malattia diverticolare del colon (stenosi diverticolare solitamente a carico del sigma);
- aderenze intestinali;
- strangolamenti di anse, come i volvoli (torsione dell’intestino sul proprio asse);
- invaginazione intestinale (erniazione del viscere dentro se stesso);
- ernie della parete addominale primitive o post chirurgiche (laparoceli).
Per quanto riguarda invece le cause dell’occlusione intestinale paretica, le principali sono:
- insufficienza funzionale della peristalsi intestinale conseguente a perdita di tono muscolare da parte delle pareti;
- farmaci (alcaloidi dell’oppio, miorilassanti, neuroplegici);
- i traumi addominali (anche in assenza di perforazioni o rotture viscerali);
- peritoniti;
- interventi laparotomici;
- coliche biliari;
- torsioni di cisti ovariche o di testicolo.
Come si manifesta l’occlusione intestinale: i sintomi
La sintomatologia dipende da diversi fattori, come la rapidità di insorgenza, il grado di ostruzione, la causa, le condizioni associate.
“In generale il paziente, oltre all’impossibilità di espellere feci e gas, lamenta:
- dolore crampiforme a livello addominale;
- nausea e vomito;
- distensione addominale.
Importante è lo squilibrio idro-elettrolitico, dovuto al mancato riassorbimento dei succhi digestivi che determina disidratazione, ipovolemia (riduzione del volume del sangue nell'organismo) e ipotensione” continua il professor Olmi.
Come si diagnostica
La diagnosi viene posta dallo specialista sulla base dei sintomi riferiti dal paziente e dell’esame obiettivo dell’addome. Per la conferma della diagnosi, invece, sono necessari 2 esami:
- la radiografia dell’addome;
- la TAC addome con mezzo di contrasto, che permette di valutare la sede, la probabile origine dell’ostruzione e la vascolarizzazione dell’intestino.
La cura dell’occlusione intestinale
“In caso di occlusione intestinale è fondamentale intervenire il più tempestivamente possibile per prevenire complicanze, ovvero fenomeni necrotici del tratto intestinale interessato dall’ostruzione, con possibile perforazione delle sue pareti, peritonite diffusa, setticemia e shock” avverte lo specialista.
La terapia, in particolare, dipende dalle cause che ne sono alla base.
“Nel caso di ostruzioni di origine meccanica il trattamento, che deve essere effettuato in regime di ricovero, prevede inizialmente l’assorbimento dei fluidi in eccesso che ristagnano a livello gastrico attraverso un sondino naso-gastrico. Normalmente è indicata anche una terapia antibiotica.
Dopo questa prima fase il paziente viene operato con un intervento chirurgico finalizzato a risolvere il blocco o a eliminare eventuali parti necrotiche dell’intestino - continua il professor Olmi -.
L’occlusione intestinale paretica, invece, generalmente si risolve spontaneamente nel giro di qualche giorno. La guarigione può comunque essere accelerata dalla somministrazione di farmaci che aumentano la contrattilità della muscolatura addominale, favorendo l’avanzamento del contenuto intestinale bloccato dall’occlusione”.
Come si svolge l’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico per occlusione intestinale viene effettuato in anestesia generale e in urgenza.
“Se l’addome non è particolarmente disteso e l’occlusione è in fase iniziale, il paziente può essere trattato per via laparoscopica con 3 piccoli buchini di 1 cm, invece, di una grande incisione chirurgica” sottolinea lo specialista.
Negli altri casi, il tipo di approccio può variare a seconda della causa dell’occlusione:
- senza apertura dell’intestino nei casi di lisi di briglie o aderenze, riduzione di ernia, detorsione di un volvolo;
- in enterotomia (apertura di un tratto dell’intestino) se la causa è un grosso calcolo o un corpo estraneo che blocca il transito intestinale;
- resezione intestinale del tratto dove è presente la lesione della parete (polipi, neoplasie o processi infiammatori) che ha provocato l’occlusione;
- resezione intestinale con enterostomia (confezionamento di ano artificiale) nel caso, una volta asportata la lesione, non sia possibile ristabilire immediatamente la continuità intestinale;
- by-pass (sutura del tratto di viscere a monte e a valle della lesione) senza resezione, in caso di processi infiammatori o neoplastici non asportabili.
La durata della degenza, legata al tipo di intervento effettuato, varia da 3 a 15 giorni in assenza di complicanze.