Laparocele: cos’è e come si cura

PUBBLICATO IL 14 APRILE 2022

Il laparocele è un’ernia che si forma al di sopra di una cicatrice dovuta a un intervento chirurgico.  Il termine deriva dalle parole greche laparo cioè addome e kele cioè ernia ed è, infatti, un’ernia che si forma sulla cicatrice di un intervento chirurgico addominale. 

Quando si forma, crea una vera e propria cavità che attraversa tutta la parete addominale, senza coinvolgere la pelle. In termini medici, questa cavità prende il nome di porta del laparocele e può avere dimensioni variabili da 1 a 25-30 centimetri. Ma è pericoloso se non trattato? A chi è possibile rivolgersi per risolvere il problema? 

Lo abbiamo chiesto al dottor Franco Caravati, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale all’Istituto Clinico Villa Aprica.

 

Le cause

“Come detto, il laparocele può comparire sia a seguito di interventi chirurgici ad addome aperto sia, seppure con minor frequenza, a seguito di interventi chirurgici in videolaparoscopia. A volte, invece, viene confuso con la diastasi dei muscoli retti dell’addome, ovvero l’allontanamento reciproco dei muscoli retti causato dalle gravidanze o dall’obesità - spiega il dott. Caravati -.

Ma cosa causa il laparocele? Una causa importante potrebbe essere ricondotta all’infezione profonda della ferita chirurgica che porta successivamente alla formazione di una cicatrice meno resistente. Ma non è l’unica causa, tra queste vi sono anche:

  • obesità;
  • diabete
  • tosse;
  • starnuti continuativi;
  • stitichezza persistente;
  • età avanzata; 
  • debolezza della muscolatura della parete addominale;
  • lavori pesanti che richiedono un importante utilizzo della muscolatura addominale”.

 

Come si presenta

Il laparocele può comparire con tempistiche differente: lo si può individuare solo a poche settimane dall’intervento chirurgico o, addirittura, a distanza di molti anni. Si presenta come una tumefazione molle, un rigonfiamento in corrispondenza della cicatrice chirurgica che tende a scomparire spontaneamente quando ci si sdraia e si rilassa la muscolatura. Inizialmente, è di piccole dimensioni ma, tendenzialmente, negli anni, aumenta progressivamente di dimensioni. 

 

I sintomi 

“Dal un punto di vista delle manifestazioni - continua l’esperto - il laparocele può essere asintomatico e rappresentare solo un problema di tipo estetico, oppure può causare dolore specie in posizione eretta o sotto sforzo. Non dimentichiamo che, in ogni caso, il laparocele è un’ernia e, come tale, può avere delle complicanze: in particolare può strozzarsi richiedendo, in questo caso, l’intervento chirurgico in urgenza”. 

 

La diagnosi 

“In caso di sospetto di laparocele, è necessario dapprima sottoporsi a un’accurata visita medica e, in qualche circostanza particolare, anche a un’ecografia - prosegue lo specialista -. In caso di laparoceli di grandi dimensioni, per cui ci sarebbe indicazione chirurgica, presso il nostro reparto, facciamo sempre eseguire una TC pre-operatoria dell’addome senza mezzo di contrasto, utile per meglio definire alcune caratteristiche della parete addominale e per una corretta pianificazione del trattamento chirurgico”.

 

Come si cura

“Per i laparoceli asintomatici e di piccole dimensioni, in persone molto anziane o con comorbidità, può essere indicato il solo utilizzo di una ventriera elastica contenitiva (pancera) da indossare solamente durante il giorno. Nella maggior parte dei casi, comunque, è raccomandato l’intervento chirurgico”, aggiunge il medico. 

L’operazione

“Nei laparoceli sino a 10-12 centimetri, l’intervento può essere effettuato in videolaparoscopia, mentre nei laparoceli di dimensioni maggiori, è necessario procedere ad addome aperto - continua il chirurgo -.

In entrambi i casi, si utilizzano protesi in materiale sintetico che vengono inserite per chiudere la porta del laparocele e che devono avere una dimensione di almeno 5 centimetri oltre il bordo della porta stessa. 

L’intervento, generalmente, viene eseguito in anestesia generale mentre si può ricorrere all’anestesia locale solo se la dimensione dei laparoceli è molto ridotta.

Gli interventi in videolaparoscopia richiedono un ricovero di 1-2 notti mentre per i grandi laparoceli operati ad addome aperto sono solitamente necessari 5-6 giorni di degenza”.

In tutti gli interventi per grandi laparoceli, è sempre meglio utilizzare la ventriera elastica per un mese, giorno e notte, e successivamente solo durante la giornata, per altri 30 giorni. 

“A scopo preventivo, è sempre raccomandato di evitare sforzi fisici per un mese dopo l’intervento chirurgico così come, se possibile, tutte le situazioni che aumentano la pressione intra addominale come ad esempio la stitichezza”, conclude Caravati. 

Cura e Prevenzione