Dieta iperproteica: che cos’è, quali sono i benefici e i rischi

PUBBLICATO IL 14 SETTEMBRE 2023

Il regime alimentare iperproteico rappresenta un argomento molto attuale e in un certo qual modo controverso, su cui esistono ancora pochi studi sperimentali che possono dare risposte definitive. Le proteine sono importanti per il nostro organismo, ma nella giusta dose, senza eccessi. Capiamo meglio quali sono i benefici e i rischi di una dieta iperproteica insieme alla dott.ssa Bertani, dietista presso l’Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano.

 

I vantaggi della dieta proteica

Diversi sono i benefici di una dieta iperproteica, tra questi: 

  • accelerazione del metabolismo: le proteine hanno un effetto termogenico superiore rispetto ai carboidrati, ciò significa che la loro digestione stimola in misura maggiore il metabolismo, incrementando lo smaltimento dei grassi (lipolisi) e dunque la perdita di peso; 
  • senso di sazietà: la dieta iperproteica prevede il consumo di proteine, ma anche di grassi e verdure, alimenti che saziano molto prima dei carboidrati e che impiegano più tempo per essere digeriti. Di conseguenza è più facile resistere alle tentazioni e perdere peso senza soffrire la fame; 
  • sviluppo della massa muscolare: un’assunzione importante di proteine aiuta a preservare la massa magra e, associata ad un allenamento adeguato, ne favorisce lo sviluppo; 
  • riduzione della ritenzione idrica e della cellulite: l’introito maggiore di proteine, abbinato ad almeno 2 litri di acqua al giorno, stimola la diuresi favorendo l’eliminazione delle scorie azotate, ciò si traduce in un vero e proprio effetto detox che riduce ritenzione e cellulite; 
  • miglioramento della grana della pelle: il boost di proteine incrementa la produzione di collagene nel derma, rendendo la pelle più elastica, luminosa e fresca;
  • capelli e unghie più forti: la cheratina è una proteina e un aumentato introito di questi macronutrienti può aiutare a proteggere i capelli dalla caduta rafforzando il diametro del bulbo e rendendo più resistenti le unghie;
  • controllo dell’insulina: il ridotto apporto di carboidrati mantiene costanti i livelli di glucosio ed evita fenomeni di picco glicemico che scatenano i tipici ‘attacchi di fame’. La dieta iperproteica quindi può essere il regime ideale per diabetici e persone con sindrome metabolica, a patto di essere seguiti da uno specialista.

 

I rischi della dieta proteica

“Sebbene vi siano molti entusiasti della dieta proteica, questo regime alimentare è stato spesso oggetto di numerosi dibattiti e critiche da parte degli esperti. Si tratta infatti di una dieta sbilanciata e, se protratta eccessivamente nel tempo, può dare luogo a scompensi di vario tipo”, sottolinea la dietista. 

Gli svantaggi della dieta proteica a lungo termine sono: 

  • diarrea o stipsi
  • aumento del colesterolo LDL
  • gotta e danni ai reni: un consumo maggiore di proteine determina un’eccessiva produzione di scorie azotate che possono sovraccaricare il lavoro di fegato e reni, affaticandoli. Ciò può causare azotemia e uricemia, con eventuale insorgenza di gotta; 
  • mal di testa e disturbi dell’umore: il ridotto apporto di carboidrati, preziosi per il sistema nervoso che necessita di grandi riserve di glucosio, fondamentale per il buonumore, se protratto a lungo può dar luogo a situazioni di stress, cattivo umore, nervosismo e in casi gravi persino depressione
  • alitosi;
  • alterazione del ciclo mestruale e dell’ovulazione: la diminuzione del tessuto adiposo può causare una variazione nella produzione di estrogeni determinando in alcuni casi amenorrea e mancata ovulazione;
  • aumento del rischio di tumori al colon e al retto: i grassi polinsaturi contenuti nelle carni rosse rallentano la motilità, esponendo a lungo l’intestino ai germi putrefattivi, fattore che può causare il cancro.

“Attualmente non si conosce a livello sperimentale quali possano essere le dirette conseguenze di una dieta troppo ricca di proteine, visto che la ‘moda’ di questa tipologia di diete è particolarmente recente - spiega la dietista -. Serve più tempo per riuscire a maturare una evidenza scientifica sull’argomento. Il buon senso implica comunque che, quando si parla della propria salute, debba valere il principio di precauzione”.

Se le linee guida indicano di non andare al di là di una certa soglia di introito proteico, perché andare oltre? “La chetosi (acidosi metabolica), il sovraccarico delle vie metaboliche sottese all’eliminazione dell’ammoniaca e anche una ripartizione dei macronutrienti anomala (che può incidere sulla funzionalità del microbiota) sono tutti elementi che contribuiscono a rinforzare il concetto che una quantità proteica giornaliera che va oltre le linee guida universalmente riconosciute è, con tutta probabilità, dannosa per la salute!”, conclude la specialista.

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