Il colesterolo: cos'è e come capire se è regolare oppure no
PUBBLICATO IL 07 DICEMBRE 2020
Controllare che i livelli del colesterolo nel sangue non siano troppo alti aiuta a prevenire malattie importanti. L’esperto spiega quali sono i valori corretti e come tenerlo sotto controllo.
Il colesterolo è una molecola naturalmente e fisiologicamente presente all’interno del nostro organismo, che ha addirittura la possibilità di fabbricarlo in quanto rappresenta, per esempio, un costituente essenziale delle membrane cellulari ed è anche precursore per la sintesi di tutti gli ormoni steroidei.
Oggetto di molti studi sin dalla fine del secolo scorso, se il colesterolo è presente in quantità normali non comporta alcun problema; al contrario, se è presente in quantità eccessive, può comportare problematiche molto serie. Ne parla il dottor Lelio Morricone, responsabile del servizio di Nutrizione clinica e prevenzione cardiometabolica e del Servizio di Diabetologia e Malattie metaboliche all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio e a Palazzo della Salute-Wellness Clinic.
Alti livelli di colesterolo favoriscono l’insorgere dell’aterosclerosi
“Nel caso specifico di ipercolesterolemia, ovvero nel momento in cui il colesterolo dovesse circolare in eccesso all’interno delle arterie, potrebbe dare vita a quel processo che prende il nome di aterosclerosi - spiega il dottor Morricone - cioè, la formazione di placche ricche di colesterolo che rivestono la parete interna delle arterie, e con il tempo, creare un danno alle pareti, portando fino a vere e proprie ostruzioni con conseguenze molto gravi: malattie cardiovascolari come l’infarto, l’ictus o le arteriopatie agli arti inferiori”.
Il colesterolo circolante non è di un’unica tipologia, in particolar modo, si distinguono due tipi di colesterolo:
- il colesterolo LDL (lipoproteine a bassa intensità): una forma ‘cattiva’ che, effettivamente, va ad alimentare queste placche;
- il colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità): una forma ‘buona’ che rappresenta un meccanismo di protezione, ovvero il colesterolo che viene rimosso da questi depositi per essere portato via.
I livelli soglia del colesterolo: quando allertarsi?
A cominciare dagli anni 70 in poi, tutte le società scientifiche e mediche hanno cercato, attraverso studi molto precisi effettuati su campioni di milioni di persone, di individuare quale fosse la soglia di colesterolo oltre la quale si rischia l’insorgenza di problematiche di varia natura.
Come si misura
“In quegli anni - continua lo specialista - si è utilizzato come parametro di riferimento il valore del colesterolo totale. Negli anni successivi, è stato poi osservato come per comprendere in maniera più completa il rischio di una persona, fosse meglio riferirsi direttamente ai livelli di colesterolo ‘cattivo’ (LDL)”.
L’esame specifico che determina i livelli di colesterolo nel sangue consiste in un semplice prelievo del sangue attraverso il quale si individuano le quantità di colesterolo totale, di quello buono, dei trigliceridi e, infine, del colesterolo cattivo. Si può anche calcolare le quantità di LDL semplicemente eseguendo una formula detta formula di Friedewald che prevede:
Colesterolo LDL = colesterolo totale - colesterolo HDL - (trigliceridemia/5)
I valori
Come già detto, essendo i livelli raccomandabili di colesterolo specifici per ogni persona, si è pensato di stabilire dei parametri soglia che variano da individuo a individuo.
“Ad esempio, in una persona che non presenta alcun fattore di rischio (pressione alta, diabete, familiarità, obesità e non fuma) è certamente possibile tollerare livelli di colesterolo ‘cattivo’ un po’ più alti; al contrario, una persona che presenta fattori di rischio importanti, i livelli colesterolo LDL anche apparentemente bassi rendono la persona più a rischio di sviluppare problemi cardiovascolari”, sottolinea l’esperto.
Sono considerati nella norma valori di colesterolo ‘cattivo’ al di sotto dei 115 mg/dl.
Però i parametri soglia variano in base a:
- presenza di fattori di rischio più o meno importanti: i valori devono scendere al di sotto dei 100 mg/dl;
- presenza di fattori di rischio più gravi (es. pregressi eventi cardiaci, diabete con complicanze): il limite è stato spostato a sotto i 70 mg/dl;
- i soggetti a rischio estremo: si tratta di una categoria introdotta dalle ultime linee guida che hanno abbassato la soglia al di sotto dei 55.
Prevenzione a partire da un corretto stile di vita
Se una persona scopre di avere livelli di colesterolo leggermente alti, il primo approccio è sempre quello basato sugli stili di vita: è importante seguire una dieta corretta ed equilibrata, incoraggiando il consumo di frutta, verdura, derivati dei cereali (pane e pasta), legumi, pesce (no molluschi e crostacei).
Limitare carne, uova, latte e derivati, prestando attenzione all’uso dei condimenti e svolgere, al contempo, un’adeguata attività fisica atta a stimolare la produzione di colesterolo buono e quindi una maggiore protezione.
Dal momento in cui, però, ciò non dovesse essere sufficiente, starà allo specialista la decisione di ricorrere a terapie farmacologiche per mezzo di statine, che il soggetto dovrà assumere tutta la vita. Questi farmaci bloccano la sintesi di colesterolo a livello del fegato, consentendo alle persone di produrne di meno.
“Uno degli errori più grossi da parte dei pazienti - conclude il dottor Morricone - è cominciare la cura e interromperla nel momento in cui i livelli di colesterolo cominciano ad abbassarsi: non solo ciò non sarebbe utile nella prevenzione di malattie cardiovascolari, ma costituirebbe, com’è stato dimostrato da molti studi, un comportamento a rischio. Il paziente deve essere seguito dallo specialista per tutta la durata della terapia, in modo da constatarne l’efficacia, sorvegliarne gli eventuali effetti collaterali e gestirla al meglio”.