Cosa si intende per idronefrosi renale e come si cura

PUBBLICATO IL 01 MARZO 2023

L’idronefrosi renale è una patologia molto diffusa e nella maggioranza dei casi di origine benigna. La dottoressa Elisabetta Finkelberg, specialista in urologia della Casa di Cura La Madonnina e di Policlinico San Donato, illustra meglio le sue caratteristiche e come viene trattata: “Per idronefrosi si intende una dilatazione delle vie escretrici urinarie all’interno del rene, le quali si gonfiano a seguito di un ristagno di urina dovuto a cause generalmente ostruttive (ma non solo), che vanno ad ostacolare il normale deflusso urinario”, spiega la dottoressa.

 

Tipi di idronefrosi

L’idronefrosi può presentarsi come:

  • acuta: compare improvvisamente come, ad esempio, nel caso di calcoli;
  • cronica: si manifesta con un progressivo peggioramento.

Oltre a questo, essa può essere:

  • uni o mono-laterale: ossia riguardare un solo rene;
  • bilaterale: interessare entrambi i reni.

Pur essendo una patologia che colpisce generalmente adulti e anziani, l’idronefrosi renale è diffusa anche fra i bambini, tanto che in questi casi si parla di idronefrosi fetale o prenatale di pertinenza dell’urologo pediatrico.

 

Gradi dell’idronefrosi renale

In base alla sua progressione nel tempo, l’idronefrosi può presentarsi in 4 stadi o gradi:

  • I grado: si dilatano in maniera lieve le pelvi renali, ovverosia la sezione iniziale delle vie urinarie, che si sviluppa poi nell’uretere;
  • II grado: oltre a un leggero dilatamento delle pelvi, si gonfiano in maniera leggera anche i calici renali, dei condotti a forma di calice, che vanno a convogliare l’urina verso i pelvi e le uretere;
  • III grado: pelvi e calici si dilatano in maniera non più lieve, ma moderata;
  • IV grado: pelvi e calici si allargano in maniera severa e il parenchima, che è il tessuto funzionale che produce urina, si assottiglia.

 

Le cause dell’idronefrosi

Le cause alla base dell’idronefrosi renale, quindi del ristagno di urine nel rene, possono essere:

  • ostruzione meccanica, data da elementi interni/esterni all’uretere (calcoli renali, tumori uroteliali, fibrosi retroperitoneale, etc.) o malformazioni (ad es., la stenosi del giunto pielo-uretrale, un restringimento anomalo del punto di passaggio dalla pelvi all’uretere) che vanno ad occludere o limitare il normale deflusso dell’urina;
  • reflusso urinario, quindi una risalita dell’urina verso il rene, a causa anche in questo caso, ad esempio, di difetti congeniti  o di patologie a carico del sistema nervoso (vescica neurologica). Anche la più comune patologia urologica dell’uomo adulto come l’ipertrofia prostatica ostruente non trattata può essere alla base di un’idronefrosi.

 

Sintomi dell’idronefrosi renale

L’idronefrosi renale può presentarsi con:

  • forte dolore acuto e improvviso alla zona renale coinvolta;
  • senso di pesantezza al fianco;
  • febbre e brividi, nel caso di infezione data dalle urine ristagnanti infette;
  • nausea.

“Solitamente, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, l’impossibilità ad urinare non è un sintomo di idronefrosi, a meno che non sia a seguito di ipertrofia prostatica benigna o il paziente abbia una storia clinica particolare. Ricordiamoci, infatti, che i reni e le conseguenti vie urinarie sono 2”, chiarisce la dottoressa Finkelberg.

Questa sintomatologia, in diversi casi, può risultare sfumata o assente, tanto che la patologia risulta effettivamente rilevabile soltanto tramite controlli ecografici. Visite periodiche e una diagnosi tempestiva, quindi, diventano fondamentali.

 

Rischi per la salute

Se non opportunamente trattata, l’idronefrosi renale può portare a insufficienza renale sino alla perdita funzionale del rene.  

Anche in caso di calcolosi renale, infatti, che può inizialmente provocare dolori acuti e forti, la dottoressa sottolinea come può capitare che con il passare del tempo il rene inizi a dare meno fastidio. Ciò non significa, necessariamente, che la situazione clinica stia migliorando, ma che, invece, il rene sta iniziando a funzionare meno. Quindi in caso di colica renale è necessario farsi sempre visitare dall’urologo.

 

Come avviene la diagnosi

Durante o a seguito della visita specialistica, il sospetto di idronefrosi viene verificato dal medico tramite un esame di primo livello di facile esecuzione come l’ecografia renale che fornisce subito la diagnosi di idronefrosi, senza però fornire dati sulla causa sottostante.

Quindi un esame di secondo livello necessario è la TAC con mezzo di contrasto che darà informazioni sulle cause per orientarsi nel trattamento 

Per quanto riguarda gli esami del sangue, invece, si può andare ad indagare semplicemente la creatininemia, in grado di indicare la presenza di un’insufficienza renale;

 

Come si cura l’idronefrosi

Ad accezione di casi particolari come le patologie neurologiche, che possono richiedere trattamenti diversi, il trattamento dell’idronefrosi è generalmente endoscopico o chirurgico, per andare ad eliminare gli ostacoli fisici che determinano il ristagno di urina.

In caso di emergenza, può essere necessario il posizionamento di uno stent ureterale con l’inserimento di un tubicino che vada a drenare il rene, così da mettere in sicurezza il paziente e trattare la causa in sicurezza. Non sempre, tuttavia, questo è possibile, quindi si procede in tal caso con l’utilizzo di un drenaggio temporaneo esterno, detto ‘nefrostomia’.

“Laser, procedure endoscopiche e chirurgia robotica sono in grado, ormai, di trattare in maniera mini-invasiva e con un risultato estetico-funzionale sempre migliore patologie come calcoli, malformazioni dell’apparato urinario  e piccoli tumori alla base di un’idronefrosi”, conclude la dottoressa. 

Cura e Prevenzione