La visita ortottica consiste in una valutazione specialistica per individuare eventuali alterazioni del sistema visivo motorio e indagare i disturbi legati alla vista, a esclusione delle patologie oculari. In alcuni casi lo specialista può consigliare la riabilitazione visiva. 

Ne parliamo con la dott.ssa Chiara Urbano, ortottista e assistente in oftalmologia, da poco presso l’Istituto di Cura Città di Pavia. 

 

A cosa serve la visita ortottica

La prima visita ortottica che si esegue di solito in età pediatrica, serve a: 

• diagnosticare in modo preventivo una crescita anomala degli occhi; 
• individuare strabismi anche patologici; 
• indagare tutte quelle difficoltà visive che non trovano risposta in una valutazione oculistica.

A che età va fatta la prima visita ortottica

La prima visita può essere eseguita dai 6 mesi di età e consente di escludere patologie oculari. È fortemente consigliata dai 3 anni ed è propedeutica a eventuali terapie di riabilitazione visiva. 

La visita ortottica per bambini e la visita ortottica per adulti

Durante la visita ortottica pediatrica, il bambino entra in confidenza con lo specialista e, tramite test visivi concepiti in ottica ludica, acquisisce nozioni correttive importanti per il benessere della propria vista. 

La visita ortottica dell’adulto viene, invece, organizzata secondo uno schema ben preciso, sottoponendo il paziente a test specifici volti ad indagare vari aspetti del sistema visivo, al fine di individuare anche i più piccoli disturbi e suggerire soluzioni con piani terapeutici adeguati, all’interno di un percorso di riabilitazione visiva.  

 

Riabilitazione visiva: a cosa serve e per chi è indicata   

La riabilitazione visiva è utile in caso di alterazioni del sistema visivo motorio, dislessia, ipovisione o patologie neurologiche, in quanto, sfruttando le capacità visive a disposizione del soggetto, corregge eventuali difetti e anomalie legate alla vista, consentendogli di condurre una vita normale. Diamo spesso per scontate semplici azioni quotidiane come leggere, scrivere, camminare, guidare, ma queste attività vengono seriamente compromesse se la nostra capacità visiva non è ottimale. 

La riabilitazione visiva abbraccia un ampio bacino di problematiche legate alla visione binoculare. È indicata: 

• per tutti quei soggetti che soffrono di alterazione della visione; 
• per i videoterminalisti con difficoltà di adattamento visivo sul luogo di lavoro; 
• per i pazienti neurologici; 
• nel post chirurgia oculare. 

Questo tipo di riabilitazione può essere utile anche nei bambini con: 

• accertata DSA (disturbi specifici dell’apprendimento); 
• strabismo; 
• sindrome dell’occhio pigro; 
• deficit motori. 

In cosa consiste

Dopo una prima valutazione del paziente, viene impostato un percorso personalizzato che varia per tempistica e dinamica, basato su veri e propri protocolli riabilitativi studiati su misura in base alla problematica.
“Si tratta di esercizi visivi e di stimolazione neuro-sensoriale che lo specialista insegna al paziente, seduta dopo seduta, permettendogli così di acquisire strumenti utili per riabilitare l’apparato visivo e continuare nella riabilitazione del difetto anche una volta terminato l’incontro”, spiega la dottoressa. 

Il paziente viene invitato dallo specialista a seguire indicazioni pratiche, coadiuvato da cartelli luminosi, e schemi visivi tattici. Ogni singolo esercizio è calcolato per il miglioramento progressivo dell’alterazione. Lo schema terapeutico non rimane standardizzato durante la riabilitazione, ma è in continuo cambiamento in base alla risposta del soggetto.

“La riabilitazione visiva completa ogni percorso patologico oculare – precisa la specialista -, offrendo al paziente che sta affrontando una terapia, che ha subito delle perdite visive importanti o che ha dovuto modificare le proprie abitudini visive per patologie annesse, un grande sostegno e una soluzione solida per garantire un invecchiamento oculare sano.
È, inoltre, fortemente consigliata in pazienti pediatrici per prevenire e combattere nell’immediato, nel periodo dell’età plastica, ogni singola insorgenza di disturbo visivo, specialmente con le attività sui dispositivi elettronici sempre più in uso tra la popolazione più giovane”. 

Questo tipo di prestazione può essere eseguita in presenza, con sedute programmate a distanza di tempo, o anche telematicamente, così da poter permettere al paziente di svolgere il protocollo da casa, pur sempre sotto la supervisione attenta dello specialista.