Endocardite infettiva: cos'è e come si cura

PUBBLICATO IL 01 MAGGIO 2023

L’endocardite infettiva è una infezione del rivestimento interno (endocardio) delle strutture del cuore, pareti, valvole o tessuti danneggiati, successiva all’impianto di batteri, per fortuna non frequente, ma purtroppo pericolosa e altamente invalidante. “Trattandosi di una malattia infettiva è di pertinenza infettivologica - ci spiega il Dott. Alberto Maria Lanzone, Direttore del Dipartimento di Cardiologia e Cardiochirurgia dell’Istituto Clinico San Rocco -. Il cardiologo riconosce il sospetto clinico e diagnostica la malattia, ma poi la terapia viene impostata dall’infettivologo”.

 

Come si scopre

Un paziente che arriva in ospedale in seguito ad un episodio febbrile molto acuto senza ragioni apparenti viene immediatamente  sottoposto ad un ecocardiogramma per escludere un interessamento valvolare perché, nel caso in cui vi fosse, corre il serio rischio di andare incontro ad un deterioramento o ad una rottura di 1 delle 4 valvole cardiache con tutto ciò che ne consegue.

 

Come si cura

La cura e la terapia vengono impostate dall’infettivologo in seguito ad una serie di accertamenti clinici aggiuntivi tra cui: 

  • esami ematici; 
  • emocoltura; 
  • antibiogramma. 

In questo modo la scelta dell’antibiotico da prescrivere, il dosaggio e la durata di assunzione vengono di volta in volta calibrate in base alle caratteristiche specifiche del paziente. Il cardiologo si limita a controllare l’evoluzione della malattia e a scongiurare eventuali rischi collaterali quali scompensi cardiaci e/o peggioramenti clinici particolari.

 

Le cause

Generalmente l’endocardite può essere favorita da patologie valvolari, patologie congenite o manifestarsi in coloro che si sono sottoposti ad interventi cardiochirurgici, i quali risultano maggiormente esposti.

Il passaggio di germi nel circolo sanguigno può essere provocato da: 

  • focolai d’infezione; 
  • manovre strumentali capaci di provocare sanguinamento (in particolare quelle eseguite su territori abitualmente ricchi di flora batterica cardio-selettiva come il cavo orale, le vie genito-urinarie, l’apparato gastro-enterico, l’apparato respiratorio superiore); 
  • procedure ostetrico ginecologiche. 

 

La profilassi

La profilassi antibiotica deve essere presa in considerazione nei pazienti: 

  • a maggior rischio di endocardite infettiva, ovvero coloro che presentano protesi valvolari, incluse le valvole transcatetere tipo TAVI; 
  • con difetti valvolari corretti con materiale protesico; 
  • con un precedente episodio di endocardite infettiva; 
  • con cardiopatia congenita riparata con materiale protesico sia chirurgicamente sia per via percutanea, nei primi 6 mesi post-intervento o indefinitamente in presenza di shunt o insufficienza valvolare residui. 

La profilassi dell’endocardite infettiva deve essere presa in considerazione per:  

  • procedure odontoiatriche che comportano la manipolazione del tessuto gengivale o della regione peri-apicale dei denti oppure la perforazione della mucosa orale (piccoli interventi decisi dallo Specialista); 
  • patologie del tratto genito-urinario e gastro-intestinale ad alto impatto infettivo.

 

Le raccomandazioni

Per scongiurare il rischio di endocardite è bene mettere in atto alcuni accorgimenti. È opportuno, per esempio, curare l’igiene orale e sottoporsi a periodici controlli odontoiatrici. Un’adeguata pulizia e igiene orale, infatti, può ridurre l’incidenza di batteriemia durante le comuni attività giornaliere. 

Ma anche riferire al proprio medico curante ogni episodio febbrile importante, lontano da periodi di rischio virale, senza una causa evidente.

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