Quali sono i sintomi di una commozione cerebrale e come intervenire
PUBBLICATO IL 14 GIUGNO 2023
La commozione cerebrale, anche conosciuta come trauma cranico lieve o contusione cerebrale, è la più comune lesione cerebrale traumatica. Il dottor Davide Antonio Di Pietro, neurologo presso gli Istituti Clinici Zucchi ci spiega quali sono le cause, i sintomi e come intervenire per un primo soccorso.
Le cause della commozione cerebrale
“La commozione cerebrale è una forma di trauma che coinvolge il parenchima cerebrale, il tessuto nervoso coinvolto nella formazione e nella trasmissione di impulsi elettrici, e si verifica quando il cervello subisce una brusca accelerazione o decelerazione, causando una disfunzione, generalmente reversibile” spiega il medico.
La commozione cerebrale può verificarsi in seguito a:
- cadute;
- colpi alla testa durante la pratica di sport;
- lesioni sul posto di lavoro o altre situazioni in cui il cervello viene sottoposto a una forza improvvisa.
“Anche se solitamente viene indotta da un trauma diretto alla testa, tale condizione può verificarsi anche in assenza di un impatto diretto, ad esempio, durante una violenta decelerazione in un incidente d’auto - continua Di Pietro -. Successivamente, si può verificare un incremento dell’attività neuronale ed una concomitante riduzione del flusso sanguigno al cervello, che produce una ‘crisi energetica’ a livello del metabolismo neuronale e la conseguente comparsa dei sintomi legati alla commozione cerebrale” indica lo specialista.
I sintomi
In relazione alla gravità del trauma, la sintomatologia neurologica può spaziare da sintomi lievi, reversibili, fino ad una grave compromissione della vigilanza e delle funzioni cerebrali. I sintomi più frequenti sono:
- cefalea;
- amnesia anterograda (difficoltà da parte della persona a fissare i ricordi dopo il trauma);
- vertigini;
- disturbi del sonno;
- problemi cognitivi;
- ansia e depressione.
La cefalea è il sintomo più comune, seguito dalle vertigini. Inoltre, i pazienti possono riferire una sensazione di ‘annebbiamento’ mentale e difficoltà cognitive che colpiscono la memoria e la concentrazione.
La demenza del pugile
“Traumi commotivi ripetuti nel tempo possono infine produrre segni e sintomi a carattere progressivo che insorgono anche a distanza di anni, come avviene nella cosiddetta ‘demenza pugilistica’, tipica degli atleti di pugilato - continua lo specialista - . Essi sono caratterizzati da:
- declino cognitivo;
- ansia;
- disturbo dell’umore;
- sintomi motori (atassia, bradicinesia, tremore, disartria, rigidità)”.
In cosa consiste il primo soccorso
“Se si soccorre una persona che ha subito un colpo alla testa, si può sospettare una commozione cerebrale. In questi casi si chiede alla persona di:
- sedersi anche a terra;
- tenere un impacco freddo sulla zona lesionata.
In caso poi di confusione, stordimento, vomito o perdita di coscienza, anche se momentanea è consigliato chiamare subito un’ambulanza”.
Inoltre, in considerazione di una possibile lesione al rachide cervicale, è opportuno attendere l’arrivo del personale di soccorso che valuterà se è il caso di immobilizzare il rachide cervicale o no.
La diagnosi
Una volta che la persona è giunta in ospedale seguiranno:
- una adeguata raccolta anamnestica;
- un inquadramento neurologico iniziale volto ad escludere la presenza di complicanze pericolose come ematoma epidurale o subdurale, un'emorragia parenchimale;
- una valutazione clinica dei nervi cranici dei riflessi pupillari, delle funzioni cognitive e motorie.
Viene sempre valutato anche il valore di GCS (Glasgow Coma Scale), una scala a 15 punti che verifica la risposta oculare, verbale e motoria.
“Se si sono verificate perdita di coscienza, episodi di vomito ripetuti o crisi epilettiche, il paziente viene abitualmente sottoposto ad una TAC encefalo per escludere la presenza di emorragie o fratture craniche. Talvolta, viene eseguita una RMN encefalo per valutare la microstruttura della sostanza bianca - dichiara lo specialista -.
In caso, invece, di trauma cranico severo risultano essere importanti indicatori funzionali e prognostici,utili nella diagnosi e nel trattamento delle complicanze della commozione cerebrale, le indagini neurofisiologiche come:
- l’Elettroencefalogramma (EEG);
- lo studio dei potenziali evocati somatosensoriali ed acustici;
- lo studio dei potenziali evento correlati (ERP - p300) ”.
La valutazione neuropsicologica è infine necessaria nei casi in cui si manifesti sintomatologia cognitiva persistente post commotiva.
Come si cura
“La maggior parte delle persone si riprende completamente da una commozione cerebrale entro pochi giorni o al massimo settimane. Al paziente viene consigliato di rispettare un adeguato periodo di riposo fisico e mentale.
Nel caso particolare degli atleti, sebbene dopo 5 giorni dall’infortunio possa esserci una graduale ripresa dell’attività fisica, è opportuno evitare il rischio di traumi da contatto per almeno 10 giorni per eludere un secondo trauma cranico a breve distanza dal primo che potrebbe generare un edema cerebrale con ipertensione endocranica”.
La terapia farmacologica è volta alla cura dei sintomi associati ed include:
- l’adeguato trattamento profilattico della cefalea post traumatica, sotto indicazione neurologica;
- il trattamento dell’insonnia o dell’eccessiva sonnolenza diurna mediante terapia farmacologica e riprogrammando il ritmo sonno-veglia.
Conclude il medico: “Nei pazienti che manifestano problematiche cognitive, è indicato:
- incoraggiare un graduale aumento della abituale attività mentale;
- intraprendere un'attività parallela al recupero della capacità fisica;
- associare un'adeguata riabilitazione cognitiva”.